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Competenze avanzate. il documento delle Regioni è “eversivo”

di Ivan Cavicchi

Ma davvero qualcuno pensa che sia possibile contro-riformare il sistema delle professioni, dei ruoli, della formazione, “cambiare la geografia delle professioni”, a livello regionale, senza concertazione e senza coinvolgere coloro che hanno deciso le norme primarie cioè le rappresentanze democratiche di questo Paese?

24 FEB - Pochi giorni fa (QS, 19 febbraio 2020) con lo scopo di assicurare omogeneità di applicazione su tutto il territorio nazionale, le Regioni, hanno diffuso un documento unitario, sulla controversa questione delle competenze avanzate, ignorando del tutto le posizioni contrarie già formalizzate dalla Fnomceo (QS, 27 novembre 2019) e dalla Cimo (QS, 8 gennaio 2020).
 
Il giorno dopo Bonaccini annuncia l’intenzione di lavorare adun ‘Manifesto del nuovo regionalismo” (QS, 20 febbraio 2020).
 
Il giorno dopo ancora Manuela Lanzarin, assessore alla sanità del Veneto, autrice della prima delibera sulle competenze avanzate, in una intervista dichiara che con il documento approvato “il futuro delle competenze avanzate viene condiviso in tutta Italia” (QS, 21 febbraio 2020)
 
Il rinoceronte e gli uccelli guardiani
Questi tre fatti, casualmente ma anche significativamente in sequenza, confermano ciò che ho già descritto a più riprese su questo giornale (QS, 9/10/11 dicembre 2019) e cioè l’avvenuta saldatura tra i forti interessi corporativi che si agitano dietro le competenze avanzate e i forti interessi di potere delle regioni, che si agitano dietro il regionalismo differenziato.
 
Le professioni sanitarie stanno alle regioni, come gli uccelli guardiani stanno al rinoceronte:
• gli uccellisi nutrono di parassiti,
• il rinoceronte è pieno di parassiti,
• i parassiti sono il valore di scambio che unisce gli uccelli al rinoceronte.
 
I parassiti, nel nostro caso, sono gli ordinamenti che obbligano le regioni a rispettare la normativa nazionale su lavoro formazione e professioni e che obbligano le professioni a stare nei ranghi cioè a rispettare i ruoli e le competenze degli altri.
Le regioni con il regionalismo differenziato vogliono liberarsi dagli ordinamenti “parassiti” che hanno sulla schiena, per avere totalmente le mani libere sul lavoro, sulle professioni, sulla formazione, cioè più potere.
 
Le professioni per via contrattuale vogliono eliminare gli ordinamenti “parassiti” che sono sulla schiena delle regioni per avere da loro delle competenze in più, e quindi a loro volta, avere più potere.
 
Eversione
Vorrei invitare tutti ad uscire dalle dispute tecniche sulle competenze e a togliersi le fette di prosciutto dagli occhi, per riflettere sulla pericolosa natura eversiva cioè contro-riformatrice di questa guerra che vede alleati le professioni sanitarie e le regioni contro la professione medica.
 
Entrambi:
• considerano gli ordinamenti vigenti che definiscono il lavoro professionale come uno ostacolo alle loro ambizioni di potere
• ritengono di dover rimuovere questo ostacolo con la forza, l’imposizione, il colpo di mano, cioè in modo corporativo e unilaterale aggirando il confronto democratico e la concertazione.
 
Rivolgendomi al ministro Speranza che ha parlato del 2020 come l’anno delle riforme, e intendendo io per eversione una contro riforma che per realizzare degli interessi corporativi sanciti con un contratto, punta ad abbattere e sovvertire un sistema di norme, vorrei sapere:
• a che titolo costoro decidono per via contrattuale che certi ordinamenti professionali definiti da norme primarie debbano essere superati,
• se è accettabile che il contratto cioè una transazione tra interessi abbia una funzione contro-riformatrice cioè metta in discussione le norme primarie che regolano i ruoli professionali,
• a che titolo, a normativa primaria invariante, le regioni si permettono di fare un documento sulle competenze avanzate di controriforma dei ruoli professionali quando a tutt’oggi non spetta loro né definire questi ruoli né definire  le soluzioni formatrici,
• a che titolo si definiscono competenze  con un contratto a scapito di altre professioni definite da un altro contratto, senza una concertazione.
 
Spogliare Cristo per vestire la Madonna
Sempre rivolgendomi al ministro Speranza, siccome non è detto che la guerra ai medici rappresenti un automatico vantaggio pubblico o generale, vorrei sapere, una volta rimossa a livello di ogni singola regione, la normativa di garanzia primaria, chi garantisce:
• i diritti dei cittadini dalle decisioni avventate delle regioni
• la difesa della buona medicina dagli aggressivi interessi corporativi,
• i ruoli professionali nell’espletamento corretto delle loro funzioni.
 
A me, sia chiaro, non interessa, come si usa dire,“spogliare Cristo per vestire la Madonna”, cioè risparmiare mettendo le professioni in concorrenza tra loro, a me interessa in questa società che come si sa, nei nostri confronti, è piuttosto disillusa, curare al meglio le persone mettendole, in base alle loro necessità, nelle mani giuste.
 
Quanto ai costi, con la “quarta riforma”, ho spiegato ampiamente che il miglior modo per risparmiare in sanità è quello di garantire una medicina adeguata. Ciò che in medicina è inadeguato nei confronti delle complessità del cittadino costa in sanità più di quello che potrebbe costare.
 
Il teorema della formazione
Il teorema che è alla base del documento delle regioni è che i trasferimenti di competenze da una professione all’altra debbano essere garantiti da iniziative di formazione decise localmente e autonomamente dalle regioni.
 
La “nozione”, ecco il teorema generale, è “conoscenza”, la conoscenza è competenza quindi “nozione” e “competenza”, sono la stessa cosa.
 
Questo teorema andava bene un secolo fa quando la medicina si occupava solo di malattie e quando la malattia era frazionabile in organi, ma oggi che la medicina ha a che fare oltreché con le malattie anche con la complessità delle persone, delle aziende, dei contesti e delle culture che cambiano, dei servizi che non funzionano, con la sfiducia sociale, ecc, non convince più.
 
Oggi come ho scritto, anche nelle 100 tesi, le professioni per affrontare le complessità del nostro tempo, devono aprire i compiti agli impegni, le competenze alle capacità e alle abilità, la mansione al processo, il principio dell’ascription all’achievement, la figura giuridica del dipendente a quella dell’autore.
 
Notion task oriented
 
Il progetto formativo che si intravede dietro il documento delle regioni è fortemente regressivo e ci riporta indietro cioè all’idea del corpo del malato che come una macchina si può smontare in parti elementari più piccole.
 
Il presupposto di poter scomporre la cura in tante sub-mansioni e di concepire la cura semplicemente come una somma di sub-mansioni oggi certamente non è una garanzia per il cittadino di questa società. Costui è più che mai convinto di essere prima che un accesso venoso una persona.
 
Per cui contesto, il presupposto su cui si basa il documento delle regioni, e cioè che per giustificare le competenze avanzate sia sufficiente formare l’operatore alla “nozione per la mansione”.
 
Regioni contro consulta
 
Non c’è dubbio che il documento delle regioni, a parte essere un dito nell’occhio della Fnomceo, che solo l’altro giorno su questo giornale apprezzava pubblicamente la mozione della Fnopi sulla valorizzazione delle competenze (QS, 17 febbraio 2020), è uno sfregio nei confronti della consulta delle professioni appena istituita dal ministro Speranza.
 
Se la chiave di volta della consulta come si legge nel decreto istitutivo è il dialogo, il documento delle regioni, nega il dialogo, ed è uno sfacciato no, alla concertazione.
 
E’ troppo facile giocare sulla contraddizione tra consulta e documento delle regioni e mettere in imbarazzo chi quella consulta l’ha voluta e condivisa. E quindi lascio perdere.
 
A me però interessa tornare all’idea di eversione e porre il problema politico di fondo: ma davvero qualcuno pensa che sia possibile contro-riformare il sistema delle professioni, dei ruoli, della formazione, “cambiare la geografia delle professioni”, a livello regionale, senza concertazione e senza coinvolgere coloro che hanno deciso le norme primarie cioè le rappresentanze democratiche di questo Paese?
 
Conclusioni
 
L’assessore Lanzarin nell’intervista citata prima ha dichiarato che il documento delle regioni, è la “condivisione di un modo di procedere”. Il “modo di procedere” delle regioni nei confronti delle competenze avanzate, appare senza alcun dubbio, eversivo.
 
Per questo, la questione delle competenze avanzate, per me, non è tecnica ma politica. Chiedo semplicemente al ministro Speranza cosa egli intenda fare. Se tollererà il documento delle regioni e permetterà che la consulta sia negata allora implicitamente avrà avallato un pericoloso contro riformismo.
 
In questo caso, la prego ministro, non ci venga più a parlare di riforme e di svolte storiche. Non sarebbe credibile.
 
Ivan Cavicchi

24 febbraio 2020
© Riproduzione riservata


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