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Italia deferita alla Corte UE per inquinamento aria insieme a Francia, Germania, Ungheria e Regno Unito


La Commissione UE lo ha deciso dopo la verifica degli indici di presenza in eccesso di particolato e per l'assenza di misure efficaci. In Italia in 28 zone di qualità dell’aria, comprese le regioni Lazio, Lombardia, Piemonte e Veneto, i valori limiti giornalieri del particolato (PM10) sono stati costantemente superati, arrivando nel 2016 fino a 89 giorni di sforamento

17 MAG - Quello dell’Italia "è uno dei casi più gravi aperti" di infrazioni Ue sulla qualità dell'aria.

La Commissione Ue punta il dito contro la situazione dello smog nel nostro Paese, sottolineando che per la Pianura Padana ci sono "anche ragioni geografiche" ma che "le misure comunicate" dall'Italia per risolvere il problema "restano non sufficienti", ed è per questo che Bruxelles ha deciso di portare il Paese davanti alla Corte di giustizia europea.

In 28 zone di qualità dell’aria, comprese le regioni Lazio, Lombardia, Piemonte e Veneto, i valori limite giornalieri del particolato (PM10) sono stati costantemente superati, arrivando nel 2016 fino a 89 giorni. Per quanto riguarda invece il biossido d'azoto, c'e' un'altra infrazione aperta ma la situazione non è così urgente per un deferimento alla Corte.

L’Italia non è sola nella procedura di infrazione. Le fanno compagnia Francia, Germania, Ungheria  e Regno Unito, deferite tutte alla Corte di Giustizia per il mancato rispetto dei valori limite stabiliti per la qualità dell’aria e per aver omesso di prendere misure appropriate per ridurre al minimo i periodi di superamento.

La Commissione sta inoltre inviando lettere di costituzione in mora complementari a Germania, Italia, Lussemburgo e Regno Unito, per aver violato le norme dell’Ue in materia di omologazione dei veicoli.

Il commissario all’Ambiente Karmenu Vella, nel presentare i provvedimenti, ha spiegato che “la decisione di deferire degli Stati membri alla Corte di giustizia è stata adottata in nome degli europei. Abbiamo detto che questa è una Commissione che protegge. La nostra decisione dà seguito a questa affermazione”. 

Il commissario ha ricordato che “gli Stati membri deferiti oggi hanno ricevuto nell’ultimo decennio un numero sufficiente di ‘ultime possibilità’ per migliorare la situazione. Sono convinto che la decisione di oggi porterà a miglioramenti per i cittadini in tempi molto più rapidi”.

Vella però ritiene che “l’azione legale non risolverà di per sé il problema. È questo il motivo per cui stiamo definendo l’aiuto pratico con cui la Commissione può agevolare gli sforzi delle autorità nazionali volti a promuovere un’aria più pulita per le città e le metropoli europee”.

Sulla questione dei veicoli è intervenuta la commissaria all’Industria Elżbieta Bieńkowska, sostenendo che “avremo successo nella lotta all’inquinamento atmosferico urbano solo se il settore automobilistico farà la sua parte. I veicoli a emissioni zero sono il futuro. Nel frattempo, rispettare la normativa sulle emissioni è un dovere. I costruttori che continuano a violare la legge dovranno sopportare le conseguenze del loro comportamento illecito”.

La Commissione ha anche adottato una comunicazione intitolata “Un’Europa che protegge: aria pulita per tutti”, nella quale illustra le misure disponibili per aiutare gli Stati membri a contrastare l’inquinamento atmosferico. La Commissione, inoltre, sottolinea la necessità di intensificare la cooperazione con gli Stati membri avviando nuovi “dialoghi sull’aria pulita” con le autorità competenti e utilizzando i finanziamenti dell’Ue per sostenere le misure volte a migliorare la qualità dell’aria.

Questi i deferimenti che riguardano i superamenti delle norme sulla qualità dell’aria:

Biossido di azoto (NO2)

- Germania – in 26 zone di qualità dell’aria, tra cui Berlino, Amburgo, Monaco e Colonia; le concentrazioni annue riferite nel 2016 raggiungevano gli 82µg/m3 rispetto a un valore limite di 40 µg/m3 (a Stoccarda).
- Francia – in 12 zone di qualità dell’aria, tra cui Parigi, Marsiglia e Lione; le concentrazioni annue riferite nel 2016 raggiungevano i 96 µg/m3 (a Parigi).
- Regno Unito – in 16 zone di qualità dell’aria, tra cui Londra, Birmingham, Leeds e Glasgow; le concentrazioni annue riferite nel 2016 raggiungevano i 102 µg/m3 (a Londra).
 
In totale, vi sono 13 casi d’infrazione in corso nei confronti degli Stati membri (Austria, Belgio, Repubblica ceca, Germania, Danimarca, Francia, Spagna, Ungheria, Italia, Lussemburgo, Polonia, Portogallo e Regno Unito). Con la decisione di oggi Germania, Francia e Regno Unito sono i primi a essere deferiti alla Corte; tutti e tre i casi fanno seguito ai pareri motivati comunicati nel febbraio 2017.
Particolato (PM10)

- Italia – in 28 zone di qualità dell’aria, comprese le regioni Lazio, Lombardia, Piemonte e Veneto, i valori limite giornalieri sono stati costantemente superati, arrivando nel 2016 no a 89 giorni.
- Ungheria – in 3 zone di qualità dell’aria, Budapest, Pecs e valle del Sajó, i valori limite giornalieri sono stati costantemente superati, arrivando nel 2016 no a 76 giorni.
- Romania – nell’agglomerato di Bucarest, i valori limite giornalieri sono stati costantemente superati da quando il diritto dell’Unione europea è divenuto applicabile alla Romania, e nel 2016 per 38 giorni.

In totale, vi sono 16 casi d’infrazione in corso nei confronti degli Stati membri (Belgio, Bulgaria, Repubblica ceca, Germania, Grecia, Spagna, Francia, Ungheria, Italia, Lettonia, Portogallo, Polonia, Romania, Svezia, Slovacchia e Slovenia).

La Corte di giustizia dell’Unione europea ha ritenuto la Bulgaria e la Polonia colpevoli di violazioni della legislazione dell’UE, rispettivamente il 5 aprile 2017 e il 22 febbraio 2018.

La decisione fa seguito a un parere motivato inviato all’Italia nell’aprile 2017, a un parere motivato supplementare inviato alla Romania nel settembre 2014, e a un ulteriore parere motivato inviato all’Ungheria nel marzo 2014.

In tutti i casi di superamento dei valori limite stabiliti dalla normativa dell’UE sulla qualità dell’aria ambiente (direttiva 2008/50/CE), gli Stati membri sono tenuti ad adottare piani per la qualità dell’aria e a garantire che tali piani stabiliscano misure appropriate perché il periodo di superamento sia il più breve possibile. In linea con il principio di sussidiarietà, la normativa dell’UE lascia agli Stati membri la scelta dei mezzi da utilizzare per il rispetto dei valori limite.

17 maggio 2018
© Riproduzione riservata


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