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Reti tempo-dipendenti/1. Coletto (Agenas): “Verso l'omogeneità dei modelli”

di Luca Coletto

L'accordo tra lo Stato e le Regioni sul documento contenente tutte le indicazioni per la revisione delle reti cliniche tempo-dipendenti è un atto di indirizzo che, per metodologia e ricchezza di dettagli tecnici, ha l’ambizione di agevolare e, perché no, accelerare il processo di revisione delle reti già attivate su gran parte del territorio nazionale. 

25 GEN - Questo numero della rivista di Monitor racchiude in un certo senso un prima e un dopo del lavoro di AGENAS riguardo alle Reti tempo-dipendenti. Il prima è rappresentato da un questionario somministrato alle Regioni, costituito dalla Griglia di rilevazione e di valutazione delle Reti clinico tempo-dipendenti e del loro stato di implementazione.

Il dopo è illustrato nelle Linee Guida per la revisione delle reti clinico assistenziali - reti tempo dipendenti, che, anche alla luce dei risultati del questionario, individuano i requisiti generali che devono essere presenti in tutte le reti, per raggiungere quanto prima un’omogeneità dei modelli di Rete e garantire che su tutto il territorio nazionale la risposta assistenziale ai bisogni di cure del paziente avvenga sempre in condizioni di appropriatezza, efficacia, efficienza, qualità e sicurezza.

La rilevanza della griglia risiede nella doppia funzione di analisi delle reti già istituite e di supporto metodologico per quelle da implementare e/o integrare. Essa ha consentito alle Regioni di interrogarsi sulla sussistenza dei requisiti necessari per una corretta organizzazione del percorso di cura di un paziente colpito da eventi acuti cui possono seguire patologie ingravescenti, consentendo a tutti una prima auto-analisi. La partecipazione della maggior parte delle Regioni che hanno fornito risposte in tutto o in parte al questionario, permettendo di individuare sia punti di forza sia margini di miglioramento, è un forte segnale della volontà diffusa di essere parte attiva di un processo di riorganizzazione del percorso tempo dipendente, frutto della politica sanitaria adottata dopo l’approvazione del DM 70/ 2015 sugli standard ospedalieri.

E un biennio in sanità - si sa - rappresenta un arco di tempo troppo corto per poter mettere in azione tutti gli ingranaggi necessari. Ne è dimostrazione il maggior consolidamento della Rete neonatologica e dei punti nascita, un processo di “messa in sicurezza” avviato tempo fa con l’Intesa Stato-Regioni del 2010 recante “Le Linee Guida per la promozione ed il miglioramento della qualità della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo”. Ed è innegabile che in questi sette anni, come fotografato dal Programma nazionale esiti (e come potrete approfondire in questo numero in un articolo dedicato) vi sia stato anche un graduale ma costante calo nel ricorso al parto cesareo primario e una maggiore adesione agli standard quantitativi e qualitativi dell’assistenza ospedaliera per garantire un percorso nascita sicuro sia per la madre che per il bambino.

È da queste considerazioni che nasce la convinzione che la prossima griglia di rilevazione ci restituirà segnali decisivi sulle azioni di miglioramento su tutto il territorio nazionale anche riguardo al tema delle reti tempo-dipendenti.

Questo numero di Monitor esce in coincidenza con l’imminente accordo tra lo Stato e le Regioni sul documento contenente tutte le indicazioni per la revisione delle reti cliniche tempo-dipendenti, previsto in questo ultimo mese dell’anno. Un atto di indirizzo che, per metodologia e ricchezza di dettagli tecnici, ha l’ambizione di agevolare e, perché no, accelerare il processo di revisione delle reti tempo dipendenti, tra l’altro già attivate su gran parte del territorio nazionale.
 
Abbiamo chiesto a tutti gli attori che hanno partecipato all’elaborazione del documento di presentare il proprio punto di vista, aiutando il lettore a comprendere la coralità del lavoro coordinato da AGENAS e la complessità del documento, caratteristiche che richiamano quelle proprie di un’organizzazione sanitaria a rete: la condivisione, l’integrazione e la comunicazione.

Le pagine che seguono propongono nelle parole del Direttore della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute, Andrea Urbani, del Presidente dell’Istituto Superiore della Sanità, Walter Ricciardi e del Direttore Generale dell’Aifa, Mario Melazzini, ciascuno secondo la prospettiva del proprio ruolo istituzionale, una ricostruzione di quanto avvenuto nel tempo, in risposta ai cambiamenti sociali, economici ed epidemiologici che hanno imposto una nuova modalità di organizzazione dell’offerta sanitaria, fondata sull’integrazione dell’attività ospedaliera con il settore dell’assistenza primaria, della medicina di comunità e dei servizi sociali.

Ma il focus non poteva non ospitare la voce delle Regioni che sono state indicate dalla Commissione Salute a far parte del gruppo di lavoro; contributi che rappresentano un’ulteriore occasione di riflessione e confronto, sia che si tratti di realtà che si sono già da tempo mosse nella revisione di tutte o alcune delle Reti tempo-dipendenti, sia che si tratti di Regioni che sono ancora all’inizio del percorso.
 
Luca Coletto
Presidente dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali - AGENAS 
Editoriale di Monitor 42

25 gennaio 2018
© Riproduzione riservata


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