Usa. Per uso "sbagliato" dei farmaci in fumo 213 milardi di dollari l'anno
Una cifra pari all'8% della spesa sanitaria americana. Nel conto le spese per ricoveri ospedalieri, visite ambulatoriali e accessi al pronto soccorso evitabili. Ma anche la non aderenza alle terapie, il ritardo nell’inizio di queste e l’uso di antibiotici per patologie come l’influenza o il raffreddore. Lo studio dell'Ims.
25 GIU - Sono 213 miliardi di dollari, l’8% della spesa sanitaria annua totale, i soldi che il sistema statunitense potrebbe risparmiare ogni anno, se pazienti e personale usassero i farmaci in maniera più responsabile. A dirlo uno studio dell’IMS Institute for Healthcare Informatics, che ha fatto questa valutazione considerando i fondi utilizzati per le ammissioni evitabili in ospedale, i risultati dei trattamenti dei pazienti, le prescrizioni emesse e gli accessi in pronto soccorso.
Il report “
Avoidable Costs in U.S. Healthcare: The $200 Billion Opportunity from Using Medicines More Responsibly” ha infatti esaminato tutte le aree che contribuiscono a costi sanitari non necessari. Oltre a quelli già accennati ci sono anche la non aderenza alle terapie, il ritardo nell’inizio di queste, il cattivo uso degli antibiotici o anche veri e propri errori nei trattamenti. Numeri da record, quelli pubblicati dell’IMS: sono 10 milioni le ammissioni ospedaliere evitabili negli Stati Uniti ogni anno, 78 milioni di trattamenti in ambulatorio, 246 milioni di prescrizioni di medicinali e 4 milioni di accessi al pronto soccorso.
In particolare, lo studio ha portato alla luce alcune cose:
- la maggior parte dei costi evitabili nella sanità statunitense sono dovuti a non aderenza ai trattamenti prescritti: i pazienti che non seguono le indicazioni dei propri medici presentano complicazioni che da sole costano al sistema 105,4 miliardi di dollari che potrebbero essere evitati ogni anno. Chiaramente le motivazioni della non aderenza ai trattamenti sono varie e rappresentano un problema di vecchia data, tuttavia i nuovi strumenti di analisi e la collaborazione tra strutture sanitarie, farmacisti e pazienti sembrerebbe far ben sperare perché in futuro questo problema possa essere meglio compreso e risolto in maniera efficace;
- i ritardi nell’inizio dei trattamenti portano a costi evitabili per 39,5 miliardi di dollari: lo studio ha analizzato quattro aree in cui i pazienti non hanno diagnosi tempestive o in cui i trattamenti non sono iniziati nei giusti tempi. L’impatto maggiore in questo senso è sicuramente quello del diabete, in cui i ritardi portano al maggior numero di visite ambulatoriali o ospedalizzazioni evitabili. Secondo l’IMS questo impatto potrebbe essere ridotto con l’allargamento del bacino di assicurazioni mediche, programmi di screening e l’uso di test diagnostici;
- alcuni miglioramenti si vedono già, nell’uso più responsabile degli antibiotici: il cattivo uso di questi medicinali contribuisce allo sviluppo di resistenza ai farmaci e a costi evitabili per 34,1 miliardi l’anno per i pazienti ricoverati. Un ulteriore miliardo l’anno è speso per i circa 31 milioni di ricette mediche emesse erroneamente ogni anno, di solito per infezioni virali. Tuttavia, ci sono segni incoraggianti di un’inversione di tendenza: il numero di prescrizioni di antibiotici per il raffreddore o l’influenza stanno infatti diminuendo;
- molti sforzi sono fatti per riconoscere le cause di spesa e migliorare l’uso dei farmaci: un largo numero di iniziative si stanno facendo largo nel panorama sanitario statunitense, compresi nuovi metodi di intervento per questo problema, analisi critica delle soluzioni possibili, cooperazione tra gli attori in causa. Molte di queste iniziative implicano un maggiore coinvolgimento dei farmacisti, un approccio integrato alle problematiche dei pazienti, un migliore utilizzo delle risorse finanziarie, un uso maggiore dell’e-health per guidare il processo decisionale e monitorare il progresso delle iniziative stesse.
Lo studio ha dunque individuato la necessità di migliorare il metodo di somministrazionedei farmaci: la cosa che manca, secondo l’istituzione statunitense, è la sicurezza che ogni paziente riceva il medicinale giusto nel momento giusto, e che lo assuma correttamente. “Spesso i farmaci non sono usati in maniera ottimale. Questo fa sì che la spesa salga anche se non ce ne sarebbe bisogno e anche che i pazienti sentano maggiormente il peso della malattia”; ha spiegato
Murray Aitken, direttore esecutivo dell’IMS Institute for Healthcare Informatics. “Sono costi evitabili, che gravano sulla sanità statunitense molto di più che non i 24 milioni di cittadini americani che non hanno assicurazione sanitaria”.
Il report dell’IMS non è il primo tentativo di valutare questo tipo di spese. Tuttavia, forse per la prima volta si comincia a intravedere un miglioramento: l’aderenza alle terapie per pazienti affetti da condizioni come ipertensione, iperlipidemia e diabete è migliorata del 3-4% dal 2009; la percentuale di pazienti affetti da influenza o raffreddore che hanno assunto antibiotici come trattamento è diminuita dal 20 al 6 per cento dal 2007; i pazienti fanno uso nel 95% dei casi di farmaci generici equivalenti a quelli di marca ma meno costosi, se questi sono disponibili.
25 giugno 2013
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