Il digitale, con la sua pervasiva influenza sulla nostra vita, si è inserito a pieno titolo tra i determinanti della salute perché, come sostiene Michael Marmot, la salute non è determinata solo da fattori biologici, ma anche da un complesso intreccio di condizioni sociali, economiche e ambientali.
Già nel 2000 il ruolo della tecnologia nell'elevare lo standard dei servizi sanitari venne riconosciuto tra gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio [1]. Quindici anni dopo, la rapida evoluzione della tecnologia digitale e la sua adozione senza precedenti da parte della popolazione mondiale l'hanno trasformata in uno dei cardini dell'assistenza sanitaria e fa ormai parte degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per fornire una copertura sanitaria universale [2-3].
Parlando di salute digitale ci riferiamo all'uso di tale tecnologia per fornire servizi sanitari e cioè le piattaforme e le soluzioni digitali che coinvolgono i cittadini per scopi di salute e benessere, raccolgono e utilizzano i loro dati clinici e gestiscono i risultati sanitari e la qualità delle cure. La salute digitale include categorie come salute mobile, tecnologia informatica sanitaria, dispositivi indossabili, piattaforme online per la salute e il benessere, la telemedicina e la medicina personalizzata e tutte le applicazioni connesse di intelligenza artificiale. L'evoluzione del rapporto tra digitale e salute sta rapidamente cambiando il panorama sanitario e tecnologie come l'IA giocano un ruolo fondamentale in questa trasformazione.
L'IA sta già dimostrando il suo valore nell'elaborazione di grandi quantità di dati medici. In futuro, possiamo aspettarci miglioramenti significativi in vari ambiti. Il digitale sta abbattendo le barriere geografiche per l'accesso alle cure. Sensori indossabili e dispositivi connessi consentono un monitoraggio remoto dei pazienti e interventi tempestivi in caso di necessità. La telemedicina permette ai pazienti di consultarsi con i medici o altri professionisti della salute senza muoversi da casa, così come lo scambio di opinioni tra professionisti distanti. Un avanzamento molto atteso è quello dei progressi nell‘interoperabilità e gestione dei dati sanitari. Un'evoluzione cruciale ma alla quale dobbiamo assicurare che le informazioni dei pazienti siano protette da attacchi informatici e usi non autorizzati. Questo sarà un impegno costante e interminabile, quindi con costi correlati alla crescente quantità di dati sanitari raccolti.
Nel PNRR Missione 6 ci sono quasi 1,5 miliardi destinati alla digitalizzazione dei 280 Pronto soccorso ospedalieri di I e II livello operanti in Italia i cui sistemi saranno potenziati entro il 2025. Ad oggi, come ha recentemente affermato il Ministro della salute, gli ordinativi effettuati sono il 70% dell’importo totale, per oltre un miliardo di euro. Altro asse fondamentale di investimento in sanità digitale è quello della telemedicina.
A fine 2023, con la rimodulazione del PNRR, le risorse sono state aumentate di 500 milioni di euro, e si prevede che usufruiranno dell’applicazione entro il 2026 almeno 300 mila pazienti over 65. “Lo sviluppo della telemedicina contribuirà a garantire equità e opportunità di accesso alle cure su tutto il territorio nazionale”, ha sottolineato il Ministro della Salute. È evidente che le applicazioni delle tecnologie digitali in campo sanitario offriranno delle opportunità tali da doverle considerare tra i fattori determinanti della salute. Sono una nuova e rilevante realtà del nostro tempo, con un potenziale d’impatto significativo nel raggiungimento dell'equità sanitaria così come del suo contrario.
Il futuro del rapporto tra digitale e salute è promettente, con l'IA e la realtà virtuale destinate a rivoluzionare la diagnosi, il trattamento e la prevenzione delle malattie. Tuttavia, è fondamentale che queste innovazioni siano implementate con attenzione, per garantire sicurezza, equità e benefici a lungo termine per tutti. Inoltre l'accesso alle tecnologie digitali, la capacità di utilizzarle e la qualità della connessione non sono distribuiti equamente nella popolazione. Questo crea un divario digitale che si riflette direttamente sulla salute, limitando l'accesso a informazioni sanitarie, ai servizi di telemedicina e a opportunità di prevenzione.
I determinanti digitali della salute e la loro interdipendenza con i determinanti sociali della salute
Nel modello di Dahlgren e Whitehead, questi sono categorizzati come individuali (età, sesso e fattori costituzionali), reti sociali e comunitarie e condizioni socioeconomiche, culturali e ambientali generali [istruzione, ambiente di lavoro, condizioni di vita e di lavoro, occupazione, acqua e servizi igienici e servizi sanitari [4]. A differenza dei determinanti digitali che riguardano la tecnologia stessa, i determinanti sociali si riferiscono ai fattori sociali, culturali, economici e politici esterni che influenzano l'interazione dei pazienti con la tecnologia. Esiste però un’interdipendenza tra determinanti sociali e quelli digitali.
In letteratura scientifica i determinanti sociali vengono distinti in [5]:
Alcuni gruppi sociali sono particolarmente vulnerabili a questa nuova forma di divario che è saper e poter accedere alla salute digitale. gli anziani, le persone con basso livello di istruzione e quelle con basso reddito, le persone on disabilità cognitive ed infine le persone che vivono in zone rurali o isolate: dove la disponibilità di infrastrutture digitali è spesso limitata, impedendo l'accesso ai servizi sanitari digitali.
Un approccio multilivello per ridurre le diseguaglianze
Per mitigare i rischi e garantire un accesso equo ai servizi sanitari digitali, è necessario investire nell'alfabetizzazione digitale promuovendo programmi di formazione per migliorare le competenze digitali di tutti i pazienti e i caregiver, con particolare attenzione agli anziani e alle persone con basso livello di istruzione; sviluppando soluzioni inclusive grazie a servizi digitali facili da usare indipendentemente dalle capacità tecnologiche; garantendo l'accesso a internet e ai dispositivi attraverso politiche per ridurre il digital divice e integrando i servizi digitali con l'assistenza di operatori sanitari in grado di supportare le persone che hanno difficoltà a utilizzarli.
L’alfabetizzazione sanitaria digitale ha, tra tutti i fattori che favoriscono l’accesso per tutti ai benefici della sanità digitale, un ruolo chiave. L'alfabetizzazione sanitaria di un individuo è definita come la capacità di trovare, comprendere, valutare e utilizzare informazioni e servizi per prendere decisioni relative alla salute correlate ai risultati sanitari. [5-6]. Fondamentale rispetto alle persone anziane, disabili, poli croniche e non autosufficienti coinvolgere i caregiver familiari o espressione del volontariato, tutte risorse da valorizzare.
L’alfabetizzazione sanitaria digitale si riferisce alla capacità di un individuo di interfacciarsi e interagire efficacemente con la tecnologia digitale, comprendendo tutte le competenze di cui ha bisogno per trovare, comprendere, valutare e applicare informazioni sanitarie specificamente da fonti elettroniche. Con il crescente utilizzo delle tecnologie digitali nell'assistenza sanitaria, l'alfabetizzazione sanitaria digitale è emersa come una priorità per le organizzazioni sanitarie e i governi per riuscire a coinvolgere il maggior numero di potenziali fruitori.
In conclusione
Gli individui con migliori competenze tecnologiche sono più informati e abili nella gestione della propria salute perché capaci di interagire con app, strumenti e piattaforme digitali e la telemedicina. Anziani, soggetti fragili e/o con malattie croniche già rappresentano una popolazione particolarmente vulnerabile. Le loro caratteristiche sociali ed economiche riducono le loro opportunità di accedere anche alle informazioni sanitarie online. Inoltre, possono avere difficoltà a causa della ridotta reattività o del declino dello stato funzionale o della scarsa propensione ad apprendere nuove tecnologie.
Il domani è già qui … Nascerà a Viareggio (Lucca) il primo ospedale "virtuale” d’Italia, grazie alla telemedicina, poi sarà la volta di Como e Cosenza, con forti risparmi per il Servizio sanitario.
Il modello è il Mercy virtual Hospital, operativo dall’autunno del 2015 negli Stati Uniti in Missouri. Il progetto pilota si avvarrà di una struttura inizialmente di circa 1.000 metri quadri. L’ospedale virtuale sarà replicabile in ogni territorio. I pazienti, attraverso l’ospedale virtuale, possono accedere a servizi medici online tramite videochiamate, chat, e-mail o applicazioni mobili. Possono ricevere consultazioni mediche, prescrizioni, monitoraggio delle condizioni di salute, e gestione delle malattie croniche da remoto.
Per incoraggiare questi sforzi è necessaria la convergenza e la sinergia tra 3 contesti: politiche pubbliche, con Investimenti in infrastrutture digitali, promozione dell'alfabetizzazione digitale, regolamentazione dei contenuti on line; un sistema sanitario che si assume il compito d’ integrare le tecnologie digitali nei servizi sanitari e formare il personale sanitario all'uso degli strumenti digitali e comunità che sappiano promuovere iniziative locali per ridurre il divario digitale, coinvolgimento le persone più vulnerabili.
Giorgio Banchieri
Segretario Nazionale ASIQUAS, DiSSE, Università “Sapienza”, Roma;
Andrea Vannucci
Membro CTS ASIQUAS, Docente DISM, Università Siena.
Bibliografia
1 Lomazzi M, Borisch B, Laaser U. The Millennium Development Goals: Experiences, achievements and what’s next. Global Health Action. 2014;7. https://doi.org/10.3402/gha.v7.23695 PMID: 24560268
2 World Health Organization. Health in 2015: from MDGs, Millennium Development Goals to SDGs, Sustainable Development Goals. World Heal Organ. 2015
3 Menne B, Aragon De Leon E, Bekker M, Mirzikashvili N, Morton S, Shriwise A, et al. Health and wellbeing for all: An approach to accelerating progress to achieve the Sustainable Development Goals (SDGs) in countries in the WHO European Region. Eur J Public Health. 2020:30
4 Dahlgren G, Whitehead M. The Dahlgren-Whitehead model of health determinants: 30 years on and still chasing rainbows. Public Health. 2021;199.
5 Giorgio Banchieri, Laura Franceschetti, Andrea Vannucci, “Eguaglianza”, “Equità” e “Diseguaglianze di salute”, Quotidiano sanità
6 Bresolin LB. Health literacy: Report of the council on scientific affairs. JAMA. 1999; 281(6).
7 Norman CD, Skinner HA. eHealth literacy: Essential skills for consumer health in a networked world. J Med Internet Res. 2006;8.