Negli ultimi anni, l’indicatore sulla fiducia nei confronti dei medici e dell’altro personale sanitario mostra un peggioramento. Il punteggio medio (in una scala da 0 a 10) per i medici è passato da 7,3 nel 2021 a 6,9 nel 2023 e, analogamente, per il personale sanitario non medico da 7,2 a 6,8. Nelle ripartizioni geografiche aumenta il divario, con una diminuzione più accentuata del punteggio medio nel Mezzogiorno (da 7,1 a 6,7 per i medici, da 6,9 a 6,5 per altro personale sanitario), che già presentava valori più bassi nel 2021. Nel 2023, circa una persona su cinque ha assegnato un punteggio insufficiente (tra 0 e 5), rispettivamente il 20,1% per i medici e il 21,3% per l’altro personale sanitario. Lo rivela l’Istat nel suo Rapporto Bes 2023.
La percentuale più elevata si registra per il Mezzogiorno, rispettivamente 24,2% e 26,6% per le due figure professionali, valori medi al Nord, pari rispettivamente a 18,5% e 18,9% e più bassi al Centro, 16,8% e 18,0%. PA di Trento, Emilia-Romagna, Toscana e Marche raggiungono i livelli più elevati di fiducia per entrambe le professioni sanitarie. A queste si aggiunge anche la PA di Bolzano, che, però, a fronte del 45,9% di persone che hanno espresso un punteggio tra 8 e 10 per i medici e del 44,5% per l’altro personale sanitario, è caratterizzata contestualmente da una percentuale superiore al 23% di persone che hanno espresso un punteggio negativo (tra 0 e 5).
Meno di una persona su cinque ha dichiarato scarsa fiducia nei medici e nel personale sanitario anche in Lombardia e Lazio. Al contrario, Campania e Basilicata sono le regioni con la quota più bassa di persone che esprimono molta fiducia nei professionisti sanitari. Punteggi compresi tra 0 e 5 sono stati assegnati più frequentemente dai residenti in Valle d’Aosta, Calabria, Sicilia e Sardegna per il personale medico; Sicilia, Calabria, Campania e Molise per il personale sanitario non medico.