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Esposoma, periferie urbane, igiene urbanistica ed edilizia

di Domenico Della Porta

Le città, ma soprattutto le periferie, possono essere un determinante positivo di salute, ma anche comportare problemi sanitari di forte impatto, causati dall’inquinamento atmosferico e acustico, dagli incidenti stradali, dall’adozione di stili di vita non sani e dalla diffusione di agenti infettivi in condizioni di sovraffollamento. Occorre  puntare alla rigenerazione urbana

22 GEN - Esposoma fa rima anche con periferie urbane, igiene urbanistica ed edilizia. Da quanto pubblicato recentemente su European Heart Journal coordinata da ricercatori di Fondazione Agostino Gemelli Irccs-Università Cattolica, in collaborazione con Deepak Bhatt del Mount Sinai di New York e Sanjay Rajagopalan della Case Western Reserve University di Cleveland, in cui sono stati presi in esame i fattori di rischio cardio-vascolare del terzo millennio, sembra proprio di si.

L’esposoma, infatti, il cui obiettivo è quello di studiare le relazioni tra ambiente e salute, sottolinea la Rete Italiana Ambiente e Salute RIAS, che ha approfondito da anni questo fenomeno, viene declinato su tre domini: ambiente esterno generale, che include fattori come clima e urbanizzazione, misurabili a livello di popolazione; ambiente esterno specifico, come dieta o abitudine al fumo, misurabile a livello individuale con questionari, sensori ambientali o dosimetri personali; ambiente interno che include processi ormonali, infiammatori e molecolari, misurati nel loro insieme tramite metodiche “omiche” ad alta produttività, volte a descrivere in maniera globale l’insieme di molecole di un sistema biologico (es. proteoma, trascrittoma, metaboloma).

Per questo motivo, a nostro avviso, le città, ma soprattutto le periferie, possono essere un determinante positivo di salute, ma anche comportare problemi sanitari di forte impatto, causati dall’inquinamento atmosferico e acustico, dagli incidenti stradali, dall’adozione di stili di vita non sani e dalla diffusione di agenti infettivi in condizioni di sovraffollamento.

I fenomeni del crescente inurbamento e della conseguente urbanizzazione delle periferie sono collegati soprattutto alla crescita drammatica delle Malattie Croniche Non Trasmissibili (MCNT), come cardiopatie, diabete, broncopneumopatie e tumori, un fenomeno che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha recentemente definito “la nuova epidemia urbana” causando addirittura infarti del miocardio, come ha evidenziato lo studio della Fondazione “Gemelli” di Roma.

Ecco perché occorre puntare alla rigenerazione urbana, ha sottolineato qualche giorno fa, tra l’altro, il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie, Alessandro Battilocchio, in quanto è riconosciuta come uno degli strumenti più completi ed efficaci che i governi possono utilizzare non solo per guidare lo sviluppo economico, ma anche per promuovere città più inclusive, resilienti, sane, sicure e sostenibili.

Secondo noi si tratta di un processo che crea molti vantaggi per tutte le parti interessate di una comunità, tra cui: Impedire che il tessuto urbano inizi - o continui - a deteriorarsi, migliorando le infrastrutture fisiche, economiche e sociali; Generare posti di lavoro, grazie all'arrivo di nuove imprese, migliorando così le condizioni di vita; Migliorare l'accesso ai servizi pubblici e ai trasporti, facilitando l'integrazione e il collegamento dei residenti con il resto dello spazio urbano; Aumentare il valore delle proprietà commerciali e residenziali; Generare risparmi energetici che portano a una riduzione delle emissioni di C0₂. Valorizzare gli edifici locali, per rendere più belli i quartieri.

A nostro parere, è proprio da questa considerazione che può nascere la reinvenzione non solo della periferia ma della città tutta, in considerazione dell’importante Documento di indirizzo per la pianificazione urbana in un’ottica di Salute Pubblica - Urban Health, eleborato dal Ministero della Salute ed approvato dalla Conferenza Stato Regioni il 22 settembre 2021, da dove viene fuori che il benessere deve essere percepito come una condizione di armonia tra uomo e ambiente, ed è il risultato di un processo di adattamento a molteplici fattori che incidono sullo stile di vita, compresa proprio la pianificazione urbanistica.

Le periferie, si precisa nella relazione elaborata a margine dell’istituzione della Commissione di inchiesta, sottolinea il presidente Battilocchio, sono una realtà complessa e articolata, come dimostra la presenza di tante associazioni di cittadini volte a promuovere un miglioramento delle condizioni di vita in queste aree.

Non va trascurata nel discorso di urbanistica e salute l’Igiene edilizia oggi considerata un fanalino di coda della sanità pubblica, ritenendo erroneamente che il contributo dell’igienista nel garantire “edifici sani” sia marginale e che si tratti di pratiche obsolete o scarsamente efficaci.

Si è perciò convinti che con l’ istituzione dell’Osservatorio sulle periferie di dicembre scorso, si otterranno risultati concreti attraverso l’analisi e la programmazione del fenomeno. Basta considerare gli obiettivi del nuovo organismo per rendersi conto delle prospettive favorevoli.

Eccone alcuni: Incentivare iniziative di formazione e promozione della cultura del rispetto della legalità, con particolare riferimento alle giovani generazioni; promuovere studi per la formulazione di proposte idonee alla definizione di iniziative di supporto agli enti e alle istituzioni coinvolti nelle problematiche delle periferie; promuovere il raccordo e lo scambio informativo tra tutti i soggetti competenti, anche ai fini dell’elaborazione di progetti in tema di legalità; effettuare il monitoraggio e la valutazione delle azioni intraprese a livello nazionale, e l’individuazione delle best practice adottate.

L’Osservatorio dovrà rendere noti annualmente, anche attraverso la pubblicazione online nel sito web del Ministero dell’interno, i risultati ottenuti dalle proprie attività istituzionali e il lavoro svolto. Il Ministro dell’interno, con proprio decreto, dovrà stabilire le linee operative e le attività strumentali all’espletamento dei compiti istituzionali dell’Osservatorio, la sua organizzazione, le modalità di funzionamento e la composizione, prevedendo la partecipazione di rappresentanti di enti e istituzioni, pubblici e privati.

Domenico Della Porta
Presidente Osservatorio Malattie Occupazionali e Ambientali, OSMOA, dell’Università degli Studi di Salerno

22 gennaio 2024
© Riproduzione riservata


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