Davvero il Ssn in Italia è fortemente penalizzato da un alto tasso di ricoveri inappropriati come spesso si sente raccontare da media e politici? A guardare i dati, la realtà sembra essere ben diversa. Per provare a fare il punto sulla questione abbiamo esaminato quanto riportato nella nuova edizione appena pubblicata di Health at a Glance dell’Ocse che ogni anno raccoglie statistiche economiche e medico sanitario dei paesi aderenti offrendo un panorama esaustivo della realtà dei loro servizi sanitari.
Più in particolare ci concentreremo, da prima, sui numeri riguardanti asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) e insufficienza cardiaca congestizia (Chf), tre tra le patologie croniche più diffuse. Tutte e tre le patologie sono accomunate dal fatto che le prove di efficacia riguardo i loro trattamenti sono ben consolidate. Un sistema di cure primarie efficiente, in cui vengono forniti servizi accessibili e di alta qualità, può quindi ridurre il deterioramento delle condizioni di salute nelle persone affette da asma, Bpco o insufficienza cardiaca. I ricoveri ospedalieri per queste patologie sono in gran parte evitabili e vengono quindi utilizzati dall'Ocse come indicatore della qualità e della facoltà di accesso alle cure primarie.
Asma e Bpco. I dati qui mostrano come i tassi combinati di ricovero ospedaliero per asma e Bpco variano di 15 volte tra i Paesi Ocse nel 2021, con Messico, Italia e Cile che registrano i tassi più bassi e Australia e Danimarca che registrano i tassi più alti, oltre il doppio della media Ocse. Prima della pandemia, i tassi di ricovero ospedaliero per asma e Bpco erano diminuiti in quasi tutti i Paesi, in media del 13% tra il 2011 e il 2019. Il calo è stato più evidente nella Repubblica Slovacca e in Lituania, dove il tasso era elevato nel 2011, riducendo così la variazione tra i Paesi. Durante la pandemia, il calo è stato più significativo, con una diminuzione media nei Paesi Ocse di circa il 40% tra il 2019 e il 2021, ma questo probabilmente riflette in parte un accesso più limitato alle cure ospedaliere in questo periodo. L'Italia, dal 2011 al 2021, ha sempre registrato tassi di ospedalizzazione inferiori rispetto alla media Ocse.
Insufficienza cardiaca congestizia. I tassi di ricovero ospedaliero per l'insufficienza cardiaca variano di 13 volte tra i Paesi dell'Ocse. Messico e Costa Rica hanno registrato i tassi più bassi, mentre la Polonia ha registrato un tasso più che doppio rispetto alla media. Come per l'asma e la Bpco, il tasso medio di ricoveri nei Paesi Ocse è diminuito (del 6%) tra il 2011 e il 2019. Durante la pandemia, il tasso è diminuito ulteriormente nella maggior parte dei Paesi: in media, tra il 2019 e il 2021 è stato registrato un calo di circa il 20% nei Paesi Ocse. Solo Costa Rica e Norvegia hanno registrato un aumento. In questo caso l'Italia si piazza al quindicesimo posto, confermando un trend in netto miglioramento e un tasso di ricoveri inappropriati che si conferma nel 2021, così come nella precedente rilevazione del 2019, al di sotto della media Ocse.
A conferma di quanto detto fino ad ora, prendiamo in esame i dati relativi ai ricovero causati dal diabete. Anche in questo caso i numeri mostrano come nel 2021 si è registrata una variazione di oltre 20 volte nei ricoveri ospedalieri per diabete tra i Paesi Ocse. Giappone, Islanda e Italia hanno registrato i tassi più bassi, mentre gli Stati Uniti hanno registrato tassi più che doppi rispetto alla media Ocse. Più nel dettaglio il tasso di ricoveri ospedalieri per diabete in Italia è stato di 31 per 100.000 abitanti, ben al di sotto della media Ocse di 102. Come si è visto per altre patologie croniche, i ricoveri per diabete sono diminuiti in quasi tutti i Paesi sia prima che durante la pandemia. La diminuzione media nei Paesi Ocse è stata del 19% tra il 2011 e il 2019 e del 17% tra il 2019 e il 2021. Durante la pandemia, la riduzione è stata maggiore in Messico e in Polonia, potenzialmente a causa della riduzione del ricorso ai servizi sanitari in diversi contesti.
Giovanni Rodriquez