L'inquinamento atmosferico rappresenta una "minaccia significativa" per la salute globale. I livelli di inquinamento del 2021 sottraggono 2,3 anni all'aspettativa di vita media globale, al pari dell'impatto sull'aspettativa di vita dovuto all'uso del tabacco e più grave dell'Hiv/Aids o delle carenze nutrizionali. Un pericolo è esacerbato in alcune regioni del mondo come l'Asia e l'Africa.
Questo quanto emerso dal rapporto dell'Energy Policy Institute (Epic) dell'Università di Chicago sulla qualità dell'aria globale.
Nonostante ciò, i fondi stanziati per la lotta contro l'inquinamento atmosferico rappresentano solo una piccola parte di quelli destinati, ad esempio, alle malattie infettive, sottolinea il rapporto.
Per quanto riguarda l'Italia, si segnala come l'inquinamento rimanga elevato in aree come la Pianura Padana. A Milano, la città con il più alto tasso di inquinamento dell'Europa occidentale, i residenti guadagnerebbero 1,6 anni se i livelli di inquinamento da particolato fossero ridotti in modo da soddisfare le linee guida dell'Oms.
Nonostante la concentrazione globale di inquinamento da particolato sia rimasta relativamente costante negli ultimi due decenni, dal 2013 le tendenze si sono differenziate in diverse regioni. L'Asia meridionale, in particolare l'India, il Pakistan e il Bangladesh, ha visto aumentare in modo significativo i livelli di inquinamento, con i residenti di questa regione che ora sono sulla buona strada per perdere 5,1 anni di aspettativa di vita rispetto al caso in cui i livelli di inquinamento dovessero soddisfare le linee guida dell'Oms.
Al contrario, la Cina ha ottenuto notevoli successi nella lotta all'inquinamento da quando ha dichiarato una "guerra all'inquinamento" nel 2014, riducendo i livelli di inquinamento del 42,3% dal 2013 al 2021 e allungando potenzialmente l'aspettativa di vita media di 2,2 anni.
L'analisi evidenzia anche l'iniqua distribuzione dell'onere dell'inquinamento e gli strumenti necessari per combatterlo. In Bangladesh, il Paese con i livelli di inquinamento più elevati, i residenti perderanno in media 6,8 anni di vita a causa di livelli di inquinamento non conformi alle linee guida dell'OMS. Negli Stati Uniti, invece, i residenti perdono in media solo 3,6 mesi.
Gli americani respirano un'aria molto più pulita grazie a politiche forti, costruite su una base di dati, informazioni e sostegno. Molti dei Paesi più inquinati oggi non hanno queste basi. Ad esempio, solo il 6,8% e il 3,7% dei governi di Asia e Africa, rispettivamente, generano dati sulla qualità dell'aria completamente aperti e utilizzabili dal pubblico, rispetto al 69,2% di Europa, Stati Uniti e Canada. Come risultato di questa debole base, esiste una disparità significativa tra le regioni con il maggior carico di inquinamento da particolato (Asia e Africa) e l'esistenza di standard nazionali di qualità dell'aria. Mentre l'Asia e l'Africa contribuiscono al 92,7% degli anni di vita persi a livello globale a causa dell'inquinamento, solo il 35,6% e il 4,9% dei Paesi di queste regioni hanno stabilito standard nazionali di qualità dell'aria, rispettivamente.