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Sanità e logistica. I manager: "Troppe norme. Si lavora male"


Per il 65% degli intervistati è questo il maggior timore emerso dall’indagine annuale di Ups, “Pain in the (Supply) Chain”, condotta su un campione internazionale di dirigenti del settore. Al secondo posto si è classificata la gestione dei costi e, a seguire, preoccupano la sicurezza e l’integrità dei prodotti.

10 OTT - Nonostante la crisi oltre 8 aziende sanitarie su 10 hanno pianificato investimenti per espandersi in nuovi mercati e sviluppare nuove tecnologie. Secondo i risultati della quinta indagine annuale “Pain in the (Supply) Chain” di Ups, in tutto il mondo i dirigenti del settore sanitario stanno, conseguentemente, investendo nelle rispettive supply chain (gestione della catena di distribuzione) in vista di una continua crescita globale, con diverse preoccupazioni legate principalmente al crescente numero di normative e alle riforme sanitarie.

L’indagine di Ups, condotta da Tns, riflette le opinioni di un campione di top dirigenti delle supply chain di aziende del settore farmaceutico, biotecnologico e delle apparecchiature medicali negli Stati Uniti, in Europa occidentale, in Asia e in America Latina.

Secondo il 65% degli intervistati, dunque, la conformità alle normative è vista come la preoccupazione principale che investe specificatamente la supply chain, al secondo posto si è classificata la gestione dei costi (60%), mentre, sono salite al terzo posto nella classifica dei timori la sicurezza e l’integrità dei prodotti, citate dal 57% degli intervistati.

“Negli ultimi anni i problemi relativi alla compliance ed alla gestione dei costi hanno rappresentato delle costanti per i responsabili della supply chain del settore sanitario, mentre sono aumentate le preoccupazioni relative alla sicurezza e alla tutela del prodotto - ha affermato Scott Szwast, healthcare segment marketing director di Ups - sebbene queste aree siano da sempre di primaria importanza per il settore, le aziende possono trarre benefici dall’analisi di strategie basate, ad esempio, su una maggiore collaborazione, sull’adozione di supply chain di segmento e di modelli e tecnologie innovativi”.


Negli ultimi cinque anni tra le aziende operanti nel settore sanitario ha dominato soprattutto la tendenza volta alla crescita a livello globale attraverso l’espansione in nuovi mercati ogni anno. La crescente globalizzazione ha suscitato nei dirigenti del settore sempre maggiori timori relativamente alla tutela dei propri prodotti e della proprietà intellettuale. Le questioni relative alla tutela dei prodotti includono sia la sicurezza degli stessi che la questione di un loro eventuale danneggiamento o deterioramento, mentre quelle relative alla tutela della proprietà intellettuale non hanno smesso di acuirsi negli ultimi tre anni.

I dati a cinque anni emersi dall’indagine hanno messo, infine, in luce alcune “costanti” del settore che hanno continuato nel tempo ad impegnare i dirigenti della supply chain sanitaria. In cima alla classifica di tali costanti risultano proprio le questioni relative alla gestione dei costi e alla conformità alle normative.
 

10 ottobre 2012
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