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Le competenze dell’infermiere nella gestione dei pazienti oncoematologici: il progetto EMATONurse


Valorizzare il ruolo dell'infermiere in ambito oncoematologico può avere risvolti positivi sia a livello di pressione su medici e strutture sanitarie sia a livello di assistenza ospedaliera e domiciliare a pazienti e caregivers. IL DOCUMENTO

28 FEB - Fornire linee di indirizzo alle strutture ospedaliere per ridefinire al meglio il ruolo dell'infermiere nei reparti di oncoematologia e in assistenza domiciliare è stato l'obiettivo del Progetto EMATONurse, sostenuto incondizionatamente da Roche, che ha portato alla redazione di un documento condiviso da oncologi specializzati nella cura dei linfomi, infermieri dei reparti di oncoematologia, farmacisti ospedalieri e rappresentati delle associazioni pazienti.

Agli incontri che, nell’arco di alcuni mesi hanno portato alla definizione del documento, hanno partecipato, per i clinici, Carlo Visco, Professore associato Dipartimento di Medicina, Sezione di Ematologia - AOUI Verona e membro del Direttivo Fil – Fondazione italiana linfomi, Luigi Rigacci, Direttore - A.O.S. Camillo-Forlanini - U.O. di Ematologia e Trapianti di Cellule Staminali, Direttivo Fil, Alessandra Tucci, Responsabile di struttura - ASST-Spedali Civili di Brescia – SC Ematologia. Per gli infermieri, Giuliana Nepoti, Responsabile GIFIL (Gruppo Infermieristico Fondazione Italiana Linfomi), Laura Orlando, Ospedale San Giovanni EOC - Bellinzona,infermiere coordinatore clinico e Quality Manager del Programma Terapie Cellulari, Jessica Germanò, Grande Ospedale Metropolitano Bianchi Melacrino Morelli – Reggio Calabria, Stefano Botti SC Ematologia Azienda usl - Irccs di Reggio Emilia. Per le Associazioni Pazienti, Davide Petruzzelli, Presidente “La lampada di Aladino Onlus” e Coord. Naz. FAVO per le Neoplasia ematologiche, Stefano Camanini, Rappresentante pazienti Ail – Associazione italiana contro le leucemie-Linfomi e Mieloma e Melania Quattrociocchi, Patient Advocacy Ail. Per i Farmacisti ospedalieri, Alessandro D’Arpino, Direttore Farmacia – Azienda Ospedaliera di Perugia.

La discussione che ha portato alla stesura del documento, fruibile dai reparti di oncoematologia, ha fatto emergere innanzitutto la necessità di implementare una formazione 'professionalizzante' specifica per patologia, anche per l'infermiere. Allo stato attuale, comunque, la formazione in reparto resta centrale, con l'infermiere che deve avere competenze su tutte le fasi del processo di somministrazione dei protocolli terapeutici.

Il documento raccoglie anche raccomandazioni pratiche su come gestire la somministrazione delle terapie, con particolare attenzione all'eventuale presentazione di eventi avversi. Ampio spazio, infatti, è stato dato alla gestione del percorso clinico-assistenziale, dalla presa in carico alla dimissione del paziente, che dovrebbe essere accompagnata anche da una lettera di dimissioni infermieristica, fino all'assistenza domiciliare.
Infine, sono stati raccolti i desiderata dei pazienti che, tramite le associazioni che li rappresentano, hanno evidenziato la necessità di essere resi co-protagonisti del loro percorso di cura.
 
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28 febbraio 2022
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