Quotidiano on line
di informazione sanitaria
24 NOVEMBRE 2024
Studi e Analisi
segui quotidianosanita.it

Intervento Bypass Aortocoronarico: mortalità a 30 giorni (media esiti Italia 2,49%)


02 OTT - Rispetto allo scorso anno l’indicatore è stato modificato e fa riferimento agli esiti del biennio 2011-2012. L’intervento by-pass aorto-coronarico (Bpac) consiste nella sostituzione del tratto dell’arteria cronarica compromesso da una lesione aterosclerotica , attraverso l’innesto di un segmento di vaso che permette di aggirare l’ostruzione. È indicato per alleviare i sintomi anginosi, quando questi resistono alla terapia medica, e dà risultati migliori delle cure mediche nel prolungare la sopravvivenza dei pazienti con malattia coronarica avanzata.
I rischi potenziali sono essenzialmente condizionati da fattori legati allo stato generale di salute del paziente (che riguardano un 5% dei pazienti trattati), ma si stima che in un paziente in buone condizioni generali e senza gravi malattie il rischio di decesso sia intorno al 2%. È peraltro una procedura molto diffusa e poco rischiosa, tanto che è l’intervento cardochirurgico più eseguito al mondo e la mortalità a breve termine può rappresentare quindi un ottimo indicatore della qualità dell’attività delle strutture di cardiochirurgia.
L’esito a breve termine può rappresentare un buon indicatore di qualità dell’attività della strutture di cardiochirurgia. La valutazione è relativa al Bpac isolato, cioè non associato ad altri selezionati interventi cardiochirurgici o ad endoarteriectomia. La scelta di considerare gli interventi isolati è legata al fatto che sia il livello di mortalità sia i fattori di rischio sono diversi nel caso degli interventi associati. (VEDI TABELLA)
 
 
L'analisi. Il dato di mortalità a 30 giorni per intervento Bypass Aortocoronarico (media esiti Italia 2,49%) rileva uno scenario variegato con eccellenze tutte concentrate nelle Regioni del Nord e del Centro Italia: spiccano nel Nord per  esiti di tutto rispetto l’Irccs Pr Monzino di Milano che ha lavorato così bene da azzerare la mortalità, l’AO Civile S. Antonio e Biagio di Alessandria (0,2), il San Raffele e il Niguarda di Milano (rispettivamente con 0,4% e 0,6% di mortalità). Al Centro si distingue il San Camillo Forlanini di Roma con una mortalità dello 0,5%.
Lo scenario diventa invece a tinte fosche nel Sud: ben sei strutture campane, capitanate dall’Azienda ospedaliera S. Anna e S. Sebastiano di Caserta, con un dato ben 6 volte sopra la media (14,8%, presentano dati preoccupanti. In Sicilia il Po V Emanuele di Catania e l’Aou Giaccone di Palermo hanno una mortalità del 6,5 e del 6%.
Ma anche la virtuosa Lombardia ha la sua macchia: le cliniche Gavezzani di Bergano hanno una percentuale di mortalità quasi doppia rispetto alla media nazionale (5,9%).

02 ottobre 2013
© Riproduzione riservata

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy