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Assobiomedica: “Bene Esiti, ma bisogna migliorare l’accesso a prestazioni e cure”


03 OTT - “Il Programma esiti del Ministero della salute e Agenas è un ottimo punto di partenza per analizzare lo stato del Servizio sanitario nazionale, ma deve essere anche un punto di partenza per migliorare i servizi offerti ai cittadini e non restare solo una fotografia dello stato degli ospedali italiani”. Ad affermarlo il presidente di Assobiomedica, Stefano Rimondi, commentando i nuovi risultati del Programma nazionale di valutazione esiti (Pne) presentato oggi a Roma.

Secondo Assobiomedica, infatti, “la politica sanitaria che si sta delineando con tagli alle risorse finanziarie e umane non può invece che condurre a difficoltà crescenti per i cittadini nell’accesso alle prestazioni, nella riduzione di fatto dei LEA, nello scadimento qualitativo delle indagini cliniche e delle cure. Lo dimostra anche la recente esperienza del senatore Ignazio Marino al pronto soccorso delle Molinette di Torino, riportata da La Stampa nei giorni scorsi”.
 
“È sempre più evidente il rischio di un collasso del sistema con conseguenze sociali ed economiche incalcolabili – ha proseguito il presidente Rimondi - fenomeno che sta esplodendo anche per effetto dei provvedimenti adottati nel biennio 2011-2012. Pensare che la salute pubblica possa essere tutelata tagliando la spesa è un errore gravissimo. È vero che la buona sanità costa, ma si dimentica la realtà: la spesa per la sanità è un investimento, destinato a crescere e a diventare però sempre più decisivo per lo sviluppo economico di un paese; le risorse vanno reperite all’interno del servizio, eliminando sprechi e inefficienze grazie all’appropriatezza clinica e organizzativa, separando la gestione dalla cattiva politica, recuperando le dispersioni di danaro causate dalla diffusa illegalità”.

Secondo Assobiomedica “è significativo, per capire quanto sia falsa l’affermazione che si spende troppo per la salute, valutare l’incidenza delle entrate totali italiane sul Pil in rapporto ai principali paesi  europei ( Germania, Francia, Spagna e UK) e verificarne la destinazione alla voce sanità. Ebbene il primo confronto vede il nostro Paese secondo per gettito fiscale e contributivo dietro la Francia, ma addirittura ultimo per gli impieghi in sanità di quelle risorse. L’investimento in sanità deve essere obiettivo prioritario, pari a quello in istruzione formazione e ricerca”.
 

03 ottobre 2012
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