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Cergas. Il governo clinico per rispondere ai bisogni dei malati cronici


13 GIU - Nei Paesi industrializzati, l’87% delle cause di morte è legato a patologie croniche. In Italia, secondo l’Istat (2010), il 38,6% della popolazione soffre di almeno una malattia cronica (23,4 milioni di persone) e il dato aumenta sproporzionatamente tra gli ultra-sessantacinquenni (l’86,4% ha una patologia cronica). Con il progressivo invecchiamento della popolazione italiana è inevitabile l’impatto di queste patologie sul Ssn: i risultati del Rapporto Farmafactoring del 2011 hanno chiaramente messo in evidenza come la spesa pro-capite dei pazienti cronici è circa quattro volte quella dei non-cronici. Come far fronte a questa emergenza? Secondo Elio Borgovoni, presidente del Cergas Bocconi, la risposta è nel governo clinico.

Intervenendo oggi alla presentazione del Rapporto Farmactoring 2011, Borgovoni ha spiegato che la cura efficace delle patologie croniche richiede investimenti in prevenzione, continuità terapeutica e attento monitoraggio. Poiché parliamo di pazienti anziani, un approccio olistico, come quello che può fornire il medico di famiglia è l'ideale. E poiché si tratta di patologie dalla complessità medio-bassa, si possono applicare procedure standardizzate: i cosiddetti strumenti di governo clinico come i percorsi/protocolli diagnostico-terapeutico assistenziali (Pdta).

Se dal punto di vista del regolatore esiste una certa consapevolezza in merito a queste questioni – gli strumenti di governo clinico sono stati introdotti e disciplinati dal D.lgs. 502/92 (art.8) - quanto queste esigenze siano state trasformate in attività pratiche ad oggi è la domanda a cui cerca di rispondere il Centro di ricerca della Bocconi.

Dalla ricerca del Cergas emerge che la patologia a cui è associato il maggior numero di strumenti per il governo clinico applicati alla Medicina Generale è il diabete: circa l’80% delle Asl hanno predisposto un Pdta completo ad hoc. Lo scompenso è oggetto di percorsi completi nel 40% delle Asl, mentre ipertensione e depressione si fermano rispettivamente al 20% e al 25%. La patologia in assoluto meno presidiata è l’obesità, per la quale è proposto un Pdta solo nel 7% dei casi. Tendenzialmente, le regioni più attive con riferimento all’utilizzo degli strumenti di governo clinico sono quelle dell’Italia centrosettentrionale.

I pazienti cronici sono anche quelli che necessitano di una maggiore presa in carico da parte del medico di famiglia: i contatti tra medico e paziente aumentano tra il 10% e il 56% a seconda della malattia. E la presenza di uno strumento di governo influenza il numero di contatti tra medico e paziente (proxy della qualità, o almeno, dell’intensità della presa in carico), oltre a introdurre una maggiore omogeneità di trattamento, ma non ha effetti rilevanti sulla spesa. In particolare, ciò appare più vero in relazione a diabete, ipertensione e scompenso, classici “target” di strumenti di governo clinico, meno con riferimento alle “nuove” patologie croniche (depressione e obesità), solo di recente oggetto di attenzione da parte delle ASL attraverso degli strumenti di governo clinico.
 

13 giugno 2012
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