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La sanità può essere un traino della crescita? La tavola rotonda al Forum PA


18 MAG - La ricerca del Ceis presentata da Federico Spandonaro ha introdotto una tavola rotonda che aveva come tema le “Partnership anticrisi. Le soluzioni della politica dl farmaco per realizzare la sanità del futuro”.

A moderare il confronto il direttore di Quotidiano Sanità Cesare Fassari, che ha sottolineato come la ricerca metta in evidenza diversi elementi critici: l’interesse marginale del sistema sanità verso la ricerca; le fragilità del federalismo “all’italiana”; la scarsa collaborazione tra gli attori del sistema, ovvero industria, amministratori del Ssn, sanità privata, politica nazionale e regionale.

“Eppure la sanità potrebbe essere davvero una ‘grande opera’ – ha concluso Fassari, passando la parola ai partecipanti – capace di contribuire alla ripresa del Paese”.

Tesi condivisa dal senatore Stefano De Lillo (Pdl), che si è detto sicuro del fatto che, malgrado la situazione di grave crisi “la spesa farmaceutica non si potrà comprimere più di quanto non sia stato fatto”, salvo forse riservando una maggiore attenzione all’appropriatezza della spesa farmaceutica ospedaliera.

Giovanni Monchiero, presidente Fiaso, ha poi rilanciato il tema della sanità come volano dello sviluppo: “Le classifiche internazionali riconoscono la qualità della nostra sanità, quindi possiamo pensare di vendere il nostro know-how, perché l’eccellenza si vende sempre, anche in tempi di crisi”. E, proprio parlando di crisi, il presidente Fiaso ha voluto sottolineare come finora le politiche di contenimento della spesa farmaceutica non abbiano influito in modo sensibile sulla qualità dei servizi offerti agli utenti. “Ma per il futuro la situazione sarà più rischiosa – ha aggiunto Monchiero – e per questo dobbiamo chiedere all’Aifa più severità nella certificazione di farmaci innovativi, ma anche che poi non restino bloccati dai ritardi e dalle difficoltà economiche regionali”.

Vittorio Messori, membro del Comitato Aifa prezzi e rimborsi ora in via di rinnovo, ha indirettamente risposto, illustrando le criticità del meccanismo Aifa di valutazione dell’innovazione. “Per completare la valutazione dei farmaci, avremmo bisogno di dati sugli out come, mentre attualmente la tracciabilità di un dato farmaco o presidio non arriva fino al dettaglio del singolo paziente, come hanno recentemente dimostrato i casi delle protesi al silicone”. Per risolvere questa carenza informativa Messori ha formulato due ipotesi: la trasmissione di informazioni più dettagliate da parte delle aziende sanitarie e ospedaliere o la creazione di registri degli utilizzatori di particolari farmaci o presidi, che consentano di migliorare quindi il processo di valutazione.

In modo molto duro, Leonardo Giorni, responsabile delle Politiche del farmaco della Regione Toscana e anch’egli membro del Comitato Aifa prezzi e rimborsi, ha riportato la discussione al tema cruciale della partnership, della collaborazione trai diversi soggetti interessati alle scelte in materia di farmaci. “Organizziamo feste da ballo, ma siamo sul Titanic” ha detto Giorni per rappresentare la drammaticità della crisi che quindi, ha sottolineato, non consente più ambiguità di atteggiamenti. Giorni in particolare ha denunciato alcuni comportamenti “di protezione” dell’industria farmaceutica, che, ostacolando ad esempio il ricorso ai biosimilari o sollecitando il consumo di farmaci costosi anche non necessari, non consentono di liberare risorse verso i farmaci realmente innovativi.

E, restando in materia di risparmi, Piero Ceccarelli, DG dell’azienda unica delle Marche membro di Federsanità, ha rimarcato come l’efficientamento possa ancora produrre risparmi, ma queste “due lire risparmiate devono essere spese su un risultato concreto, tangibile”, che quindi dia motivazioni sia agli operatori che ai cittadini.

Le criticità nelle politiche del farmaco sono ovviamente subite dai cittadini e dunque registrate dalle associazioni. “Nei nostri Rapporti – ha detto Vittorino Ferla di Cittadinanzattiva – rileviamo le difficoltà dei cittadini ad accedere ai farmaci innovativi. Ci sono casi in cui tra la delibera Aifa e la registrazioni regionali trascorrono almeno 15 mesi”.

Concludendo la tavola rotonda, l’onorevole Luciana Pedoto (PD) ha voluto sottolineare la necessità di restituire un ruolo di decisione al Parlamento: “Il Parlamento deve mettersi in condizione di ascolto, per poter poi essere ascoltato e deve tornare ad essere il luogo in cui si compiono le scelte per il Paese. Se occorrerà tagliare su beni e servizi, la scelta di dove tagliare deve essere presa da Governo e Parlamento insieme, ovviamente dopo aver ascoltato attentamente le Regioni. Questo – concluso Pedoto – per difendere la nostra sanità che non è solo una spesa, ma anche una risorsa che genera innovazione lavoro e ricchezza”.

E. A.

18 maggio 2012
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