"Qualcuno mi accusa di voler privatizzare la sanità. Non ha capito come sono fatto io. Io non voglio privatizzare nulla: ho sempre lavorato nel pubblico. Non avrei mai accettato l'incarico che ricopro se qualcuno mi avesse detto che avrei dovuto privatizzare il servizio sanitario. E - lo preciso - nessuno me lo ha mai chiesto. Il servizio sanitario sanitario è un modello per tanti altri Paesi e noi puntiamo a migliorarlo mettendo al entro il cittadino".
Così il ministro della Salute Orazio Schillaci intervenendo alla presentazione dell'annuale Rapporto civico sulla salute di Cittadinanzattiva, a Roma.
"Dobbiamo avere un sistema più efficiente e tappare il serbatoio che è pieno di buchi, ma non dobbiamo sprecare semplicemente l'acqua. I buchi, a volte, sono all'incapacità organizzativa: ancora oggi, se andiamo a vedere, quando alcune Regioni chiedono più soldi per le liste d'attesa non hanno speso neppure quelli che hanno ricevuto dal governo precedente. Le liste d'attesa - ha proseguito - sono la dimostrazione che i fondi sono una variabile importante ma inefficace se non affiancata alla capacità di spendere quelle risorse per la salute dei cittadini".
Secondo il ministro c'è la necessità di "migliorare e avere più soldi, ma i soldi vanno spesi meglio e bisogna avere una tracciabilità di chi li spende, come li spende e per che cosa li spende. Ci sono tante criticità, ma anche punti di forza nei sistemi sanitari regionali".
"Io ho fatto un passo indietro quando hanno voluto controllare - ha aggiunto - ma sulle liste d'attesa le Regioni ora devono controllare di più: non è pensabile che si fissino visite dermatologiche a 4 anni. Dal rapporto emerge un dato su cui riflettere: la rinuncia alle cure per motivi economici è diminuita mentre è raddoppiata quella per le liste d'attesa. Ciò mostra che quando abbiamo fatto il decreto liste d'attesa avevamo ragione".