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Fnomceo: “Su salute Italia spaccata in due, dare ruolo forte a Ministero e investire risorse”


21 GIU - "È il momento di attribuire un ruolo forte al Ministero della Salute, con risorse dedicate ad appianare le disuguaglianze di salute che dividono il nostro Paese”.

Parola di Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, che così commenta i risultati del rapporto “Le Performance Regionali” del Crea – Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità, presentato questa mattina a Roma. Otto le Regioni promosse, di cui solo Veneto, Trento e Bolzano con lode. Sette quelle rimandate e sei le bocciate, in base a una valutazione su sei dimensioni che vanno dall’appropriatezza e l’equità delle cure agli aspetti economico-finanziari e all’innovazione.

“Il Rapporto Crea Sanità sulle performance regionali – spiega Anelli – ci dà, chiaramente e in maniera drammatica, il quadro di un’Italia spaccata in due, con 29 milioni di italiani, residenti nelle otto Regioni in alto nella classifica, che godono di una buona assistenza sanitaria, e altrettanti, quasi tutti nelle Regioni del Centro-Sud, che potrebbero incontrare serie difficoltà nell’accesso alle cure”.

“Soprattutto in vista della riforma per l’autonomia differenziata – aggiunge – è fondamentale ripianare tali disuguaglianze. Sinora le Regioni, a 22 anni dalla Riforma del Titolo V, non ci sono riuscite. È quindi il tempo di rafforzare il ruolo centrale del Ministero della Salute. E di dedicare una percentuale del Fondo sanitario nazionale a colmare le differenze, in modo da far partire le Regioni tutte dalla stessa linea. Altrimenti, le differenze non faranno che acuirsi, con una frattura che causerà il crollo del nostro Servizio sanitario nazionale”.

“Anche il II Rapporto sul Sistema sanitario italiano – prosegue Anelli –  ‘Il termometro della salute’, redatto da Eurispes ed Enpam, e presentato sempre stamattina, accende un riflettore sul fenomeno della mobilità sanitaria, che porta i cittadini a ‘emigrare’, per curarsi, verso strutture pubbliche di altre Regioni, per ottenere prestazioni non erogabili nel territorio di residenza a causa dei deficit. Si innesta così un circolo vizioso, per cui le Regioni in difficoltà devono pagare le prestazioni a quelle in condizioni migliori, che possono così contare su risorse extra da investire in strutture e personale, a beneficio dei cittadini residenti. Il gap tra Regioni, così, si amplia ulteriormente”.

“Infine – conclude Anelli – il XX Rapporto Osservasalute 2022, curato dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, e presentato sempre oggi, evidenzia come la mortalità evitabile riconducibile ai servizi sanitari sia quasi il doppio in Campania rispetto a quella registrata nella Provincia autonoma di Trento. È nostro dovere porre fine a queste ingiustizie, che rinnegano i principi costituzionali di tutela della salute, di uguaglianza, di garanzia dei diritti fondamentali. Che sconfessano i principi di equità, uguaglianza, universalità, solidarietà messi a fondamento del nostro Servizio sanitario nazionale”.

21 giugno 2023
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