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Coronavirus. Anaao Sicilia alla Regione: “Subito tamponi, mascherine e alloggi per i medici”

Il segretario regionale Toni Palermo scrive a Musumeci, all’assessore Razza e alla Protezione Civile nazionale e regionale. “L’esperienza delle ultime settimane sta insegnando che un ospedale può trasformarsi in uno spaventoso amplificatore del contagio da COVID 19. La reiterata mancanza di dispositivi di protezione individuali, fra l’altro già un problema nazionale, non può diventare la causa dell’insuccesso di una organizzazione che il mondo ci invidia”.

27 MAR - “L’esecuzione di tamponi a tutto il personale sanitario, la fornitura di dispositivi di protezione individuale anche per gli operatori sanitari non direttamente impegnati in reparti COVID 19, ma comunque indirettamente coinvolti e l’immediata assegnazione (come previsto dal decreto legge n. 70 del 17 marzo 2020) in favore del personale sanitario di alloggi (abitazioni private, B&B, alberghi), da utilizzare a fine turno, per scongiurare la diffusione del contagio all’interno del proprio nucleo familiare”. A chiederlo è il segretario regionale dell’Anaao Assomed Sicilia, Toni Palermo, in una lettera inviata oggi a nome dei dirigenti ospedalieri siciliani, al presidente della Regione Nello Musumeci, all’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza e alla Protezione Civile nazionale e regionale.

“L’esperienza delle ultime settimane sta insegnando che un ospedale può trasformarsi in uno spaventoso amplificatore del contagio da COVID 19 – scrive Palermo - soprattutto se la malattia viene portata da un paziente (asintomatico) per il quale non appare alcun rischio correlato. La reiterata mancanza di dispositivi di protezione individuali, fra l’altro già un problema nazionale, non può diventare la causa dell’insuccesso di una organizzazione che il mondo ci invidia”.

“Dagli studi effettuati –prosegue i segretario Anaao Sicilia - si evince, inoltre, che il personale medico che presta servizio nelle aree non riservate alla cura del COVID 19 è quello maggiormente esposto al contagio, proprio perché (erroneamente) è meno protetto. Ciò comporta che, proprio nel momento del massimo bisogno –ammonisce il segretario regionale Anaao- la collettività venga privata dei soggetti più qualificati ad affrontare la drammatica epidemia che sta affliggendo il nostro paese”.

Per Palermo la mancanza di dispositivi di protezione individuali nelle strutture sanitarie “condanna, inevitabilmente, il personale che vi lavora all’interno a contrarre la malattia, divenendo così fonte di contagio per gli utenti e le loro famiglie”.


Per questo l’Anaao Sicilia chiede “con forza, che le autorità regionali (di cui si apprezzano le iniziative già intraprese, che hanno portato al raddoppiamento dei posti di rianimazione e malattie infettive) chiedano ed ottengano una equa e razionale distribuzione degli stessi in tutto il territorio nazionale e non permettano che il personale sanitario dell’isola venga condannato al contagio".

In particolare, il segretario Palermo cita un passaggio di una lettera ricevuta da una azienda Ospedaliera (a seguito delle molteplici richieste), nella quale si comunica che “l’acquisto e la distribuzione dei dispositivi di protezione individuale è stata demandata alla Protezione civile che ha altresì provveduto alla requisizione di detti dispositivi dalle strutture che le detenevano”.
 
Pertanto, conclude Palermo, “l’Anaao Assomed regione Sicilia, facendo tesoro di quanto già sperimentato tragicamente nel nord Italia, chiede un riscontro in tempi brevissimi (considerato l’alto numero di contagiati), al fine comune di aiutare gli operatori sanitari a combattere proficuamente la drammatica emergenza in corso”.

27 marzo 2020
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