Cefalù. Regione cofinanzia laboratorio di ricerca della Fondazione Giglio
Il progetto su “Innovazione in Radioterapia e Chirurgia Mini-invasiva” è stato presentato dalla Fondazione Giglio al Ministero dello Sviluppo economico ottenendo un finanziamento di 27 milioni di euro. La Giunta regionale ha approvato un un coofinanziamento di 828 mila euro. Albano: “Questo progetto cambierà volto istituto. Grazie alla Giunta per la grande sensibilità”.
03 GEN - “Ringrazio il presidente della Regione Siciliana
Nello Musumeci e l’assessore regionale alle attività produttive
Mimmo Turano per la condivisione del progetto di ricerca e sviluppo ‘InRadioChir’ della Fondazione Giglio che cambierà il volto dell’Istituto”. Lo ha detto il presidente della Fondazione Giglio,
Giovanni Albano, commentando l’approvazione da parte della Giunta regionale di un coofinanziamento di 828 mila euro.
“E’ questo un’ulteriore atto di grande sensibilità del Governo regionale - ha sottolineato Albano - per la riqualificazione dell’offerta sanitaria e l’innovazione nella medicina personalizzata in oncologia”.
Il progetto su “Innovazione in Radioterapia e Chirurgia Mini-invasiva” è stato presentato dalla Fondazione Giglio al Ministero dello Sviluppo economico ottenendo un finanziamento di 27 milioni di euro.
“Amplierà - ha aggiunto il presidente Albano - le attività dell’Istituto con la ricerca sulle biotecnologie e con investimenti in alta tecnologia. Non di meno darà, a tanti giovani ricercatori, l’opportunità di lavorare in Sicilia”.
Il laboratorio di biotecnologie sarà intitolato a Valeria Solesin, ricercatrice uccisa nell’attentato del Bataclan di Parigi nel novembre 2015.
Gli investimenti consentiranno di sperimentare nuovi protocolli diagnostici in medicina nucleare e terapeutici mini-invasivi sia in radioterapia che in chirurgia.
Tra le dotazioni tecnologiche previste: un modulo Pet integrato ad una Risonanza Magnetica di 3 Tesla (unica nel sud Italia), l’implementazione di attività di radioterapia con l’acquisizione di un acceleratore lineare integrato ad un risonanza magnetica di 1,5 Tesla (presente in pochi centri internazionali), attraverso cui è possibile effettuare una personalizzazione del trattamento quotidiano, di un sistema robotico per la sala operatoria. E, infine, l’implementazione di infrastrutture come il laboratorio di genetica molecolare e un laboratorio di anatomia patologica digitalizzato.
03 gennaio 2019
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