Appropriatezza. Smi: “In atto una strategia di distrazione di massa. Si usa come alibi per tagliare”
Questi alcuni dei messaggi e le proposte emerse, oggi, nel corso del convegno organizzato dal Sindacato dei Medici Italiani a Catania. Onotri: “Invece di subire le strategie di distrazione di massa come quella sulle prescrizioni chiediamo che non si indugi oltre nell'immobilismo sia nella rimodulazione della rete ospedaliera, sia nella riqualificazione dei punti nascita e nella ineludibile riconversione dei piccoli ospedali”.
16 APR - Basta con gli alibi, con le "armi" di distrazione di massa come quella dell'appropriatezza prescrittiva, si taglino gli sprechi e allo stesso tempo si ponga fine alle politiche di razionamento delle risorse. Questi i messaggi e le proposte emerse, oggi, nel corso del convegno organizzato dal Sindacato dei Medici Italiani: "l'alibi dell'appropriatezza prescrittiva per coprire i veri sprechi della sanità" a Catania (Hotel Baia Verde), e discusse con i numerosi ospiti politici presenti:
Antonio Scavone, Commissione Igiene Sanità del Senato,
Giuseppe Berretta, Commissione Giustizia, e
Giovanni Burtone, Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, quindi per l'Assemblea Regionale siciliana i deputati
Giuseppe Di Giacomo (Presidente della Commissione Sanità)
Nello Musumeci e
Concetta Raia. I lavori, moderati dal giornalista Giuseppe
Lanzaro Danzuso, sono stati aperti con i saluti istituzionali di
Angelo Villari, assessore al Welfare e delegato del sindaco di Catania,
Massimo Buscema, Presidente Ordine dei Medici e Odontoiatri di Catania, Enzo Bianco e di
Giuseppe Giammanco, Direttore Generale ASP3-Catania. Quindi con le introduzioni del segretario e presidente regionale dello Smi,
Paolo Carollo e
Rosalba Muratori e hanno visto la partecipazione di
Antonio Maritati, Vice Coordinatore SISAC
, Nino Rizzo, Responsabile Commissione Appropriatezza Prescrittiva Ordine dei Medici di Catania,
Antonio Puliatti, avvocato,
Sandro Tumino, Medico di assistenza primaria (Ragusa) ed
Enzo Scafuro, Responsabile settore Convenzionata di Medicina Generale dello Smi.
Prima della tavola rotonda sono state presentate due relazioni tecniche sui temi del confronto a cura di Helen Banks, del Cergas Bocconi e di
Maurizio Andreoli, del Centro Studi Smi.
Le conclusioni sono state affidate a
Pina Onotri, segretario generale Smi, che prendendo spunto dal cosiddetto "Caso Catania", che ha visto oltre 900 medici sotto controllo per una presunta inappropriatezza prescrittiva di farmaci, si è rivolta ai parlamentari presenti: "Sembra una moderna caccia alle streghe o forse un processo kafkiano: oltre 900 medici di famiglia a Catania accusati di aver prescritto troppi farmaci per l'osteoporosi, quasi la totalità dei professionisti della provincia. Come è potuto avvenire?".
"Dai controlli dell'amministrazione - denuncia - dalla successiva inchiesta e dai titoli sui giornali si trasmette, come di consueto, uno scenario fatto di reconditi e inconfessabili interessi dietro un fenomeno di tale portata, eppure la verità è che questa è solo l'ennesima brutta storia di burocratismi e regole barocche che tanto danno fanno al nostro Paese: la realtà è che questi medici hanno solo fatto diligentemente il loro lavoro a tutela dei pazienti contro una terribile malattia come è l'osteoporosi, facendo prevenzione".
"Ma il caso Catania - spiega Onotri - è sintomatico di una questione che riguarda tutto il Paese, il SSN, le risorse e il nodo dell’appropriatezza sui farmaci, ma anche per le prestazioni diagnostiche. Un tema che continua a suscitare polemiche: da un lato i medici che fanno appello alla libertà prescrittiva secondo ‘scienza e coscienza’, dall'altro le istituzioni pressate da un malinteso economicismo, che ingeriscono ripetutamente sulle scelte prescrittive con limitazioni sempre più cogenti al limite del razionamento che alimentano la conflittualità tra cittadini e medici, non solo di famiglia".
Il segretario generale Smi, punta il dito sui veri problemi: "La necessità di contenere la spesa in un contesto storico difficile che vede in questi ultimi anni una costante riduzione degli investimenti, non può tuttavia prescindere da una attenta disamina delle situazioni di inefficienza e di sprechi pur presenti all’interno del Servizio sanitario nazionale e che alimentano sacche clientelari che rimangono intoccabili. Appare limitativo e addirittura fuorviante puntare l’indice sull’appropriatezza prescrittiva, quando già numerose norme disciplinano la materia".
"Invece di subire le strategie di distrazione di massa come quella sulle prescrizioni - conclude Onotri - chiediamo che non si indugi oltre nell'immobilismo sia nella rimodulazione della rete ospedaliera, sia nella riqualificazione dei punti nascita e nella ineludibile riconversione dei piccoli ospedali, già ospedali di zona, così come nella razionalizzazione della rete dei laboratori pubblici e privati. Né si affrontano con il dovuto impegno riformatore gli altri tre aspetti qualificanti del Servizio sanitario nazionale: l’emergenza, la prevenzione e le cronicità. I tagli non servono, i risparmi e la lotta agli sprechi sì".
16 aprile 2016
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