Ddl Concorrenza. La proposta di Federfarma Palermo: “Una rete di farmacie indipendenti per proteggersi dai capitali privati”
La Rete dovrebbe fare riferimento a una Struttura nazionale. Per sostenere i costi delle aggregazioni e dei servizi i titolari di farmacia palermitani propongono di offrire ad un pool di banche la portabilità dei Pos delle farmacie: “A fronte di un enorme volume di transazioni le banche potrebbero riconoscerci uno sconto sulle commissioni che finanzierebbe la rete e anche un fondo di previdenza integrativa dei farmacisti”.
16 NOV - Dare vita, in Italia, a “una struttura nazionale - con Credifarma e Federfarma servizi pronte a collaborare - di supporto alle farmacie che, per difendersi dall’ingresso di capitali privati, sono disposte ad aggregarsi in reti indipendenti sviluppando servizi innovativi e remunerativi”. La proposta arriva dal
presidente di Federfarma Palermo, Roberto Tobia, che l’ha presentata e condivisa con i farmacisti europei e italiani in occasione del confronto promosso nel fine settimana a Palermo con il Pharmaceutical Group of European Union (Pgeu) per studiare strategie alternative alla liberalizzazione.
Per coprire i costi delle aggregazioni e dei servizi, ha spiegato Tobia, “l’idea è quella di offrire ad un pool di banche la portabilità dei Pos delle farmacie: a fronte di un enorme volume di transazioni le banche potrebbero riconoscerci uno sconto sulle commissioni che finanzierebbe la rete e anche un fondo di previdenza integrativa dei farmacisti”.
A Palermo sono intervenuti anche
Jurate Svarcaite, segretaria generale del Pharmaceutical Group of European Union,
Annarosa Racca, presidente di Federfarma,
Andrea Manfrin dell’University of Kent, e
Franco Mangano, presidente di Federfarma Sicilia.
Secondo quanto riferito da una nota di Federfarma Palermo che fa il punto sul confronto, J
urate Svarcaite, segretaria generale del Pharmaceutical Group of European Union ha evidenziano come “in Europa vi sono 164 mila farmacie visitate ogni giorno da 46 milioni di persone, ma nei Paesi che hanno applicato la liberalizzazione si sono avuti effetti opposti, cioè concentrazioni delle farmacie nelle mani di poche persone, aumento dei prezzi dei farmaci e perdita di qualità del servizio, tant’è che Ungheria, Estonia e Lettonia hanno avuto ripensamenti e spero che accada anche nel mio Paese, la Lituania. E in Gran Bretagna, Francia, Irlanda, Portogallo e Norvegia i locali sistemi sanitari pubblici hanno affidato alle farmacie quei servizi che non riescono più a fornire direttamente, perché hanno compreso l’efficacia del rapporto farmacista-cittadino”.
Anche in Italia, ha spiegato
Annarosa Racca, presidente di Federfarma, come riferito dalla nota, la sfida “è quella di sviluppare nuovi servizi che diano una remunerazione e facciano superare le attuali difficoltà economiche” che rendono le farmacie facilmente acquistabili dai privati non farmacisti “che da anni cercano di mettere le mani sul nostro fatturato”.
Uno dei nuovi servizi è la “pharmaceutical care”: lo Stato paga il farmacista per controllare le terapie dei pazienti cronici ottenendo forti risparmi sulla spesa per i farmaci e i ricoveri impropri. “Col progetto sperimentale I-Mur, nel quale 283 farmacie in 15 regioni hanno preso in carico 1.263 pazienti asmatici, la Federazione degli ordini dei farmacisti ha dimostrato allo Stato che i pazienti con asma controllata sono aumentati del 25%, l’aderenza ai piani terapeutici è cresciuta del 38% e la spesa per i farmaci si è ridotta dell’8,2%”, ricorda Federfarma Palermo. Esperienza che, secondo
Andrea Manfrin dell’University of Kent, se estesa ai 3 milioni di pazienti asmatici in Italia, porterebbe ad un risparmio per l’erario fino a 717 milioni di euro l’anno al netto della remunerazione per i farmacisti.
Le 1.440 farmacie siciliane, evidenziano ancora i titolari di farmacia palermitani, “hanno poi concretamente fatto risparmiare alla Regione il 56% sulla spesa per la dispensazione dei farmaci del “prontuario ospedale territorio” (Pht). Rispetto al 2012, quando il servizio era pubblico, la Distribuzione per conto attraverso le farmacie ha consentito, da aprile 2014 a marzo 2015, di passare da 3.826.705 confezioni erogate per una spesa di 298.501.676 euro a 3.222.576 confezioni con una spesa di 132.098.019 euro. La Dpc in Sicilia, dunque, ha ridotto il numero di pezzi distribuiti (604.129 in meno), ne ha contenuto il costo unitario da 60,89 a 39,85 euro e ha procurato un risparmio complessivo all’erario di 166 milioni di euro (-56%)”. “Motivo per cui – ha dichiarato
Franco Mangano, presidente di Federfarma Sicilia – sollecitiamo la Regione ad affidarci tutti gli altri servizi previsti dall’accordo sulla Dpc, come la possibilità per il cittadino di prenotare in farmacia visite specialistiche ed esami diagnostici e ritirare referti”.
16 novembre 2015
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