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Colpire il cancro al seno alla radice è possibile


Ricercatori dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena e dell’Università Magna Graecia di Catanzaro hanno individuato quattro sostanze in grado di impedire la proliferazione delle cellule staminali tumorali del cancro al seno: la vera sorgente del tumore.

20 LUG - È un nugolo di cellule in grado di resistere ai comuni chemioterapici e radioterapici e in grado di ricostituire il tumore a distanza di tempo. Si tratta delle cellule staminali tumorali, contro cui da tempo la ricerca tenta di mettere a punto farmaci mirati. Ora, uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’area di Medicina  Molecolare dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, in collaborazione con ricercatori dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, sono riusciti a identificare questa particolare popolazione cellulare nel tumore della mammella e individuare composti in grado di interferire con la proliferazione delle cellule.
Nello studio, pubblicato su Cell Cycle, i ricercatori dopo aver “messo in evidenza” le staminali tumorali con un colorante (Blu di Toluidina), hanno testato più di 200 composti, sia naturali sia sintetici, con l’obiettivo di identificare dei principi attivi capaci di inibire in modo specifico la proliferazione delle cellule staminali tumorali. Sono state così individuate quattro sostanze, tra cui la buteina, un antiossidante naturale, che hanno effetti solo sulle cellule staminali tumorali  mentre esplicano un’azione blanda sia sulle altre cellule tumorali non-staminali e, soprattutto, su  quelle normali.
“Abbiamo cercato prima di tutto composti che potessero colpire specificamente le cellule tumorali staminali - ha spiegato Mario Cioce ricercatore dell’area di Medicina Molecolare dell’Istituto Regina Elena -  e dopo abbiamo validato questi composti su cellule di mammella sane. In un primo screening siamo andati a cercare la specificità di azione di questi composti mentre nel secondo siamo andati a cercare sostanze che non danneggiassero anche le cellule sane”.
I risultati, secondo il team, sono molto promettenti: le quattro sostanze identificate agiscono infatti su un importante meccanismo che regola la proliferazione e trasformazione delle cellule staminali tumorali  e la loro resistenza ai farmaci. “Le cellule staminali tumorali – hanno spiegato i ricercatori -  sono così chiamate perché somigliano alle cellule staminali somatiche in quanto hanno la capacità di rigenerarsi. Tuttavia mentre le cellule staminali somatiche servono a ricostituire i tessuti durante tutta la vita di un individuo, le cellule staminali tumorali riformano il tumore. Si pensa infatti che le staminali tumorali siano responsabili delle recidive del cancro. La nostra speranza - hanno concluso - è che colpendo questa sottopopolazione di cellule, grazie all’individuazione di nuovi principi attivi in grado di eliminarle in maniera selettiva, possiamo cominciare a parlare di “cura” del tumore  rimuovendolo dalla radice e quindi privandolo della la sua capacità di ripartire”.
A.M. 

20 luglio 2010
© Riproduzione riservata

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