Covid. Lo Spallanzani “promuove” il vaccino russo Sputnik: “Sicuro ed efficace, può avere un ruolo importante nelle vaccinazioni”
L’Istituto ha analizzato i dati della letteratura scientifica internazionale sul vaccino messo a punto in Russia ma per il momento non ancora sotto esame da parte di Ema. Le conclusioni sono positive: “I dati di efficacia clinica sia in termini di protezione dalla malattia sintomatica (>90%) e dalla malattia grave (100%) sono paragonabili ai due vaccini più efficaci attualmente disponibili e si sono dimostrati omogenei in tutte le fasce di età”. LA RELAZIONE
19 FEB - Se dipendesse dallo Spallanzani il vaccino russo anti Covid Sputnik V dovrebbe essere usato subito anche in Italia considerando che è sicuro ed efficace nella stessa misura dei vaccini più efficaci attualmente a nostra disposizione e cioè quello di Pfizer-BioNTech e quello di Moderna.
E’ tutto scritto nero su bianco sul parere, datato 17 febbraio, del Gruppo di Lavoro Sperimentazioni Vaccini e Terapie Innovative dell’Istituto nazionale per le malattie infettive.
“I dati disponibili – scrivono i ricercatori - depongono per un ottimo profilo di sicurezza a breve termine. I datti di immunogenicità sono comparabili a quelli dai vaccini genetici già autorizzati per l'uso clinico e i dati di efficacia clinica sia in termini di protezione dalla malattia sintomatica (>90%) e dalla malattia grave (100%) sono paragonabili ai due vaccini più efficaci attualmente disponibili e si sono dimostrati omogenei in tutte le fasce di età”.
Da qui la conclusione: “In base a tali considerazioni si ritiene che il vaccino Sputnik V possa avere un ruolo importante nei programmi vaccinali contro SARS-CoV-2”.
Non è chiaro quanto potrà incidere ora questo parere che, benché autorevole, deve fare i conti con il permanere di un certo scetticismo a livello UE e soprattutto con il fatto che, a quanto si sa, da parte russa non c’è stata ancora una richiesta di autorizzazione all’Ema.
D’altro canto Sputnik è stato autorizzato e acquistato autonomamente dall’Ungheria, una decisione che non si può escludere possa essere presa anche da altri Paesi UE se dovessero permanere le attuali difficoltà di approvvigionamento dalle aziende fornitrici.
19 febbraio 2021
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