Hpv. Il vaccino potrebbe funzionare anche come terapia. Lo studio dell’Ao di Padova
di Endrius Salvalaggio
La ricerca sviluppata su un campione di 379 maschi HPV-positivi ha dimostrato che la vaccinazione anti-HPV si associava ad una completa eliminazione virale nell’86% dei casi. Analizzando le differenze tra guariti e non guariti, gli scienziati hanno messo in luce che questi ultimi, pur producendo anticorpi anti-HPV, presentavano un tasso anticorpale significativamente più basso, circa sette volte, rispetto ai guariti. LO STUDIO
08 GEN - Il gruppo di ricerca dell’Unità di Andrologia e Medicina Riproduzione dell’Azienda OspedaleUniversità di Padova, diretta dal Prof.
Carlo Foresta, ha dimostrato l’effetto terapeutico del vaccino anti-HPV, comunemente somministrato a scopo preventivo, che risulta strategico nel ridurre i tempi di guarigione nei pazienti già infetti. I ricercatori hanno dimostrato che l’efficacia terapeutica è legata alla capacità del vaccino di indurre gli anticorpi circolanti.
La ricerca, appena pubblicata sulla rivista scientifica internazionale Vaccines, è l’ultima di una lunga serie di studi che si sono posti l’obiettivo di comprendere i meccanismi attraverso i quali il virus, che colpisce oltre il 60% delle persone sessualmente attive, e per il quale ad oggi non esiste terapia, è in grado di indurre patologie oncologiche, infertilità di coppia e poliabortività. In questo studio, è stata dimostrata l’efficacia dell’uso terapeutico del vaccino anti-HPV, presidio attualmente utilizzato esclusivamente a scopo preventivo contro lo sviluppo dei tumori dell’orofaringe e delle vie genitali maschili e femminili, indotti da ceppi di HPV ad alto rischio.
Su un campione di 379 maschi HPV-positivi, i ricercatori padovani, guidati dal Prof.
Carlo Foresta e coordinati dal prof
Andrea Garolla e
Luca de Toni, hanno dimostrato che la vaccinazione anti-HPV si associava ad una completa eliminazione virale nell’86% dei casi. Analizzando le differenze tra guariti e non guariti, gli scienziati hanno messo in luce che questi ultimi, pur producendo anticorpi anti-HPV, presentavano un tasso anticorpale significativamente più basso, circa sette volte, rispetto ai guariti.
“Tale evidenza - spiegano i ricercatori - sottolinea come la risposta immunitaria individuale sia un fattore di fondamentale importanza per l’efficacia del trattamento vaccinale, e suggerisce come il dosaggio del titolo di anticorpi anti-HPV nel sangue rappresenti un utile strumento per monitorare la risposta al trattamento. La straordinaria importanza di questi risultati è legata alla dimostrazione che il vaccino anti-HPV rappresenta una vera strategia terapeutica, attualmente l’unica esistente, per eliminare l’infezione da HPV in soggetti a rischio di sviluppare patologie oncologiche HPV-correlate e nelle coppie infertili”.
“E’ noto che - chiarisce ulteriomente il professore Foresta – la protezione dall’infezione e verso patologie ad essa correlate dipende esclusivamente dalla capacità dei pazienti di sviluppare anticorpi circolanti contro il virus, e la protezione è tanto maggiore quanto più elevato è il tasso anticorpale. Per le persone che presentano già l’infezione, i tempi di eliminazione del virus sono mediamente di circa due anni, esponendo nel frattempo i soggetti al rischio di infertilità, poliabortività, condilomatosi e tumori HPV-correlati. La nostra scoperta consiste nell’aver dimostrato, in un campione di 379 maschi HPV-positivi, l’efficacia terapeutica del vaccino. In questi soggetti infatti, la vaccinazione terapeutica si è dimostrata in grado di indurre l’eliminazione del virus nell’86% dei casi, attraverso l’aumento del tasso di anticorpi anti-HPV circolanti”.
“Attraverso questo studio – aggiunge il Prof. Garolla - siamo riusciti a determinare un valore soglia di anticorpi circolanti in grado di determinare l’efficacia terapeutica del vaccino. Pertanto, nei casi di scarsa produzione anticorpale, è possibile ipotizzare l’impiego di un secondo ciclo vaccinale o di una dose aggiuntiva per ottenere un tasso di anticorpi in grado di garantire l’effetto curativo. La straordinaria importanza di questi risultati è data dalla dimostrazione che il vaccino anti-HPV rappresenta una vera strategia terapeutica, attualmente l’unica esistente, per favorire l’eliminazione dell’infezione in soggetti a rischio di sviluppare patologie oncologiche HPV-correlate e nelle coppie infertili. Pertanto il vaccino anti-HPV, che fino ad oggi è stato utilizzato esclusivamente a scopo di prevenzione, dopo la nostra scoperta può essere considerato una cura. Infine, è importante sottolineare che il vaccino permette di ottenere questi risultati solo in assenza di cellule neoplastiche e che non è curativo verso i tumori HPV indotti”.
Endrius Salvalaggio
08 gennaio 2021
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