La densità minerale ossea può predire l’esito della malattia renale cronica
Uno studio di coorte coreano ha fatto emergere come i valori della densità minerale ossea possano predire o associarsi a un’evoluzione negativa della malattia renale cronica. Tuttavia, notano gli autori dello studio, una dieta che favorisca un rapporto sodio/potassio equilibrato e un’adeguata attività fisica possono correggere favorevolmente questo aspetto.
21 LUG -
(Reuters Health) – Nei pazienti con malattia renale cronica (CKD) non in dialisi la densità minerale ossea può predire e associarsi a esiti terminali della patologia. Queste evidenze emergono dai dati dello studio di coorte KNOW-CKD, condotto in Corea del Sud.
Lo studio ha misurato la densità minerale ossea (BMD) della colonna lombare, dell’anca o del collo del femore tramite assorbimetria a raggi x a doppia energia e ha eseguito una classificazione in base al punteggio T: normale (punteggio T – 1,0 o più), osteopenia (- 1,0 > punteggio T > – 2,5) e osteoporosi (- 2,5 o inferiore) della colonna lombare, dell’anca o del collo del femore.
Su 2.128 adulti con malattia renale cronica (età media 54 anni; 61% di sesso maschile), il 33% presentava osteopenia e l’8% osteoporosi. Durante un follow-up mediano di 4,3 anni, si sono verificati 521 casi di malattia renale allo stadio terminale (ESRD) incidente.
Una BMD più bassa si associava a sesso femminile, età più avanzata, BMI basso, scarsa attività fisica (odds ratio = 0,62) ed elevato rapporto sodio/potassio nella dieta (1,07). Dopo l’aggiustamento, una bassa BMD si correlava a un’aumento della malattia renale allo stadio terminale incidente (HR = 1,14 per osteopenia e 1,43 per osteoporosi).
“Abbiamo mostrato che i fattori di rischio legati allo stile di vita modificabili come l’attività fisica e l’apporto di sodio/potassio nella dieta si associano a BMD nella malattia renale allo stadio terminale. I pazienti con una bassa BMD incorrono maggiormente in una malattia renale allo stadio terminale incidente rispetto a quelli con BMD normale in malattia renale cronica”, osservano gli autori.
Fonte: Osteoporosis International
Marilynn Larkin
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
21 luglio 2020
© Riproduzione riservata
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