Novartis: fino al 31 luglio con Eyennovation focus sulle patologie oculari degenerative
Dal 13 al 31 luglio Eyennovation farà il punto sull’innovazione nel trattamento delle patologie oculari degenerative. Connessione territorio-ospedale, intelligenza artificiale, comunicazione medico-paziente, trattamenti anti-VEGF, novità in ambito chirurgico e dell’imaging, sono alcuni tra gli argomenti più importanti dell’edizione 2020. “Nei Paesi industrializzati come l’Italia si sta assistendo ad un aumento dell’incidenza delle patologie oculari legate all’invecchiamento, e si stima che il numero di persone con problemi alla vista potrebbe triplicare nei prossimi decenni”, dice Federico Ricci, Responsabile Scientifico del Congresso
20 LUG - È iniziato il 13 luglio e si concluderà 31 luglio Eyennovation, il Meeting Scientifico promosso da Novartis e dedicato all’innovazione nell’ambito delle patologie oculari degenerative. Il programma del meeting si articola in tre sessioni: la prima dedicata alle cronicità, la seconda all’innovazione con un focus sulla retina, la terza all’ottimizzazione della diagnosi e del trattamento nella pratica clinica.
“Nei Paesi industrializzati come l’Italia si sta assistendo ad un aumento dell’incidenza delle patologie oculari legate all’invecchiamento, e si stima che il numero di persone con problemi alla vista potrebbe triplicare nei prossimi decenni. Si tratta di condizioni croniche, degenerative ed altamente invalidanti che richiedono una riorganizzazione dei percorsi diagnostici e terapeutici in grado di garantire ai pazienti la migliore assistenza e la possibilità concreta di accedere tempestivamente e in maniera equa ed appropriata alle cure più innovative”, osserva
Federico Ricci, Responsabile Scientifico del Congresso.
La degenerazione maculare senile e il glaucoma rappresentano i principali responsabili della perdita della vista negli over 60, mentre la retinopatia diabetica colpisce principalmente in età lavorativa. Si tratta di patologie caratterizzate da un significativo impatto economico e sociale, arginabile attraverso strategie di sanità pubblica che puntino alla diagnosi precoce e all’accesso tempestivo alle cure più efficaci. Strategie che, a causa della disomogeneità territoriale dell’offerta diagnostico-terapeutica, oggi non sono pienamente attuate.
In Italia, ad esempio, il gold standard terapeutico per la degenerazione maculare essudativa è rappresentato da un trattamento continuativo a base di iniezioni intravitreali di farmaci anti-VEGF, in grado di inibire la proliferazione di nuovi vasi sanguigni all’interno della retina e arginare lo stravaso di fluido retinico causato dalla malattia. Il 70% della popolazione affetta da questa patologia, tuttavia, non riceve o riceve in maniera parziale la terapia.
La ricerca farmacologica è sempre più orientata verso soluzioni innovative che possano migliorare l’aderenza e la persistenza al trattamento. Tra queste è di recente approvazione da parte dell’EMA brolucizumab, molecola che ha dimostrato una superiore capacità di controllo del fluido retinico, richiedendo di conseguenza una minore frequenza iniettiva per mantenere la retina asciutta.
“Nel nostro Paese l’accesso alla diagnosi e alle cure per il paziente con patologie retiniche è inferiore rispetto ad altri Paesi europei. Le differenze sono principalmente dovute a difficoltà anche logistiche per la gestione del paziente cui si aggiungono l’attesa, la diagnosi tardiva e la somministrazione della terapia in ritardo rispetto alla finestra terapeutica”- aggiunge
Carlo Traverso, Direttore della Clinica Oculistica dell’Università di Genova – Ospedale Policlinico San Martino. “Si tratta di limiti reali, ma superabili attraverso un efficientamento del percorso diagnostico terapeutico e di una presa in carico del paziente che garantisca la continuità di cura tra il territorio e i Centri di riferimento, come avviato nella nostra Regione.”
Anche l’innovazione digitale può giocare un ruolo determinante per la gestione delle cure e dell’assistenza, con l’obiettivi di garantire la migliore erogazione dei trattamenti sanitari.
“L’intelligenza artificiale, rappresenta oggi la tecnologia su cui stanno puntando i ricercatori per sviluppare modelli predittivi che permettano di individuare i migliori percorsi di cura, di definire piani terapeutici, di aumentare l’aderenza al trattamento, di ridurre al minimo gli errori medici, le ospedalizzazioni ed i costi a carico del SSN”, conclude
Monica Varano Responsabile, insieme a Federico Ricci, del Meeting Scientifico. “Oltre al digitale, grande attenzione è poi rivolta alle terapie di ultima generazione capaci di evitare la progressiva perdita della vista nei pazienti affetti da maculopatia umida. Sul fronte chirurgico, la ricerca ha prodotto nuove strumentazioni capaci di garantire una migliore accuratezza durante l’intervento, con conseguenti benefici in termini di sicurezza ed efficacia”.
20 luglio 2020
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