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Contraffazione: imparare dai successi


L’Aifa presenta un volume dedicato ai farmaci contraffatti. Attraverso la presentazione di casi concreti fa il punto sulla diffusione di un fenomeno in crescita in tutto il mondo.
Ma l’Italia, grazie allo sforzo congiunto delle Istituzioni, rimane un Paese sicuro.

07 LUG - “Ci siamo mossi per tempo e con gli strumenti giusti. l’Italia ha fatto sistema contro la contraffazione al punto che oggi possiamo stare tranquilli. L’importante è continuare su questa strada”.
Guido Rasi, direttore generale dell’Agenzia del Farmaco, non ha dubbi sul fatto che la battaglia che da tempo le istituzioni hanno dichiarato alla contraffazione dei farmaci stia sortendo importanti risultati.
Lo confermano i dati: l’Italia è tra i Paesi più sicuri al mondo sotto questo profilo: meno dello 0,1 per cento dei medicinali che sbarcano in Italia sono contraffatti, una quantità dieci volte più piccola della media europea, 60 volte inferiore alla media mondiale. Questa irrisoria quantità inoltre non passa di certo per i canali legali.
Tuttavia il fenomeno è in crescita in tutto il mondo. E quindi, il rischio che anche l’Italia possa essere coinvolta in questo trend negativo è alto. Insomma non bisogna abbassare la guardia e usare l’esperienza maturata in questi anni per affrontare con le armi giuste il problema.
Per questa ragione, nel corso della conferenza stampa “AIFA e IMPACT Italia: i risultati dell’attività di contrasto alla contraffazione farmaceutica”, l’Aifa ha presentato questa mattina il volume “Farmaci contraffatti: il fenomeno e le attività di contrasto”. Un modo per fare il punto sui successi ottenuti finora, ma anche per fornire strumenti di conoscenza di un fenomeno in continuo mutamento.
Internet continua a essere sul banco degli imputati come principale responsabile della diffusione di farmaci fraudolenti: “secondo i dati disponibili presso le agenzie di certificazione statunitensi - ha illustrato Domenico Di Giorgio, dell’unità prevenzione contraffazione dell’Aifa - meno dell’1 per cento dei siti che dichiarano di vendere farmaci sono in realtà farmacie legali e affidabili: il restante 99 per cento si divide, grosso modo in parte uguali, tra farmacie illegali, che inviano prodotti contraffatti e non autorizzati, e siti di mera truffa”.
E questi siti, continuano ad affinare le proprie tecniche per catturare i consumatori: per esempio, da alcuni studi pilota realizzati dall’Aifa è emerso che “alcuni siti truffaldini vengono promossi a tappeto sui forum realizzati con alcuni software più attaccabili”, ha proseguito Di Giorgio. Al punto che la promozione della farmacia si può ritrovare, clonata, tra le pagine di un’infinità di siti, i cui gestori sono ignari di tutto.
Non solo: anche i motori di ricerca vengono spesso ingannati, inserendo tra le pagine nomi rassicuranti “per acquistare punteggio o per accostare il sinonimo di garanzia al proprio sito attraverso un meccanismo di falsa affiliazione”. E tra “le esche utilizzate c’è anche il nome dell’Aifa”, sottolinea Di Giorgio.
Ma non è internet l’unico canale per la diffusione di medicinali taroccati. Anzi, per l’Italia, probabilmente non è neanche il principale.
“Anche le palestre sono un grosso cruccio”, ha dichiarato Rasi sottolineando come il fenomeno contraffazione si intrecci spesso con il doping. A preoccupare sono soprattutto le strutture periferiche su cui il Coni non esercita controlli. In questi casi, ha precisato Rasi, “il dopante è anche contraffatto”. Per questa ragione ha auspicato un maggiore “congiungimento delle forze” che coinvolga anche le Asl “con azioni di tipo ispettivo e poliziesco”. 

07 luglio 2010
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