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Coronavirus. La Fials chiede assunzioni straordinarie di operatori sanitari


Il sindacato ha scritto al ministro della Salute sollecitando “un piano straordinario di assunzioni, specie medici, infermieri, operatori socio sanitari e tecnici di radiologia”. Nel frattempo massima disponibilità a “misure organizzative negli ospedali e nei servizi territoriali anche in deroga alle disposizioni contrattuali vigenti in materia di pronta disponibilità, reperibilità e fabbisogno di personale”.

22 FEB - L’emergenza coronavirus in Lombardia e in Veneto ha spinto il sindacato Fials a chiedere al ministero della Salute “un piano straordinario di assunzioni, specie medici, infermieri, operatori socio sanitari e tecnici di radiologia”.
 
Nelle more, sottolinea sempre il sindacato, “siamo disponibili a definire, nei casi contingenti, misure organizzative negli ospedali e nei servizi territoriali anche in deroga alle disposizioni contrattuali vigenti in materia di pronta disponibilità, reperibilità e fabbisogno di personale necessario atte a fronteggiare l’attuale stato di emergenza sul territorio nazionale”.
“In questo momento, scrive il segretario nazionale Fials Giuseppe Carbone in una nota al Ministro della Salute Roberto Speranza, in Lombardia è in atto una vera e propria maxi-emergenza connessa all’insorgenza del Coronavirus. A farne le spese in termini di rischi e ore lavorative sono medici, infermieri, tecnici di radiologia e personale di supporto, in particolare quelli impegnati nella gestione dell’emergenza/urgenza extra ospedaliera e nei vari pronto soccorso”.
 
“Come Fials, non possiamo esimerci dall’essere vicini ai professionisti sanitari che rappresentiamo. Pertanto, per espletare al meglio la nostra funzione ed essere quanto più utili alla causa, desideriamo farci promotori di un confronto con il Governo e le Regioni per condividere linee d’indirizzo tese ad assicurare il massimo sforzo per contrastare la diffusione del contagio e, soprattutto, per sostenere chi in questo momento protegge in prima linea tutta la popolazione, mettendo anche a rischio la propria salute e quella dei propri cari”, scrive ancora Carbone.
 
“Gli operatori sanitari e socio sanitari devono necessariamente essere messi in sicurezza per poter continuare ad aiutare gli altri ed èindispensabile che le Regioni forniscano subito il previsto materiale di protezione”, rimarca ancora Carbone.

22 febbraio 2020
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