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Coronavirus. Occhi e contagio: ecco le misure di prevenzione e le raccomandazioni degli oftalmologi


“Gli occhi e in particolare la congiuntiva sono la diretta porta di ingresso per il coronavirus che viene poi trascinato tramite le vie di deflusso delle lacrime all’interno del naso e gola. La congiuntivite virale, sintomo precoce della malattia, resta difficilmente identificabile rispetto le comuni e molto diffuse congiuntiviti. Chi e è affetto da normale congiuntivite indossi una mascherina. Altra misura fondamentale è l'utilizzo di una salvietta e di un cuscino personale". Così il presidente della Soi, Matteo Piovella.

14 FEB - Il Coronavirus è un’emergenza sanitaria mondiale. Dopo una prima fase di cautela, l’Oms ha dichiarato il livello di attenzione massima. E il mondo si sta preparando ad affrontare un contagio generale. "La Società Oftalmologica Italiana - dichiara il presidente Matteo Piovella - ha allertato i 7 mila oculisti italiani- consigliando le misure preventive".
 
"Ci tengo a precisare - continua Piovella - che molte di esse sono già normalmente attuate per contenere il contagio tipico delle tradizionali congiuntiviti batteriche o virali, quindi le indicazioni di Soi sono principalmente diffuse per condividere le adeguate conoscenze e operatività con tutti potenziali portatori di congiuntivite senza allarmismi ma con l’obiettivo di prevenire forme di contagio. Ricordo la necessità di utilizzare erogatori d’acqua per il lavaggio delle mani a fotocellula (devono sostituire i tradizionali rubinetti) e la necessità di provvedere alla disinfezione più volte nell’arco della giornata dei Servizi a disposizione del Personale e del Pubblico. Evidenzio che l'American Academy of Ophthalmology ha diramato un Alert ufficiale su congiuntivite da CoronaVirus e il Comitato di Etica Soi, tramite l’intervento/coordinamento del Presidente Enzo Castiglione, ritiene utile portare a conoscenza di tutti i Medici Oculisti Italiani quanto l'American Academy of Ophthalmology ha trasmesso per rafforzare la cultura della profilassi e la sua ottimale applicazione da attuarsi su larga scala".
 
"La congiuntivite - spiega Piovella -   è uno dei disturbi più comuni per gli occhi di piccoli e grandi. E’ una malattia che colpisce gli occhi e può essere di origine virale o batterica. Si localizza a livello della congiuntiva, la membrana trasparente che ricopre l’interno della palpebra e il bulbo oculare. E’ necessario prendere atto che ,anche se in questo momento in Italia non esistono riscontri di diagnosi da congiuntivite virale da coronavirus, questa tipologia di specifica congiuntivite è presente tra i pazienti cinesi colpiti in Cina dall’epidemia. Quindi la congiuntivite virale da CoronaVirus può essere presente, anche come sintomo precoce, nei pazienti contagiati; il virus è trasmesso principalmente con modalità aerosol dalle goccioline della saliva e contagia le vie respiratorie ma soprattutto direttamente la mucosa congiuntivale".
 
"Per questo i medici oculisti e gli operatori sanitari devono indossare occhiali o maschere protettive e i pazienti le mascherine. Sono procedure normali che fanno regolarmente i dentisti - continua Piovella - quando curano i denti per evitare che le goccioline provocate dal trapano raggiungano gli occhi. Le mascherine vengono normalmente indossate nei Paesi asiatici anche solo in caso di raffreddore, appunto per evitare il contagio. Il sintomo più caratteristico di questa patologia è l’arrossamento dell’occhio: i vasi sanguigni, a causa dell’infiammazione, diventano più visibili, dando all’occhio un caratteristico rossore".
 
"Consigliamo quindi agli oculisti di visitare i pazienti con congiuntivite - non necessariamente da CoronaVirus – con guanti, mascherina e occhiali sanitari o visiera. Se i pazienti invece hanno febbre, sintomi influenzali, tosse, vanno isolati e separati dal pubblico in attesa in pronto Soccorso Oculistico. I generici criteri di igiene (lavaggio/disinfezione delle mani, sterilizzazione dello strumentario e disinfezione delle mentoniere, disinfezione/sterilizzazione degli strumenti a contatto con le mucose: tonometri, lente di Goldman, blefarostato, etc.) devono essere scrupolosamente rispettati", prosegue Piovella.
 
"In ogni caso si ribadisce la necessità di non toccare e il viso con le mani. Non è una situazione straordinaria ma la normale prassi a cui si devono attenere le 650,000 Persone che ogni anno in Italia si sottopongono all’intervento di cataratta. E’ il modo semplice e totalmente adottato per evitare nei primi giorni dopo l’intervento la possibilità di infezioni oculari post operatorie la più impegnativa complicazione in chirurgia degli occhi. Seguendo queste semplici regole la situazione è stata messa totalmente sotto controllo. Data la normale predisposizione di tutti nel toccare con le mani gli occhi, soprattutto in caso di lieve irritazione e piccoli disturbi (in questi casi si arriva normalmente ad uno sfregamento delle palpebre sicuramente privo di ogni utilità) viene consigliato d lavarsi spesso le mani e di evitare il contatto delle mani con potenziali fonti di infezione. E’ indicato attivare una metodologia di pulizia e disinfezione degli strumenti oftalmici che vengono a contatto con la cute del Paziente e non solo tra una visita e l’altra".
 
"Inoltre - spiega Piovella - va individuato da subito una responsabile informazione ai pazienti in fase di prenotazione della visita oculistica presso un ambulatorio oculistico di primo livello che faccia presente l’impossibilità di applicare correttamente tutte le analisi necessarie in presenza di influenza o malattie respiratorie attive, e, che consiglia in questo caso di rimandare di qualche giorno la visita oculistica. In caso di congiuntivite o forme similari informare circa la migliore assistenza presente presso i centri in cui è presente attività strutturata di pronto soccorso. Le nostre sono misure “contenitive”- precisa Piovella. Questa allerta mondiale, ci obbliga a dedicare particolare attenzione e impegno alle regole necessarie per superare nel più breve tempo possibile questa straordinaria e imprevedibile criticità favorendo l’applicazione di tutti gli strumenti necessari di controllo e prevenzione del contagio. I Responsabili dell'attività di Pronto Soccorso specialistico sono tenuti a dare disposizioni in linea con le indicazioni fornite dalle Società Scientifica di riferimento ed a verificarne l'attuazione", conclude il presidente Soi. 

14 febbraio 2020
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