Cuore: normopeso sedentari e persone sovrappeso, stessi rischi
di Lisa Rapaport
Se si è normopeso e si conduce una vita sedentaria, si corre lo stesso rischio cardiovascolare di chi è in sovrappeso. Le persone sedentarie, soprattutto dopo la mezza età, perdono massa muscolare magra e capacità cardio-respiratoria
17 GEN -
(Reuters Health) - Le persone adulte normopeso, ma con uno stile di vita sedentario, possono correre lo stesso rischio di avere un infarto o ictus delle persone in sovrappeso.
È quanto emerge da uno studio condotto dall’Università della Florida e pubblicato su
American Journal of Cardiology.
Lo studio
I ricercatori hanno scoperto che le persone normopeso che trascorrevano gran parte della giornata sedute – ma che comunque si impegnavano in 150 minuti di attività moderata alla settimana, l’obiettivo minimo raccomandato – avevano un rischio ridotto del 58% di infarto o ictus rispetto alle persone sovrappeso.
Al contrario, quando i normopeso erano pigri e sedentari, il loro rischio di eventi cardiaci gravi non era significativamente diverso da quello delle persone sovrappeso.
Lo studio è stato condotto su partecipanti con un’età compresa tra i 40 e i 79 anni senza una precedente diagnosi di malattia coronarica, ictus o infarto.
Per effettuare i test i ricercatori hanno utilizzato
il calcolatore standard dei fattori di rischio dell’American College of Cardiology/American Heart Association, che valuta il rischio di infarti e ictus.
Un rischio elevato è dato da almeno il 7,5% di possibilità che uno di questi eventi possa verificarsi nel corso di un decennio. Un “rischio basso” stima questa probabilità inferiore al 7,5%.
Le evidenze
I ricercatori hanno identificato le persone con un peso sano tra quelle con un indice di massa corporea (Bmi) compreso tra 18,5 e 24,9.
I risultati hanno messo in evidenza come il 35% dei partecipanti avesse un alto rischio di infarti o ictus quando sono stati presi in considerazione anche fattori di rischio diversi dal Bmi. Tra le persone con un range normale di Bmi, circa il 30% aveva un alto rischio di eventi cardiaci.
Ad esempio, quando i ricercatori hanno esaminato il grasso nella regione dell’intestino (“diametro addominale sagittale”), hanno rilevato che i partecipanti normopeso con un eccesso di questo grasso avevano più del doppio delle probabilità di essere ad alto rischio di eventi cardiaci.
E i partecipanti con un Bmi normale con fiato corto durante l’esercizio fisico, avevano il 35% in più di probabilità di rischio infarto o ictus rispetto ai normopeso che non avevano riscontrato problemi respiratori sotto sforzo.
I commenti
“Essere normopeso non è sufficiente per essere sani”, sottolinea l’autore principale dello studio,
Arch Mainous. “Per i pazienti il peso è importante perché solo guardando il numero sulla bilancia possono sentirsi rassicurati, ma uno stile di vita sedentario può erodere il vantaggio di un peso sano e aumentare il rischio cardiovascolare, avvicinandolo a quello delle controparti in sovrappeso. Le persone sedentarie – specialmente nella mezza età e dopo – perdono massa muscolare magra e capacità cardiorespiratoria”.
Tuttavia, precisano i ricercatori, lo studio presenta un limite, dovuto alla misurazione della capacità respiratoria in base a quanto spesso i partecipanti hanno riferito mancanza di respiro e non basandosi su respirazione obiettiva o test di esercizio.
Ma anche così, “i risultati sottolineano l’importanza di rimanere attivi anche con un Bmi sano”, ribadisce
Michael Hall, ricercatore all’Università del Mississippi Medical Center di Jackson. “Fare attenzione al proprio peso è importante, malo è anche ridurre la sedentarietà e aumentare l’attività fisica. Sfortunatamente, molte persone hanno un lavoro sedentario, quindi è per loro importante fare dell’esercizio fisico, da moderato a vigoroso. Piccole cose come salire le scale, fare delle brevi passeggiate nel corso della giornata o altre attività possono aiutare ad attenuare alcuni dei rischi associati al comportamento sedentario”.
Fonte: Am J Cardiol 2018
Lisa Rapaport
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
17 gennaio 2019
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