Antibioticoresistenza: ogni anno in Europa 33mila morti, più di quelli causati da influenza, tubercolosi e Aids messi insieme. Studio Ecdc
Lo studio spiega che il 75% del carico di malattia è dovuto a infezioni associate all'assistenza sanitaria (HAI) e che la riduzione di questo attraverso adeguate misure di prevenzione e controllo delle infezioni, nonché la gestione antibiotica, potrebbe essere un obiettivo raggiungibile in ambito sanitario e mostra che il 39% del carico è causato da infezioni batteriche resistenti a antibiotici di ultima generazione.
06 NOV - Uno
studio dell'ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) stima l'onere di cinque tipi di infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici di interesse per la salute pubblica nell'Unione europea e nello Spazio economico europeo (UE / SEE).
Il peso della malattia è misurato in numero di casi, decessi attribuibili e anni di vita regolabili per disabilità (DALY). Queste stime si basano sui dati della rete di sorveglianza antimicrobica europea (EARS-Net) del 2015.
Gli autori hanno affermato che il carico stimato di infezioni con batteri resistenti agli antibiotici nell'UE / SEE è sostanziale rispetto a quello di altre malattie infettive e aumentato dal 2007.
Le strategie per prevenire e controllare i batteri resistenti agli antibiotici richiedono un coordinamento a livello UE / SEE e livello globale. Tuttavia è dimostrato che il contributo di vari batteri resistenti agli antibiotici all'onere complessivo varia notevolmente da un paese all'altro, evidenziando così la necessità di strategie di prevenzione e controllo adeguate alle esigenze di ciascun paese dell'UE / SEE.
Lo studio stima che circa 33.000 persone muoiano ogni anno come conseguenza diretta di un'infezione dovuta a batteri resistenti agli antibiotici e che il peso di queste infezioni sia paragonabile a quello di influenza, tubercolosi e HIV / AIDS messi insieme.
Spiega inoltre che il 75% del carico di malattia è dovuto a infezioni associate all'assistenza sanitaria (HAI) e che la riduzione di questo attraverso adeguate misure di prevenzione e controllo delle infezioni, nonché la gestione antibiotica, potrebbe essere un obiettivo raggiungibile in ambito sanitario.
Infine, lo studio mostra che il 39% del carico è causato da infezioni batteriche resistenti a antibiotici di ultima generazione come carbapenemi e colistina. Si tratta di un aumento rispetto al 2007 ed è preoccupante perché questi antibiotici sono le ultime opzioni di trattamento disponibili. Quando questi non sono più efficaci, è estremamente difficile o, in molti casi, impossibile curare le infezioni.
Lo studio è stato sviluppato da esperti dell'ECDC e del Burden of AMR Collaborative Group e pubblicato su
The Lancet Infectious Diseases.
I risultati di questo studio sono anche utilizzati dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) per stimare il peso economico della resistenza agli antibiotici.
06 novembre 2018
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Scienza e Farmaci
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001
Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari
Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013
Riproduzione riservata.
Policy privacy