Viaggio nel sistema sanitario danese. Parte 2 / L’healthcare nelle proposte delle aziende. Dall’high-tech al pharma
di Maria Rita Montebelli
Prosegue il nostro viaggio alla scoperta del sistema salute danese. Questa volta tocca al privato: dal sistema Tempus600 per ridurre i tempi delle risposte delle analisi del sangue, all’impegno nella ricerca e nel sociale di Novo Nordisk, alle protesi acustiche di ultima generazione di GN Hearing, che spalancano la porta al futuro.
01 NOV - Analisi del sangue pronte in 20 minuti, provette che viaggiano dallo studio del medico di famiglia all’ospedale di zona, anziché costringere il paziente e recarsi in un laboratorio analisi per il prelievo e aspettare magari giorni per ricevere i risultati. E’ quello che succede a Copenhagen, dove anche le analisi del sangue sono entrate nella dimensione terzo millennio, grazie a tecnologie avanzate e organizzazione
smart. Un modello che potrebbe essere replicato anche da noi.
Sembra un camioncino di quelli che consegnano a casa i surgelati. Ma invece, il
blodprovetransport (questo il nome in danese) fa tappa presso una seie di ambulatori, per raccogliere le provette di sangue che i medici di famiglia hanno prelevato ai loro assistiti (i più smart le centrifugano addirittura e consegnano solo il plasma) per sottoporli alle analisi che loro stessi hanno ordinato dal computer del loro studio all’ospedale di zona o ad laboratorio analisi (il paziente non deve pagare nulla, quindi si elimina il problema del ticket). In alcune zone di Copenhagen a passare dai medici di famiglia è invece uno scooter appositamente attrezzato con un vano frigorifero. Per i danesi è una scena abituale, ormai da tempo. A noi, è sembrata quasi fantascienza. Abbiamo visto l’autista del furgone refrigerato, depositare i contenitori (sono delle cassette trasparenti chiuse) con i campioni di sangue in una sorta di ‘ascensore’ subito fuori dal mega-ospedale di Nordsjaellands, dove eravamo in visita. Le cassette depositate nell’ascensore scompaiono nel sottosuolo, per riemergere vuote qualche minuto più tardi. L’uomo del furgone le preleva e le ripone nel vano refrigerato, pronte per un nuovo giro dai medici di famiglia che lo chiameranno per consegnargli nuovi campioni.
Le provette di sangue consegnate invece vengono ‘accettate’ da un
sistema robotizzato (è il
Gibosort della
Gibotech una
company danese di Odense, esperta in sistemi automatizzati) che legge e registra il codice paziente, mentre la lettura del colore del tappo consente di smistare le provette nei vari laboratori analisi (chimica, ematologia, microbiologia). Le provette non idonee o con qualche alterazione vengono scartare in una ‘error box’.
Questa sorta di hub di smistamento, accoglie anche tutte le provette inviate dai vari reparti dell’ospedale. Ma a portarle non è un camminatore, bensì un ingegnoso sistema di tubature che corre lungo tutti i piani dell’ospedale, all’interno del quale le provette ‘viaggiano’ sospinte dall’aria compressa. Mentre si cammina per i corridoi di questo ospedale, sopra le nostre teste si sentono i sibili delle provette che viaggiano come proiettili all’interno di queste tubature, ma il sistema è tarato e testato in modo da non provocare l’emolisi del campione di sangue, né la rottura della provetta che è in plastica.
Ogni piano dell’ospedale è dotato di una sorta di ‘cassetta della posta’ (la stazione di spedizione
Tempus600 Vita), una colonnina bianca dal disegno minimalista, dove il personale inserisce in un’apposita fessura rotonda le provette da ‘spedire’ in laboratorio. Nell’arco di pochi minuti le provette vengono smistate dal braccio robotizzato dell’
hub e inviate nei vari laboratori analisi che provvedono ad effettuare gli esami richiesti e a inviare i risultati delle analisi direttamente al computer di reparto. Dal momento in cui si infila la provetta nella fessura al piano del reparto a quello in cui i medici ricevono i risultati delle analisi, passano in tutto una ventina di minuti. Facile immaginare i vantaggi per un esame richiesto in emergenza o per accorciare i tempi d’attesa dei pazienti in pronto soccorso.
Questo sistema di invio dei campioni di sangue ai laboratori attraverso le tubature ad aria compressa si chiama TEMPUS-600 ed è stato utilizzato per la prima volta in Danimarca nel 2009, presso l’ospedale di Kolding; oggi viene utilizzato in 18 Paesi del mondo, anche in Italia, dove l’Ospedale dell’Angelo è stato il primo ad utilizzarlo (ma sarà presto installato anche al Careggi di Firenze e al Gemelli di Roma). Il costo di ogni sistema è di circa 100 mila euro, oltre le spese di elettricità e per l’aria compressa; per installarlo ci vogliono due settimane. TEMPUS-600 è coperto da due brevetti internazionali validi presso 40 Paesi, attualmente sono 170 gli ospedali che lo stanno utilizzando in 18 i Paesi del mondo.
Maria Rita Montebelli
(
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01 novembre 2018
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