Ematomi cerebrali. Un dispositivo portatile per diagnosi sicure
di Laura Berardi
Un nuovo apparecchio potrebbe aiutare i medici a riconoscere subito un trauma cranico con ematoma. L’approccio sfrutta l’imaging nel vicino infrarosso, che coglie le variazioni del volume di sangue nel cranio. Il prototipo ha dimensioni ridotte rispetto a quelli per raggi x e risonanza
22 DIC - Una diagnosi rapida e la giusta terapia. Quando capitano incidenti – domestici e non – che coinvolgono traumi cerebrali, sono queste le uniche due cose che contano, quelle che fanno la differenza tra la vita e la morte. Da oggi, una diagnosi ancor più rapida potrebbe arrivare da uno studio della sezione di Biofotonica dei National Institutes of Health statunitensi: un gruppo di ricerca ha progettato un dispositivo capace di riconoscere e individuare in maniera rapida gli ematomi cerebrali, costruendo un prototipo funzionante. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Optical Society.
Gli ematomi cerebrali hanno luogo quando i vasi sanguigni vengono danneggiati e il sangue filtra nei tessuti circostanti, causando una pericolosa pressione intracranica. Col nuovo metodo sviluppato dai ricercatori, per trovare questo tipo di gonfiori, che di solito si trovano nella membrana più esterna che avvolge cervello e midollo spinale, basta muovere il dispositivo al di sopra del cranio del paziente e aspettare che esso rilevi l’eventuale sangue in eccesso. Il metodo di funzionamento si basa su una tecnica chiamata imaging nel vicino infrarosso, per la quale il dispositivo rilascia una minima radiazione da una singola sorgente, ma capta il segnale da due punti diversi con due rilevatori: confrontando i due risultati riesce a identificare eventuali cambiamenti di volume.
Lo strumento è abbastanza piccolo da essere portatile, e potrebbe dunque essere usato come primo soccorso, prima ancora che i pazienti possano raggiungere uno strumento di radiografia o di risonanza magnetica. Le sue ridotte dimensioni lo rendono inoltre trasportabile anche in scenari di guerra o di calamità naturali. “La tecnologia di imaging nel vicino infrarosso può aiutare i medici a capire subito la gravità della situazione – hanno spiegato i ricercatori che hanno realizzato il prototipo – nei casi di emergenza così come negli ospedali e nelle cliniche.”