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Oms e Banca Mondiale: nasce il “Global Preparedness Monitoring Board” per aiutare i paesi a rispondere a epidemie ed emergenze sanitarie 


Il GPMB è presieduto da  Gro Harlem Brundtland, ex primo ministro norvegese ed ex direttore generale dell'Oms e  Elhadj As Sy, Segretario generale della Federazione internazionale delle società della Croce rossa e della Mezzaluna rossa ed è stato istituito per monitorare i progressi, identificare le lacune e sostenere un lavoro intenso ed efficace per garantire di affrontare anche economicamente epidemie ed emergenze sanitarie. MANUALE OPERATIVO DEL MECCANISMO DI FINANZIAMENTO D'EMERGENZA PANDEMICA (PEF).

11 SET - L'Oms e il Gruppo della Banca Mondiale hanno convocato il 10 settembre il primo incontro del Global Preparedness Monitoring Board (GPMB), un nuovo organismo istituito per monitorare la disponibilità del mondo a rispondere alle epidemie e ad altre emergenze sanitarie.

Il GPMB è presieduto da  Gro Harlem Brundtland, ex primo ministro norvegese ed ex direttore generale dell'Oms e  Elhadj As Sy, Segretario generale della Federazione internazionale delle società della Croce rossa e della Mezzaluna rossa e include alcuni dei leader più importanti della salute globale.

Il GPMB è stato istituito per monitorare i progressi, identificare le lacune e sostenere un lavoro intenso ed efficace per garantire la preparazione globale alle epidemie. Al suo primo incontro presso la sede dell'Oms a Ginevra, il GPMB ha discusso delle questioni chiave nella preparazione globale alle epidemie e alle emergenze sanitarie e ha concordato i suoi termini di riferimento e la sua struttura di governance. Il consiglio di amministrazione pubblicherà il suo primo rapporto sullo stato globale di preparazione a settembre 2019.

"Nonostante tutti i progressi che abbiamo fatto, il mondo rimane vulnerabile", ha detto Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Oms. "Il Comitato per il monitoraggio della preparazione globale riunisce una profonda esperienza e competenza per aiutare a mantenere il mondo al sicuro". 

"Non ci sono soluzioni alternative e investire nel GPMB dovrebbe essere una priorità assoluta per l'intera comunità ", ha detto Jim Yong Kim, presidente del gruppo della Banca mondiale. "È importante che i paesi inizino a prendere molto sul serio la preparazione alla pandemia". 

Il GPMB nasce con l'epidemia di Ebola del 2014 in Africa occidentale, che ha devastato migliaia di famiglie, danneggiato le economie e fatto tremare il mondo. 

Da allora, l'Oms ha avviato la trasformazione, con l'istituzione del suo programma di emergenza sanitaria. Nel nuovo piano strategico quinquennale dell'Organizzazione, uno dei tre obiettivi del "triplo miliardo" per il 2023 è vedere 1 miliardo di persone meglio tutelate dalle pandmie e dalle emergenze sanitarie.
Le pandemie sono considerate uno dei maggiori e inevitabili rischi che il mondo deve affrontare, con costi enormi. Una pandemia grave può provocare milioni di morti e perfino le stime più prudenti suggeriscono che le pandemie distruggono fino all'1% del PIL globale, paragonabile ad altre minacce prioritarie, come i cambiamenti climatici. 

È stato stimato che il costo globale annuale delle pandemie da moderatamente gravi a gravi è di circa 570 miliardi di dollari USA, ovvero lo 0,7% del reddito globale.
 
Come parte del suo impegno in IDA (International Development Association) 18 (del 2018), la Banca Mondiale sostiene lo sviluppo di piani di preparazione alla pandemia in 25 paesi a reddito medio-basso. Sta inoltre investendo nella preparazione in diversi paesi della regione dell'Asia orientale e del Pacifico e nel rafforzamento della sorveglianza e della capacità di monitoraggio delle malattie regionali nell'Africa orientale e occidentale.

La Banca mondiale ha anche istituito il meccanismo di finanziamento d'emergenza pandemico   (PEF),  sviluppato con il sostegno del Giappone, della Germania e dell'Oms, nato in generale per fonrire fondi per consentire una risposta rapida ed efficace a epidemie di malattia su larga scala, grazie al quale è stato effettuato il primo finanziamento in occasione dell'epidemia di Ebola nella Repubblica democratica del Congo a maggio di quest'anno. 
 
I paesi ritenuti finanziabili possono ricevere finanziamenti per le emergenze tempestivi  e coordinati se colpiti da un'epidemia che soddisfa i criteri di attivazione di PEF che copre attualmente sei virus che hanno maggiori probabilità di causare una pandemia: nuovi Orthomyxoviruses (nuovo virus pandemico influenzale A), Coronaviridae (SARS, MERS), Filoviridae (Ebola, Marburg) e altre malattie zoonotiche (Crimea Congo, Rift Valley, Lassa febbre). 
 
Il PEF secondo le previsioni fornirà oltre 500 milioni di dollari per coprire le esigenze dei paesi in via di sviluppo dal rischio di epidemie di pandemia nei prossimi cinque anni, attraverso una combinazione di assicurazioni finanziate da obbligazioni e derivati, una dotazione di cassa e futuri impegni da parte dei paesi donatori per una copertura aggiuntiva. L’assicurazione è aperta da luglio 2017 e la disponibilità di cassa è operativa a partire dall'estate 2018.

Il PEF è costituito da due "finestre" (previsioni di flussi finanziari). 
La prima è una finestra "assicurativa" con premi finanziati dal Giappone e dalla Germania, costituita da obbligazioni e swap. I contributi dei partner di sviluppo copriranno il costo dei buoni premio e obbligazioni per la finestra di assicurazione da 425 milioni di dollari. 

La seconda è una finestra "in contanti" (per cassa), per la quale la Germania ha impegnato 61 milioni di dollari che completerà la finestra assicurativa e fornirà finanziamenti più flessibili per affrontare una serie più ampia di agenti patogeni emergenti che potrebbero non soddisfare i criteri di attivazione per la finestra di assicurazione.
Nell'anno fiscale che si è concluso il 30 giugno 2018, gli impegni IDA ammontavano a 24 miliardi di dollari, di cui il 21% è stato erogato sotto forma di sovvenzione. Nuovi impegni nel corso dell'anno fiscale 18 comprendevano 206 nuove operazioni. Dal 1960, IDA ha fornito 369 miliardi di dollari per investimenti in 113 paesi. Gli impegni annuali sono aumentati costantemente e hanno registrato una media di circa  20 miliardi di dollari negli ultimi tre anni.
 


 


11 settembre 2018
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