Alcol in gravidanza? Mai. Rischi evidenti per i nascituri. Le prove in uno studio del Cnr
L’assunzione di alcol durante la gestazione è causa di danni ai fattori di crescita e può provocare sindrome feto alcolica e ritardo mentale. E gli scienziati consigliano di non bere alcolici fin dal momento in cui si decide di avere un figlio.
07 NOV - Alcol. Tutti sappiamo quali sono i danni che può provocare in chi ne abusa. Meno conosciuti gli effetti della sua assunzione in gravidanza, sulla salute del nascituro. “Lo spettro delle malattie va dal leggero ritardo mentale, alle alterazioni morfologiche del viso, a forti deficit cognitivi. Si chiama sindrome feto alcolica e si può presentare anche assumendo piccole quantità di alcol”. Le parole sono di Marco Fiore, ricercatore dell’Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr), che insieme al suo team ha pubblicato sulla rivista Neurobiology of Aging una
ricerca che dimostra che i topi anziani nati da madri esposte durante la gravidanza ad alcol presentano fattori di crescita alterati, sia nel cervello che nel fegato e nel rene.
“Sono circa il 4,7% i bambini che presentano alla nascita forme non conclamate di sindrome feto alcolica e di questi ben lo 0,8% dei nuovi nati mostra addirittura un ritardo mentale con dismorfologie facciali, alterato sviluppo delle ossa del cranio e deficit di crescita”, ha spiegato Fiore. “La relazione tra esposizione all’alcool nel grembo materno e gravità del danno nel nascituro, così come gli effetti a lungo termine, non sono ancora determinati con certezza. Il rischio di partorire un bambino con sintomi della sindrome fetale alcolica comunque esiste”.
L’esposizione all’etanolo durante la gravidanza produce infatti gravi conseguenze su alcune delle proteine che regolano la sopravvivenza, la differenziazione e la proliferazione delle cellule del cervello e di alcuni organi periferici: il Nerve growth factor (Ngf) scoperto da Rita Levi-Montalcini, che ha un ruolo chiave nella vita delle cellule nervose; il Brain derived neurotrophic factor (Bdnf), che previene la degenerazione delle cellule cerebrali; l’Hepatocyte growth factor (Hgf), che regola crescita e metabolismo delle cellule epatiche; il Vascular endothelial growth factor (Vegf), partecipa ai processi rigenerativi dei tessuti vascolari e del fegato a seguito del danno indotto da epatiti.
Per dimostrarlo, Fiore e i suoi colleghi hanno somministrato a dei topi maschi soluzione alcolica ad 11° e vino rosso della stessa gradazione. I ricercatori hanno scelto di somministrare l’alcol con queste due modalità diverse per testare gli effetti della presenza di composti come polifenoli e antociani, contenuti nel vino rosso, che possiedono proprietà antiossidanti e neuroprotettive. Scoprendo così che l’alcol in soluzione ha effetti negativi su tutti e quattro i fattori di crescita descritti, ma che il danno cerebrale nel topo anziano non si osserva se l'esposizione all'alcol avviene sotto forma di vino rosso, grazie appunto ai composti presenti al suo interno, che svolgono proprietà protettive. “Questa protezione, però, nei topi anziani non è abbastanza potente da funzionare anche sugli organi periferici”, ha spiegato Fiore. “Gli effetti deleteri dell’alcool sul fegato e sul rene ‘anziano’ sono osservabili anche se l’alcool viene somministrato sotto forma di vino rosso, vale a dire che gli effetti antiossidanti e neuroprotettivi non sono comunque sufficienti a contrastare totalmente il danno indotto dall’alcool durante la gravidanza”.
Inoltre lo sviluppo della sindrome feto-alcolica, come ha spiegato Fiore a Quotidiano Sanità, non è dipendente dalla dose, ma può essere amplificata da alcuni fattori come fumo di sigarette, consumo di droghe o farmaci, stress ambientali o maggiore sensibilità della madre all’alcool (anche per cause genetiche). “Ci sono alcuni fattori che la amplificano ed altri che la limitano. Alcune donne che bevono molto durante la gravidanza potrebbero partorire dei figli sanissimi, altre che invece bevono poco possono sviluppare feti malformati, ed è impossibile prevederlo”, ci ha detto il ricercatore. “Per questo si consiglia un’astensione completa dal bere alcol durante tutto il periodo della gravidanza, ed anche quello dell’allattamento. Possibilmente bisognerebbe evitare di assumerlo a partire da quando una coppia decide che vuole un figlio”.
Laura Berardi
07 novembre 2011
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