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Malattie infettive. CDC: “Meno ricoveri per i bambini immunizzati con vaccini vivi”

di Anne Harding

Gli U.S. Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) hanno pubblicato i dati di nuove ricerche sull’immunizzazione dei bambini e i ricoveri ospedalieri. Da questi studi emerge come i vaccini vivi siano legati a un minor riscbio di ricovero in ospedale.

30 MAG - (Reuters Health) – I bambini piccoli hanno meno probabilità di essere ricoverati in ospedale per malattie infettive se sono stati immunizzati con vaccini vivi. Questi  risultati emergono da nuove ricerche condotte dagli U.S. Centers for Disease Control and Prevention (CDC), pubblicate online su Clinical Infectious Diseases.

La premessa
“Precedenti studi hanno suggerito che alcuni vaccini abbiano effetti benefici generici sulle infezioni che vanno oltre a quelli preventivi nei confronti delle malattie specifiche che sono mirati ad evitare. Questi studi sono stati condotti principalmente in Africa occidentale “, dice Barbara Bardenheier dei CDC’s Immunization Safety Office. “Successivamente, uno studio in Danimarca ha rilevato che l’ordine in cui i vaccini (vivi vs inattivi) vengono somministrati può avere un effetto sull’ospedalizzazione. Il nostro studio è il primo negli Stati Uniti e i nostri risultati sono simili a quelli ottenuti dagli studi svolti in Danimarca”.

Lo studio
Bardenheier e il suo team hanno esaminato i dati del database MarketScan negli Stati Uniti dal 2005 al 2014. Complessivamente sono stati analizzati dati relativi a più di 311.000 bambini dai 16 ai 24 mesi. Il rapporto di rischio di ospedalizzazione per malattie infettive non-targeted in coloro che avevano ricevuto di recente vaccino vivo è stato di 0,50 (intervallo di confidenza del 95%, da 0,43 a 0,57) rispetto a coloro che avevano ricevuto solo vaccino inattivato. L’HR era di 0,78 (95% CI, 0,67-0,91) per i bambini che avevano ricevuto solo vaccino vivo se comparati a coloro che avevano ricevuto recentemente sia vaccino inattivo che vivo. “I meccanismi attraverso i quali il vaccino vivo potrebbe offrire una protezione supplementare non sono chiari”, commenta Barbara Bardenheier. ”Un possibile meccanismo coinvolge il concetto di ‘trained Immunity.
 
Vale a dire che ogni persona ha una storia unica di infezioni e vaccinazioni e ogni esposizione lascia un’impronta nel sistema immunitario che può influenzare le future risposte nei confronti degli agenti patogeni, compreso un generico potenziale di protezione contro le infezioni non strettamente correlate al vaccino specifico, Un esempio è il BCG (Bacillus Calmette-Guerin), un vaccino attenuato usato per la prevenzione della tubercolosi”, ha osservato la dr.ssa Bardenheier. “Per decenni ha costituito anche immunoterapia predominante nel trattamento del cancro della vescica non infiltrante nei muscoli perchè ha dimostrato efficacia nella riduzione della recidiva tumorale nella maggior parte dei pazienti trattati”.
 
Lo studio non ha incluso però analisi nei confronti di bambini non vaccinati. Di conseguenza, non è stato possibile escludere se bambini trattati con vaccini inattivati ​​siano ricoverati in ospedale più frequentemente rispetto ai bambini non vaccinati, come suggeriscono altre ricerche.

Fonte: Clin Infect Dis 2017

Anne Harding

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

30 maggio 2017
© Riproduzione riservata

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