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Ulcere cutanee per 2 milioni di italiani


In gran parte sono anziani e i costi per la cura delle ulcere possono arrivare a 250 euro al mese. Inoltre, la metà di essi, non ha risolto il problema a un anno dall’insorgenza dell’ulcera.

20 GIU - Le ulcere cutanee colpiscono in Italia circa 2 milioni di persone. Un numero elevatissimo, dovuto soprattutto alla forte presenza di anziani che caratterizza il nostro Paese, dove le persone con più di 65 anni sono circa il 20 per cento. Sono le ulcere agli arti inferiori quelle più frequenti, perché dipendono  nella quasi totalità dei casi da problemi vascolari, diffusi in questa fascia della popolazione. Ammontano invece a 250 euro i costi che ogni malato sostiene ogni mese per il trattamento delle ulcere. Sono alcuni dei dati presentati nel corso del V Convegno Interregionale dell’Associazione Italiana Ulcere Cutanee - AIUC tenutosi nei giorni scorsi a Torino.
Un’indagine illustrata nell’incontro ha inoltre evidenziato che circa la metà dei pazienti con lesioni cutanee, spesso derivate da problemi vascolari o da decubiti, continua ad avere problemi legati alla presenza dell’ulcera anche dopo un anno dall’insorgenza del problema e che spesso la cura viene iniziata in ritardo.
“Spesso il ritardo della cura deriva dal fatto che il paziente sottovaluta il problema, oltre a non saper bene a quale specialista rivolgersi”, ha commentato Piero Secreto, direttore Struttura Complessa di Geriatria, Azienda ospedaliera Beata Vergine Consolata, Fatebenfratelli, San Maurizio Canavese di Torino e presidente del convegno.
Anche per questo, “in molte parti d’Italia AIUC sta lavorando perché venga istituito un opportuno sistema di cure, con centri vulnologici  collegati al territorio per garantire la continuità di cura a domicilio”, ha aggiunto Giorgio Guarnera, presidente nazionale Associazione Italiana Ulcere Cutanee. “Perché questo si realizzi - ha precisato - in diverse Regioni siamo fortemente impegnati nella definizione dei criteri di qualità per i centri vulnologici, che permettano di definire  degli standard di accreditamento dei centri distribuiti sul territorio. Inoltre istituiamo corsi, gruppi di studio, congressi in tutto il territorio, che diventano occasione di condividere evidenze scientifiche e percorsi clinici. È necessario fare molta formazione e informazione. Le ulcere non solo si possono, ma si devono curare”.
Sono notevoli infatti i progressi compiuti dalla vulnologia negli ultimi anni. “Oggi la ricerca – ha proseguito Guarnera - ha messo a disposizione delle medicazioni tecnologicamente avanzate, da utilizzare in rapporto alle caratteristiche dell’ulcera. Per esempio, se il fondo della lesione è secco, si sceglierà un idrogel per idratarlo; se è fibrinoso, si sceglierà una medicazione a base di enzimi. Se la lesione è estesa, profonda, irregolare o situata in punti in cui è difficile operare, si possono utilizzare dei sostituti dermici. Questi dispositivi sono dei sistemi biologici assolutamente biocompatibili che possono costituire una base per la ricostruzione del tessuto danneggiato”. 

20 giugno 2011
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