Erlotinib efficace nei pazienti con cancro ai polmoni EGFR positivo
Impiegato nella terapia di prima linea del carcinoma del polmone positivo alle mutazioni del recettore del fattore di crescita epidermico in fase avanzata, il farmaco raddoppia il periodo di sopravvivenza libera da progressione della malattia rispetto al trattamento con chemioterapia standard.
03 GIU - Sono stati presentati oggi, in occasione del 47° Meeting annuale Asco (American Society of Clinical Oncology) in corso a Chicago, i risultati di Eurtac, il primo studio di fase III in pazienti occidentali affetti da una forma geneticamente definita di carcinoma polmonare non a piccole cellule (positivo per le mutazioni del recettore del fattore di crescita epidermico) in fase avanzata, trattati con erlotinib.
Eurtac ha dimostrato che la terapia di prima linea con erlotinib ha quasi raddoppiato il periodo di sopravvivenza libera da progressione della malattia, rispetto ai pazienti trattati con chemioterapia (9,7 mesi VS 5,2 mesi).
La forma di tumore ai polmoni studiato nello studio Eurtac si riscontra nel 10 per cento circa dei pazienti caucasici affetti da carcinoma polmonare e nel 30 per cento circa di quelli asiatici.
Risultati analoghi sono stati osservati in un altro studio di fase III (OPTIMAL) condotto su pazienti asiatici con questa forma tumorale.
“Due studi hanno ora dimostrato che erlotinib, impiegato nella terapia di prima linea del carcinoma del polmone positivo alle mutazioni EGFR in fase avanzata, aumenta il periodo di sopravvivenza libera da progressione della malattia rispetto al trattamento con chemioterapia standard”, ha affermato Hal Barron, Chief Medical Officer and Head, Global Product Development di Roche. “Si tratta di un importante passo avanti verso il nostro obiettivo: offrire soluzioni personalizzate alle persone affette da carcinoma polmonare in fase avanzata”.
Alla luce di questi risultati l’azienda ha chiesto all’Agenzia Europea per i Medicinali di ampliare le attuali indicazioni europee per erlotinib indicandolo anche come terapia di prima linea nei soggetti affetti da NSCLC positivo per le mutazioni EGFR in fase avanzata. Sono inoltre in corso colloqui con l’Fda relativamente alla richiesta di utilizzare un test diagnostico correlato che consenta di identificare i pazienti con mutazioni Egfr positive, uno strumento che riuscirebbe a identificare i candidati ideali all’impiego di erlotinib.
03 giugno 2011
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