Salute della Donna. Dalla contraccezione ormonale alla menopausa, ancora troppa disinformazione
Per superare la criticità e migliorare il benessere femminile in ogni fase della vita è fondamentale una corretta informazione, anche perchè le donne sono ancora poco informate. Questi i temi al centro del congresso “All you need is love - Amore e Ormoni nella vita delle donne” promosso da Msd Italia con la partecipazione delle Società Scientifiche
09 SET - Educare sui temi della salute femminile favorendo una maggiore consapevolezza è una necessità prioritaria. Infatti nonostante, secondo l’Oms, le donne in Europa beneficino dei migliori livelli di salute esistono ancora diseguaglianze fra gli stessi Paesi europei. Nel 2015 non hanno avuto accesso alla contraccezione 222 milioni di donne e 289mila sono morte di parto. In particolare l’Italia si conferma. fanalino di coda in Europa nella contraccezione ormonale. Solo il 16,2% delle donne italiane li utilizza mentre in altre nazioni si supera il 40%. E più ci si sposta verso le aree meridionali, meno l’utilizzo dei contraccettivi ormonali trova spazio e consenso. Si passa dal 23% della Valle d’Aosta per scendere al 7,2% della Campania. Solo la Sardegna continua a differenziarsi con un utilizzo dei contraccettivi ormonali supera il 30%.
Per superare questa disparità e contribuire al miglioramento del benessere delle donne in ogni fase della loro vita è fondamentale l’impegno condiviso tra Istituzioni, comunità scientifica e imprese private. E l’atout fondamentale è il consolidamento di una cultura sanitaria incentrata sul valore della prevenzione e del ricorso a cure tempestive. Ma bisogna informare correttamente.
Questi i temi al centro del congresso “All you need is love - Amore e ormoni nella vita delle donne”, che si è aperto oggi a Roma, promosso da MSD Italia con la partecipazione delle principali Società Scientifiche per la salute delle donne. Due giorni di confronto incentrati sulla contraccezione ormonale, vissuta in Italia ancora come un tabù, e sulla menopausa. Temi sui quali è essenziale fare formazione, educazione e informare le donne.
“Nonostante, da sempre, le donne siano state investite del ruolo di caregiver, spesso sono troppo poco attente alla propria salute – ha dichiarato
Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore Delegato di MSD Italia – il primo passo verso una migliore gestione di sé è l’informazione. Msd si schiera al fianco del mondo scientifico e delle Istituzioni, sostenendo progettualità volte a superare le barriere della disinformazione, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di una maggiore consapevolezza sui principali temi sanitari che riguardano le donne”.
La disinformazione sui temi legati alla menopausa e alla contraccezione ormonale deve ancora essere scalfita. Basta pensare che quest’ultimo tema vede l’Italia lontana dagli standard europei dal momento che ben il 59% delle donne in età fertile non utilizza alcun metodo contraccettivo nonostante, da tempo, siano disponibili diverse tipologie di contraccettivi ormonali, di semplice gestione e in grado rispondere a necessità estremamente eterogenee: dal cerotto che va cambiato una volta alla settimana, all’impianto sottocutaneo che una volta applicato offre copertura contraccettiva per tre anni, all’anello vaginale mensile, recentemente dotato di applicatore monouso che permette di posizionarlo ancora più facilmente, come un assorbente interno.
“Molto è stato fatto per informare le giovani donne sull’importanza di fare contraccezione in maniera responsabile e molto c’è ancora da fare per abbattere i pregiudizi e la disinformazione legata alla menopausa – ha spiegato
Paolo Scollo, Presidente della Sigo, la Società italiana di ginecologia e ostetricia – pensare che le donne, a causa di un’informazione errata possano andare incontro a danni irreparabili è una sconfitta sociale che va evitata con un’azione sinergica di tipo educazionale tra medici, Istituzioni e aziende. La menopausa è considerata un castigo di Dio e si tende a rifuggire dalle terapie ormonali sostitutive. Anche le giovani donne sono disinformate. Ci sono ragazze che pensano si possa fare contraccezione con la coca cola. Informare per una sessualità consapevole è importante”. Per questo la Sigo sta portando avanti la campagna di informazione Menopausa meno-male con l’obiettivo di mettere in campo con Il ministero della Salute un Piano per la menopausa.
Ormoni questi sconosciuti. Sono responsabili del benessere non solo sessuale della donna. Eppure sono ancora vissuti con diffidenza dalle donne. “In Italia la cultura della contraccezione ormonale è di tipo ormono-fobico, cioè la donna la teme e la collega all’insorgenza di eventi avversi – ha affermato
Roberto Bernorio, ginecologo, psicoterapeuta e sessuologo clinico – la speranza è che le nuove generazioni cambino atteggiamento, ma perché questo avvenga è necessario che le ragazze vengano ‘educate’ a gestire la propria vita sessuale. Se è vero che la scelta di un contraccettivo è quanto mai personale e andrebbe decisa insieme al proprio ginecologo – prosegue Bernorio – è altrettanto vero che le giovani donne sono alla ricerca del metodo contraccettivo ideale che sia facile da usare ed efficace, sicuro e che non richieda un’attenzione continua. Ma prima di ogni cosa la donna deve superare le paure, l’ansia e i pregiudizi legati all’uso del contraccettivo ormonale e per questo ha bisogno di una figura di riferimento che la ascolti e la rassicuri”.
“Da anni ci battiamo per introdurre una nuova metodologia nella gestione delle problematiche legate alla salute femminile, che tenga conto delle peculiarità di ciascuna donna, in ogni fase della sua vita, per la contraccezione o per il controllo dei sintomi della menopausa – ha sottolineato
Vito Trojano, Presidente dell’Aogoi – Associazione Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani – una nuova cultura sanitaria che per avere radici solide deve partire da una nuova consapevolezza della classe medica. Il percorso delle aziende farmaceutiche con società scientifiche e istituzioni deve camminare sullo stesso binario. Per questo stiamo partiti con una serie di progetti, uno su tutti quello sulle Ivg in particolare su quelle ripetute. Stiamo lavorando affinché ci sia una presa in carico delle donne per informarle sulla possibilità di evitarle”.
Uno dei nodi da sciolgiere è anche quello della formazione medica per aumentare l'attenzione verso alcune problematiche della donna. “La formazione delle nuove generazioni di ginecologi è un aspetto fondamentale – ha detto
Nicola Colacurci, Presidente dell’Associazione Ginecologi Universitari Italiani – vogliamo soprattutto stimolare lo scambio culturale e promuovere un diverso concetto di formazione della classe medica, che inizi dagli anni della specializzazione e permetta di coniugare sapere accademico, pratica clinica e capacità relazionali. Serve una maggiore attenzione a problematiche che sono state trascurate, come ad esempio la menopausa”.
Non solo contraccezione. Nel corso del confronto è stato toccato anche il tema della fertilità e dell’infertilità. “Il nostro compito, come medici e come esponenti di una Società Scientifica – conclude
Andrea Borini, Presidente della Società Italiana di Fertilità e Sterilità e Medicina della Riproduzione – è quello di stimolare la collettività a prendersi carico dei grandi temi che riguardano la riproduzione. A tal proposito, abbiamo istituito un Centro Studi dedicato proprio a questi fini, che nei prossimi due anni si concentrerà sul tema “giovani e fertilità” per mettere in luce il grado di consapevolezza delle nuove generazioni riguardo alla fertilità. Stiamo portando avanti una Survey nei licei per capire quali sono le conoscenze dei ragazzi con l’obiettivo di presentare i dati raccolti al Ministero e avviare una campagna di comunicazione”.
09 settembre 2016
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