Sigarette elettroniche. Primi risultati studio Iss: “Sono sicure ma poco efficaci per smettere di fumare”. E il 40% ricasca nel fumo tradizionale
Pubblicato su Tobacco control uno studio condotto dall’Istituto e un gruppo di ricercatori di diversi enti italiani e che anticipa i risultati di un lavoro che si concluderà nel 2019. Ricciardi: “Possono essere utili per non ricadere ma funzionano poco se utilizzate continuando a fumare sigarette tradizionali”. LO STUDIO
09 GIU - E-cig, il più lungo monitoraggio finora effettuato le conferma sicure ma scarsamente efficaci come strumento per smettere di fumare. Sono stati pubblicati sulla più importante rivista al mondo del settore, Tobacco Control, i risultati del follow-up a 24 mesi del primo studio al mondo sulla efficacia e sicurezza a lungo termine delle sigarette elettroniche. Lo studio è tutt'ora in corso ed è realizzato da un gruppo di ricercatori di diversi enti italiani, tra i quali l'Istituto Superiore di Sanità, le università di Chieti, Torino, Catania, Parthenope di Napoli, Milano, Sapienza e Cattolica di Roma.
I risultati della ricerca. Nello specifico, la ricerca ha coinvolto 932 fumatori di e-cig, sigarette tradizionali, o entrambe (dual users). Dopo 24 mesi di follow-up, il 42,4% degli e-smokers continuava a fumare solo sigarette elettroniche; il 18,8% aveva abbandonato qualunque tipo di sigaretta; il 38,9% era ricaduto nel fumo tradizionale (con o senza sigarette elettroniche).
Tra i fumatori tradizionali, il 75,6% continuava a fumare sigarette classiche; il 23,1% aveva invece smesso (anche se, di questi, il 5,6% aveva iniziato a fumare sigarette elettroniche).
Infine, tra i fumatori di entrambi i tipi di sigarette, il 57,4% aveva abbandonato le e-cig, ma non le sigarette classiche; il 16,6% continuava a fumare entrambe; l’26,0% aveva smesso di fumare sigarette tradizionali (anche se, di questi, l'11,7% continuava a fumare sigarette elettroniche).
Sono stati registrati 38 casi di infiammazione/irritazione alle vie aeree superiori (20 nei dual users), e 38 nuovi casi di patologie gravi potenzialmente legate al fumo, con differenze non statisticamente significative tra i gruppi.
Gli ulteriori mesi di follow-up confermano quanto emerso nei primi 12 mesi: l’aggiunta della sigaretta elettronica alle sigarette tradizionali non sembra facilitare la cessazione dal fumo di tabacco né la riduzione delle sigarette fumate quotidianamente. Tuttavia, chi ha già smesso di fumare e sceglie di utilizzare esclusivamente e-cig, ha maggiori possibilità di non ritornare alle sigarette tradizionali. Non sono emerse problematiche specifiche relative alla sicurezza delle e-cig, né differenze significative nel rischio di patologie legate al fumo tra coloro che fumano e-cig e sigarette tradizionali, ma i risultati sugli eventi avversi richiedono più tempo per poter essere considerati definitivi.
“Per avere i risultati finali di questa ricerca si dovrà attendere il 2019 - spiega
Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e tra gli autori dello studio - ma i dati pubblicati sono comunque di grande importanza, poiché ancora oggi, in tutto il mondo, vi sono scarsissime informazioni sulla sicurezza a 24 mesi delle e-cig, ed il dibattito scientifico è molto acceso. Nello specifico, da questo studio abbiamo a disposizione dati sulla sicurezza di 229 persone che utilizzano e-cig da almeno 24 mesi, mentre ad oggi il campione totale era inferiore a 100 soggetti. Sostanzialmente, lo studio conferma che la sigaretta elettronica può essere un’alternativa per gli ex fumatori per non tornare a fumare sigarette, ma la sua efficacia per smettere di fumare è minima. Inoltre, anche se vi sono state più irritazioni/infiammazioni alle vie aeree superiori tra coloro che fumano contemporaneamente sigarette elettroniche e tradizionali, non sono emersi gravi effetti collaterali per chi usa e-cig, un dato particolarmente importante".
09 giugno 2016
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