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Orticaria indotta dalle vibrazioni: scoperta la causa genetica

di Maria Rita Montebelli

Uno studio di un team multidisciplinare del National Institutes of Health americani ha consentito di individuare la base genetica di una rara forma di orticaria, indotta dalle vibrazioni. Applaudire, fare una corsa, prendere uno spintone sono tutte attività che fanno riempire di orticaria in un attimo i soggetti colpiti da questa condizione rara ed ereditaria. Lo studio è pubblicato sul New England Journal of Medicine.

14 FEB - Good vibration dei Beach Boys non potrà mai essere la giusta colonna sonora per chi soffre di rara e curiosa forma di allergia, la cosiddetta orticaria vibratoria. Applaudire a teatro, fare una corsa, asciugarsi il corpo con un asciugamano o prendere spintoni su un autobus affollato fa sì che le persone che affette da questa bizzarra condizione si ricoprano all’istante di chiazze rosse pruriginose, proprio come accade a chi mangia fragole, essendone allergico.  Qualcuno durante la crisi presenta anche vampate, cefalea, offuscamento della vista e sapore metallico in bocca. In generale la sintomatologia tende a dissiparsi nell’arco di un’ora, ma i più sfortunati presentano più episodi al giorno.
 
Un gruppo di ricercatori del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) e del National Human Genome Research Institute (NHGRI), entrambi parte dei National Institutes of Health americani ha appena annunciato di aver individuato una mutazione genetica, responsabile dell’orticaria vibratoria.  
 
Gli studiosi americani sono giunti alla loro scoperta studiando tre famiglie, affette da generazioni da questa rara patologia. In questo modo sono riusciti a dimostrare che l’esposizione alle vibrazioni in questi soggetti causa il rilascio di mediatori chimici dell’infiammazione da parte dei mastociti e questo provoca loro la comparsa di orticaria e di altri sintomi di allergia.
 
I mastociti che si trovano nella cute e in altri tessuti rilasciano istamina e altri mediatori chimici dell’infiammazione (‘degranulazione’) nel torrente sanguigno e nei tessuti circostanti in risposta al alcuni stimoli. Al fine di valutare l’implicazione di queste cellule nell’orticaria vibratoria, gli studiosi americani hanno misurato i livelli di istamina circolanti nel corso di un episodio di orticaria indotta dalle vibrazioni. Il risultato è stato che i livelli di istamina aumentano rapidamente in risposta alle vibrazioni e tornano alla norma dopo un’ora circa. È stato evidenziato inoltre un aumento della triptasi, altro marcatore della degranulazione dei mastociti, nella cute intorno all’area interessata.
 
“Va detto anche – spiega Hirsh Komarow, Laboratory of Allergic Diseases del NIAID e autore anziano dello studio – che un leggero rialzo delle concentrazioni di istamina nel sangue e un modesto rilascio di triptasi dai mastociti cutanei è osservabile, in risposta all’esposizione alle vibrazioni, anche nei soggetti non affetti da questa condizione. Questo suggerisce che nei pazienti con orticaria vibratoria si verifica una forma esagerata di quella che appare come una risposta normale alle vibrazioni, che non determina sintomi nella maggior parte delle persone”.
 
La prima famiglia individuata dai ricercatori degli NIH era stata arruolata all’interno di un trial clinico ancora in corso, mirato a studiare i meccanismi alla base delle forme ‘fisiche’ di orticaria (la cosiddetta familial cold autoinflammatory syndrome o FCAS). I pazienti con FCAS presentano una mutazione nel gene della criopirina, una proteina che sembra coinvolta nella produzione di un mediatore pro infiammatorio, l’interleuchina-1. Questi pazienti traggono peraltro giovamento dal trattamento con inibitori dell’IL-1.
 
La famiglia sulla quale si è appuntata la loro attenzione però presentava caratteristiche molto simili a quelle di un’altra famiglia, descritta nel 1981 da ricercatori della Yale University. Gli studiosi dei NIH sono dunque riusciti ad ottenere, grazie ad una collaborazione con Yale, campioni di DNA di 25 membri appartenenti a quella famiglia. Due di questi sono stati quindi studiati in maniera approfondita presso i laboratori dei NIH e grazie a loro è stato possibile prendere contatti con una terza famiglia, che presentava sintomi simili.
 
Al fine di individuare il substrato genetico di questa condizione, sono state condotte delle analisi, quali il sequenziamento del DNA, su 36 soggetti, sani o affetti da orticaria vibratoria, appartenenti a queste tre famiglie. La ricerca ha portato all’individuazione di una singola mutazione del gene ADGRE2, rintracciabile solo nei soggetti con orticaria vibratoria. Questo gene ‘impartisce istruzioni’ per la produzione della proteina ADGRE2, presente sulla superficie di varie cellule del sistema immunitario, compresi i mastociti. I soggetti con orticaria vibratoria familiare producono una versione mutata di questa proteina, caratterizzata da un’instabilità nell’interazione delle due sub unità che la compongono. Quando la sub unità ‘alfa’ si stacca da quella ‘beta’, la beta invia un segnale ai mastociti, che porta alla degranulazione e dunque ai sintomi dell’orticaria.
 
“Per quanto ne sappiamo – afferma Dean Metcalfe, direttore del Laboratory of Allergic Diseases del NIAID e coautore dello studio – questa è la prima volta che si è arrivati ad individuare la base genetica di una forma di orticaria mediata da mastociti e indotta da uno stimolo meccanico”.
 
“Lo studio di patologie rare, quali l’orticaria vibratoria – commenta Anthony S. Fauci, direttore del NIAID – può fornire elementi importanti sul funzionamento del sistema immunitario e su come possa reagire ad alcunitrigger nel produrre sintomi di allergia, che possono essere da lievi a invalidanti. I risultati di questo studio in particolare hanno consentito di scoprire nuovi intriganti sfaccettature della biologia dei mastociti, aggiungendo preziosi dettagli alle nostre conoscenze su come si producono le risposte allergiche”.
 
Fondamentale per i risultati ottenuti è stata la collaborazione di specialisti in aree diverse; il team multidisciplinare che ha firmato lo studio pubblicato sul New England Journal of Medicine comprende infatti clinici, genetisti, immunologi di base.
 
I prossimi passi consisteranno ora nello studiare cosa accade alla sub unità alfa dopo esposizione alle vibrazioni e nell’indagare quali sono i segnali cellulari che portano alla de granulazione. Saranno inoltre studiate anche altre famiglie  con orticaria vibratoria, alla ricerca di nuove possibili mutazioni.
 
Maria Rita Montebelli

14 febbraio 2016
© Riproduzione riservata

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