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Bambini. Dubbi sulla dieta variata per prevenire l’obesità


Uno studio americano sfata il mito dell'alimentazione variegata. E anche se i dati raccolti non bastano a cambiare le linee guida, gli esperti auspicano comunque un approfondimento.

12 FEB - (Reuters Health) – Variare i cibi, soprattutto per abituare i bambini a una sana alimentazione, è sempre stato considerato un buon metodo per contrastare l’obesità. A confutare questa teoria, però, arriva uno studio che dimostra come una dieta variata non solo non aiuta a limitare l’aumento di peso, ma sarebbe associata a un aumento dell’indice di massa corporea nei bambini. La ricerca, pubblicata su Pediatrics e guidata da Karen Peterson dell’Università del Michigan Ann Arbor, ha coinvolto 340 bambini in età prescolare, di etnia mista e provenienti da famiglie a basso redditto, seguiti per 21 mesi. Ai genitori è stato chiesto di rispondere a un questionario relativo alla frequenza con cui erano variati gli alimenti. I ricercatori hanno poi dato un punteggio alla varietà della dieta, paragonandolo all’indice di massa corporea di ciascun bambino.
 
I risultati dello studio
Dopo aver ‘aggiustato’ il risultato sulla base dell’energia assorbita e di altri potenziali fattori di variabilità, è emerso che la dieta variata e diversificata era associata a un significativo aumento, su base annuale, dell’indice di massa corporea. “Anche se l’effetto è poco significativo, contraddice comunque l’opinione comune che una dieta variata aiuti a contrastare l’obesità”, hanno dichiarato gli autori, che hanno cercato anche di capire se la dieta variata può essere utilizzata per far prendere chili in più ai bambini sottopeso. “I dati raccolti, però, non ci hanno permesso di valutare questo aspetto, perché i bambini presi in considerazione erano sovrappeso all’inizio dello studio”.In un editoriale che accompagna la ricerca si legge che “l’alimentazione dei bambini nella zona del Michigan presa in considerazione si basa sulle linee guida americane relative alla dieta. Se il dato pubblicato dovesse essere confermato da altri studi, sarebbe necessario un cambiamento in questo documento”. Secondo Susan Baker e Robert Baker del Children’s Hospital University a Buffalo, New York, “questa ricerca non basta a cambiare i consigli su una sana alimentazione nei bambini, ma suggerisce quanto meno un approfondimento”.
 

Fonte: Pediatrics 2016

Reuters Staff

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular science)

12 febbraio 2016
© Riproduzione riservata

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