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Sclerosi multipla. Identificata proteina che rallenta la malattia

di Viola Rita

Si chiama IL-9 ed è una proteina prodotta dal sistema immunitario. Maggiore è la sua quantità nel liquido cerebrospinale e più lento è il decorso della malattia. Viceversa se la sua presenza è ridotta aumenta l’infiammazione caratteristica della sclerosi multipla. Questo risultato aprirebbe nuove prospettive per la diagnosi e la cura. Lo studio*, tutto italiano, è su Clinical Science

10 MAR - Un gruppo di ricercatori italiani ha individuato una nuova proteina prodotta dall’organismo, chiamata IL-9, in grado di rallentare la progressione della sclerosi multipla. Quanto più è presente nel liquido cerebrospinale e tanto più lento sarebbe il decorso della malattia. Il risultato è stato ottenuto su 107 pazienti affetti da sclerosi multipla. Lo studio, condotto dalla Fondazione Santa Lucia, è pubblicato* su Clinical Science.
A generare questa proteina sono i linfociti Th9, particolari cellule del sistema immunitario: proprio un errore biologico da parte di questo sistema, dunque, rinforzerebbe l’infiammazione tipica della sclerosi multipla favorendone la progressione.
Infatti, l’infiammazione è collegata alla mancanza di questa proteina: i ricercatori hanno scoperto che attraverso la produzione della IL-9, i linfociti ‘produttori’ Th9 frenano e inibiscono contemporaneamente l’attivazione di altri linfociti, chiamati Th17, che invece sono in grado di generare la forte infiammazione associata alla patologia.

Insomma, un po’ come un ‘mediatore biologico’, la presenza di questa proteina sarebbe importante per di frenare e combattere l’infiammazione.   
“Abbiamo analizzato la presenza di IL-9 nel liquido cerebrospinale di 107 pazienti”,spiega la dottoressa Elisabetta Volpe, responsabile del progetto. “Ne abbiamo seguito il decorso clinico per quattro anni e abbiamo potuto dimostrare che più ce n’è, più lento è il decorso della malattia e più efficace l’uso di farmaci di prima linea”.
 
“Dai risultati di questo studio ci aspettiamo importanti sviluppi nella diagnosi e cura della patologia”, aggiungela dottoressa Maria Grazia Grasso, Responsabile del Centro Sclerosi Multipla della Fondazione Santa Lucia. “Il dosaggio di IL-9 nel liquido cerebrospinale al momento della diagnosi ci permetterà di prevedere la responsività dei pazienti ai farmaci di prima linea, mentre futuri farmaci in grado di potenziare la risposta ‘buona’ della IL-9 potrebbero aumentare l’efficacia di quelli attuali”.
 
Lo studio è stato realizzato in collaborazione con il Policlinico Universitario Tor Vergata, l'Ospedale San Camillo di Roma e l'Ospedale San Raffaele di Milano e si è avvalso anche del contributo della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla. Inoltre, esso rientra nei programmi di finanziamento per “Giovani Ricercatori” del Ministero della Salute Italiana.
 
Viola Rita
 
*Gabriella Ruocco, Silvia Rossi, Caterina Motta, Giulia Macchiarulo, Francesca Barbieri, Marco De Bardi, Giovanna Borsellino, Annamaria Finardi, Maria Grazia Grasso, Serena Ruggieri, Claudio Gasperini, Roberto Furlan, Diego Centonze, Luca Battistini and Elisabetta Volpe, T helper 9 cells induced by plasmacytoid dendritic cells regulate interleukin-17 in multiple sclerosis, Clinical Science (2015) doi:10.1042/CS20140608

10 marzo 2015
© Riproduzione riservata

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