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Pillola dei cinque giorni dopo. Nessun effetto abortivo, la conferma da uno studio in vitro


Presentati al 13th Congress of the European Society of Contraception and Reproductive Health in corso a Lisbona i dati dello studio in vitro a difesa della nuova contraccezione d’emergenza.  Arisi: “Si riduce efficacemente il rischio di gravidanza indesiderata, ma nessun effetto anti-impianto”.

29 MAG - La pillola dei cinque giorni dopo riduce efficacemente il rischio di gravidanza indesiderata dopo un rapporto sessuale a rischio, ma non ha effetti negativi su un eventuale impianto dell'ovulo. Attribuire capacità abortive alla contraccezione di emergenza è quindi errato.  Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del bugiardino dell'Aifa che ha stabilito la non abortività della Contraccezione di Emergenza (CE) a base di Levonogestrel, arrivano ulteriori conferme anche per  la pillola dei cinque giorni dopo, ellaOne, il nuovo preparato orale per la CE  a base di Ulipristal Acetato (UPA).
 
Dai risultati di uno studio dell’Università di Hong Kong - presentato oggi al 13th Congress of the European Society of Contraception and Reproductive Health a Lisbona -  è emerso infatti che dopo trattamento con UPA non vi sono effetti inibitori sull’eventuale attecchimento/impianto.
 
I ricercatori dell’Università di Hong Kong hanno studiato in vitro , utilizzando un modello di cellule endometriali in mono-strato per l’attecchimento di sferoidi trofoblastici, l’eventuale effetto anti-impianto di Ulipristal Acetato a vari dosaggi per 24 ore. L’esperimento è stato inoltre ripetuto utilizzando una coltura di cellule endometriali umane aspirate 7 giorni dopo il picco di LH (ossia nell’epoca che dovrebbe corrispondere ad un inizio di impianto) trattate con UPA a  dosaggio 10 volte superiore a quello farmacologico.
 
Gli sperimentatori non hanno notato differenze significative dopo il trattamento con UPA a nessun dosaggio analizzato. Anche nel secondo esperimento con coltura di cellule endometriali, non sono state notate differenze significative tra le cellule trattate con UPA a dosaggio 10 volte superiore  di quello farmacologico.
Insomma, secondo i ricercatori, il trattamento con Ulipristal acetato non ha effetti inibitori sull’eventuale attecchimento/impianto.
 
“Il meccanismo d’azione dimostrato dal farmaco – ha spiegato Emilio Arisi, presidente della Società Medica Italiana per la Contraccezione (Smic) – segnala la sua superiore capacità di blocco ovulatorio rispetto a farmaci precedenti, e sottolinea soprattutto  il mantenimento di tale attività quando il precedente non sarebbe più attivo, ossia  nel periodo a maggior rischio (inizio salita LH),  ma non suggerisce affatto la sua infallibità, che ci si dovrebbe aspettare in caso di speculati effetti anti-impianto, peraltro ora smentiti da tale modello in vitro. In sostanza, il farmaco riduce solo, anche se molto efficacemente, il rischio di gravidanza indesiderata a seguito di rapporto non protetto entro 120 ore dalla sua assunzione, ma non lo annulla del tutto!”
 
Finalmente, conclude Arisi, una conferma sperimentale, in vitro, ai dati clinici di sicurezza  già pubblicati su Contraception 2014, Levy D et al , DOI ( http://dx.doi.org/10.1016/j.contraception.2014.01.003) che evidenziavano come su più di 1 milione di donne utilizzatrici di ellaOne, in caso di gravidanze  il tasso di abortività era comunque minore  (13,8%) rispetto a quello della popolazione generale( 20%), ma non aveva quindi effetti negativi sugli outcomes di gravidanza.
 
Ma il congresso in corso a Libona ha visto, nella giornata di oggi, numerosi approfondimenti  sulla Contraccezione d’emergenza, tra i quali la relazione di Anne Webb (UK) sulle guidelines per  la fornitura del farmaco in tutta Europa.
 
Il profilo di efficacia e sicurezza dell’Ulipristal acetato 30 mg  tra le under 18 è stato dimostrato anche dai dati relativi ad uno studio osservazionale , multicentrico e internazionale, che ha coinvolto 56 centri in 5 paesi, valutando 576 donne che avevano assunto ellaOne come contraccettivo  d’emergenza, di cui ben 279 (48%) sotto i 18 anni di età, di cui 76 ragazze under 16. Lo studio oltre a confermare l’efficacia e la sicurezza del farmaco non ha evidenziato differenze cliniche nei parametri osservati nelle diverse fasce di età.

29 maggio 2014
© Riproduzione riservata

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