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Patologie psichiatriche. Dalla ricerca italiana arriva Operon, strumento per lo screening genetico


Il nuovo sistema automatico e di alta precisione potrebbe dare un nuovo slancio alla ricerca sulle funzioni cognitive, aiutando a riconoscere sia le modificazioni genetiche, sia le manipolazioni farmacologiche che portano ad un’alterazione delle abilità cognitive esecutive in campo psichiatrico.

22 OTT - Si chiama Operon ed è frutto della ricerca italiana: è il nuovo sistema automatico che potrà risolvere le limitazioni poste dagli attuali sistemi di analisi cognitiva pre-clinica in campo psichiatrico. Il dispositivo è stato presentato sulla rivista Biological Psychiatry da scienziati dell'Istituto Italiano di Tecnologia, dell'Università degli Studi di Padova e del National Institute of Mental Health negli Stati Uniti.

“Operon” ha dimostrato una grande efficacia nello studio sia di modificazioni genetiche, sia di manipolazioni farmacologiche che portano ad un’alterazione delle abilità cognitive esecutive.
Le patologie psichiatriche sono caratterizzate da diversi disturbi, in particolare la difficoltà per il paziente di utilizzare correttamente alcune funzioni cognitive superiori, quali le funzioni esecutive. Questo risulta particolarmente debilitante, in quanto viene alterata la capacità di concentrare l’attenzione sulle informazioni rilevanti, organizzandole in base all’importanza che coprono nel raggiungimento di un obiettivo. Alcune di queste patologie sono tanto gravi, quanto diffuse: Parkinson, Autismo, Schizofrenia, Disturbi Ossessivo-Compulsivi (DOC) e Sindrome da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) sono considerate, infatti, delle priorità sanitarie da tutti i sistemi sanitari a livello mondiale.
 
Malgrado diverse ricerche indichino una forte componente genetica in queste patologie, ad oggi non si conoscono ancora né gli specifici meccanismi sottesi ad esse, né si hanno a disposizione cure efficaci, sopratutto per i disturbi della sfera cognitiva. Inoltre, il raggiungimento di questi obbiettivi viene reso ancor piu’ difficile dal fatto che esiste una grande variabilità clinica e genetica, a cui si aggiungono i fattori ambientali a cui viene sottoposto il paziente nell’arco della sua vita. Nei roditori, invece, tutte queste variabili possono essere controllate e, di conseguenza diventa possibile identificare in maniera precisa i fattori di vulnerabilita’ e i loro meccanismi, a patto che  i test eseguibili replichino nel modo più fedele possibile gli stessi test cognitivi che si eseguono sull’uomo. Poter eseguire test pre-clinici strettamente controllati è di fondamentale importanza, perché possono aiutare ad identificare in modo conclusivo le cause alla base di questi disturbi.
 
“La possibilità di poter utilizzare questo sistema automatico e di alta precisione significa dare un nuovo slancio alla ricerca sulle funzioni cognitive”, ha spiegato Francesco Papaleo, Team Leader nel dipartimento Neuroscience and Brain Technologies (NBT) dell'IIT e co-autore dello studio. “Finora, infatti, avevamo a disposizione solo metodi manuali, non standardizzabili e poco precisi, che ponevano forti limitazioni ai ricercatori. Al contrario, questo nuovo test automatico faciliterà sia lo screening genetico, sia lo studio degli effetti benefici di vecchie e nuove strategie terapeutiche sulle abilità e disabilità cognitive. Questo sistema innovativo rappresenta, quindi, un importante avanzamento tecnologico in grado di accelerare il progresso scientifico nel campo della medicina traslazionale, permettendo una migliore identificazione dei meccanismi alla base di disturbi cognitivi, e traducendosi nell’adozione di terapie più efficaci”.

22 ottobre 2013
© Riproduzione riservata

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