Allergie. Tra i bambini crescono quelle al pelo animale. E non solo di cani e gatti
Un bambino su dieci è allergico a qualche animale domestico: in primis cani e gatti. Ma anche criceti, cavie, conigli nani e furetti. Le reazioni allergiche possono manifestarsi sottoforma di rinite, congiuntivite, orticaria, dermatite da contatto. I consigli del Bambino Gesù di Roma.
03 APR - Arriva la primavera ed ecco tornare il
tema delle allergie: genitori preoccupati che cercano rimedi per i più piccoli, soggetti intolleranti ai pollini che ricorrono all’automedicazione, specialisti che cercano di dare consigli tramite i mezzi di comunicazione. Eppure, l’allergia non è solo stagionale, e per qualcuno è un tormento che dura tutto l’anno: è il caso di chi ha reazioni al pelo degli animali, ovvero secondo le stime almeno il 10% dei bambini. Da sempre, in pole position tra i cuccioli che provocano questo fastidio è il gatto, ma una new entry degli ultimi anni è quella ai roditori, o meglio ai cosiddetti nuovi animali domestici: criceti, cavie e conigli nani.
“Da quando sono diventati animaletti da compagnia, sempre più diffusi in casa, tra bambini e ragazzi si è registrata un’ascesa delle reazioni allergiche”, ha spiegato
Alessandro Giovanni Fiocchi, responsabile di Allergologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. “Questo trend in crescita si rileva a livello nazionale e anche tra i piccoli pazienti del Bambino Gesù: circa 3 su 100 manifestano questo tipo di allergia. Non solo: come indicano le ultime segnalazioni giunte dalla Francia, a provocare fastidiose reazioni, prima tra tutte l’orticaria da contatto, sono anche gli animali ‘alla moda’ come i furetti”.
“Il responsabile di questo tipo di reazioni allergiche in realtà non è il pelo, ma una proteina, l’albumina, che si trova nella saliva, nelle ghiandole sebacee e nel sudore”, ha spiegato l’esperto. “Questo allergene viene poi sparso sulla pelliccia quando cani e gatti si leccano per lavarsi”. Trattandosi di una molecola molto piccola e volatile (90 antigeni su 100 volano) è molto più dannosa di quanto la sua concentrazione non indichi: dal mantello dell’animale si diffonde facilmente nell'aria attaccandosi al corpo e ai vestiti delle persone e rimanendo negli ambienti domestici anche per lungo tempo con grande difficoltà di eliminazione.
L’albumina contenuta nella saliva degli animali domestici ha una struttura analoga all’albumina bovina, pertanto i bambini allergici al gatto e al cane spesso sono allergici anche al latte. Viceversa (e questo si rileva soprattutto negli adolescenti) i ragazzi allergici al latte e alla carne bovina presentano un rischio altissimo di sviluppare l’allergia ai felini.
Che siano provocate da gatti e cani (in particolare a Fido è allergico circa l’8% dei bambini), da roditori “casalinghi” o da animali trendy, le reazioni allergiche possono manifestarsi sottoforma di rinite, congiuntivite, orticaria, dermatite da contatto. Ma il sintomo principale è l’asma: le particelle allergizzanti attaccano i piccoli bronchi che si chiudono; l’ossigeno in circolazione si riduce e si genera una condizione di ipossia. La reazione asmatica provocata da questo particolare allergene è spesso difficile da riconoscere perché non dà tosse ne’ la tradizionale percezione di mancanza di fiato.
Atteso che il trattamento più efficace - ma di complessa realizzazione - sarebbe evitare il contatto con la fonte del problema, le terapie per la cura dei sintomi sono comuni a quelle adottate per altri tipi di allergia: in caso di rinite acuta si ricorre agli antistaminici e al cortisone spray; per le manifestazioni asmatiche si può intervenire con cicli di corticosteroidi; per la congiuntivite si utilizzano colliri antistaminici o pomate cortisoniche.
Per una azione di prevenzione si ricorre ai vaccini che possono essere somministrati sia per via sottocutanea che sublinguale. L’iter di desensibilizzazione specifica è piuttosto lungo - dura circa 3 anni – ma risulta particolarmente efficace contro gli attacchi dell’allergene.
Infine una curiosità: anche i migliori amici dell’uomo, i cani, possono sviluppare dermatite da contatto. La cosa singolare è che in alcuni casi è stato dimostrato che a scatenare la fastidiosa reazione allergica è stato uno specifico tipo di pelo: quello dell’uomo.
03 aprile 2013
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