Le persone con Long Covid hanno un modello di infiammazione particolare, mediato da cellule mieloidi e attivazione del sistema del complemento, rilevabile nel sangue, che potrebbe costituire un target per terapie immunitarie. È quanto evidenzia, su Nature Immunology, un team dell’Imperial College di Londra, coordinato da Peter Openshaw.
L’analisi è stata condotta su oltre 650 persone ricoverate con Covid-19 grave, di cui 426 con sintomi di Long Covid. I ricercatori hanno prelevato campioni di sangue e hanno valutato 368 proteine note per essere coinvolte nell’infiammazione e nella modulazione del sistema immunitario.
Il team ha scoperto, così, che rispetto alle persone che si erano riprese completamente dall’infezione, quelle con Long Covid mostravano un modello di attivazione del sistema immunitario mediata dall’infiammazione delle cellule mieloidi e dall’attivazione del sistema del complemento; quest’ultimo si associa a diverse condizioni autoimmuni e infiammatorie.
I ricercatori, inoltre, sono riusciti a collegare determinati sintomi a specifici marcatori. Ad esempio, i livelli di SCG3 sono risultati aumentati nelle persone con sintomi gastrointestinali, mentre i cinque sottotipi di Long Covid più comuni evidenziati sono stati affaticamento, alterazione cognitiva, ansia e depressione, alterazione cardiorespiratoria e alterazione gastrointestinale.
“Questo studio rappresenta un importante passo avanti e fornisce approfondimenti chiave su ciò che causa il Long Covid”, spiega Openshaw, ”Il COVID-19 continua ad avere effetti di vasta portata anche molto tempo dopo l’infezione iniziale. Capire cosa sta succedendo nel corpo e come risponde il sistema immunitario è fondamentale per aiutare le persone colpite dalla sindrome”.
Fonte: Nature Immunology 2024