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Sma. Nuove indicazioni sul farmaco Zolgensma in seguito a due casi fatali di insufficienza epatica acuta in due bambini verificatisi in Russia e Kazakistan


I decessi si sono verificati nel 2022. In seguito ad intervento dell'Ema l’Aifa raccomanda che la funzione epatica sia monitorata prima del trattamento e regolarmente per almeno 3 mesi dopo l'infusione. L'Aifa raccomanda un regime profilattico con corticosteroidi e il monitoraggio della funzionalità epatica al basale e regolarmente per almeno 3 mesi dopo l'infusione del farmaco. Necessario anche il monitoraggio settimanale per il primo mese e durante l'intero periodo di riduzione graduale dei corticosteroidi, seguito da un monitoraggio bisettimanale per un altro mese e, se clinicamente indicato, anche in altri momenti. LA NOTA AIFA.

16 FEB -

In seguito a due casi fatali di insufficienza epatica acuta in due bambini, rispettivamente di 4 e 28 mesi di età affetti da atrofia muscolare spinale (SMA) e trattati con il farmaco Zolgensma (onasemnogene abeparvovec) arrivano nuove indicazioni Ema per il trattamento che sono state recepite da Aifa. I casi hanno riguardato un bimbo russo e uno del Kazakistan e si sono verificati nel 2022.

"Nessun allarmismo, non sono stati segnalati altri casi e non si tratta di un allarme diffuso" afferma l'Aifa. L'epatotossicità segnalata con onasemnogene abeparvovec, spiega Aifa nella sua nota, si manifesta spesso come funzionalità epatica anomala, come aumento delle aminotransferasi (AST, ALT). Tuttavia, sono stati segnalati danno epatico acuto grave o insufficienza epatica acuta, anche con esito fatale.

Il meccanismo sottostante, continua Aifa, è probabilmente correlato a una risposta immunitaria innata e/o adattativa al vettore.

L'Aifa raccomanda pertanto un regime profilattico con corticosteroidi e il monitoraggio della funzionalità epatica al basale e regolarmente per almeno 3 mesi dopo l'infusione di onasemnogene abeparvovec. Ciò include il monitoraggio settimanale per il primo mese e durante l'intero periodo di riduzione graduale dei corticosteroidi, seguito da un monitoraggio bisettimanale per un altro mese e, se clinicamente indicato, anche in altri momenti.


Aifa raccomanda poi che i pazienti che presentano segni o sintomi indicativi di disfunzione epatica devono essere prontamente valutati per danno epatico.

Nel caso in cui i pazienti non rispondano adeguatamente ai corticosteroidi, Aifa raccomanda di consultare un gastroenterologo o un epatologo pediatrici e di considerare un aggiustamento del regime di corticosteroidi, inclusa una durata più lunga e/o un aumento della dose o una riduzione più graduale per gestire l'epatotossicità.

Le caratteristiche cliniche comuni dei due casi segnalati da Aifa sono riassunte di seguito:
• La manifestazione iniziale del danno epatico è stata l'aumento asintomatico delle aminotransferasi epatiche entro le prime 1-2 settimane dopo l'infusione di onasemnogene abeparvovec, che è stato trattato con un aumento della dose di prednisolone.
• La manifestazione clinica dell'epatotossicità includeva vomito, debolezza e un secondo aumento delle aminotransferasi epatiche. Ciò è stato osservato tra le 5 e le 6 settimane dopo l'infusione di onasemnogene abeparvovec e circa 1-2 settimane dopo l'inizio della riduzione graduale del prednisolone.
• A seguire si è presentato un rapido deterioramento della funzionalità epatica e la progressione verso l'encefalopatia epatica e l'insufficienza multiorgano. Il decesso si è verificato 6-7 settimane dopo l'infusione di onasemnogene abeparvovec, durante il periodo di riduzione graduale della dose di corticosteroidi.

Aifa informa infine che le informazioni di prodotto per onasemnogene abeparvovec saranno aggiornate per tenere conto delle informazioni sopra evidenziate.



16 febbraio 2023
© Riproduzione riservata

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spacer La nota Aifa

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