Il primo elemento da chiarire quando si affronta il delicato tema dell’uso dei farmaci in pediatria è che i bambini non sono piccoli adulti. Il soggetto pediatrico è, infatti, in continua evoluzione e presenta specificità proprie che lo distinguono dall’adulto anche nella risposta al trattamento farmacologico. Un concetto da tenere bene a mente per evitare molti dei più frequenti errori commessi nel somministrare i medicinali ai bambini. Come, ad esempio, la riduzione del dosaggio di un farmaco, impiegato comunemente negli adulti, in base al peso corporeo e all’età del piccolo paziente, senza però avere informazioni corrette sull’efficacia e la sicurezza del trattamento in età pediatrica.
A puntare i riflettori sulle “carenze” dei farmaci in pediatria è la Società italiana di farmacologia in occasione del suo 41° Congresso Nazionale, in programma dal 16 al 19 novembre a Roma.
“Che i bambini non siano piccoli adulti – spiega Alessandro Mugelli, già Presidente SIF – è dimostrato dal fatto che non solo molti parametri farmacocinetici, ma anche la farmacodinamica possano modificarsi durante la crescita. Nella popolazione pediatrica, crescita e cambiamenti evolutivi influenzano l’assorbimento, la distribuzione, il metabolismo e l’eliminazione dei farmaci (Adme); così come influenzano gli aspetti di farmacodinamica, variando l’efficacia e la sicurezza della terapia. In ambito pediatrico vanno, inoltre, considerati numerosi fattori, tra cui: l’età, il peso corporeo, la superficie corporea, l’età gestazionale e il peso alla nascita per i neonati, la razza o etnia, il sesso”.
Nonostante la terapia farmacologica giochi un ruolo importante nella cura e nella prevenzione in età pediatrica, i pediatri sono spesso costretti a prescrivere farmaci basandosi su dati di sicurezza ed efficacia incompleti o assenti, come conseguenza della carenza di specifici studi in questa fascia di età.
“Non più di un terzo dei farmaci attualmente prescritti ai bambini è stato, infatti, specificamente studiato per la sicurezza e l’efficacia in età pediatrica – prosegue il Prof. Mugelli – ciò è particolarmente rilevante considerando che le tappe fondamentali del destino del farmaco nei bambini, dall’assorbimento all’eliminazione, sono diverse qualitativamente e quantitativamente rispetto agli adulti e che i differenti gradi di sviluppo degli apparati bersaglio richiedono una terapia farmacologica individualizzata che non sempre può essere adeguatamente ricavata dai dati disponibili per la popolazione adulta”.
A testimonianza del continuo impegno della Società in quest’ambito, nel 2017 la SIF ha creato un Gruppo di Lavoro di Farmacologia Pediatrica che si occupa di: farmacocinetica e farmacologia clinica in età pediatrica; valutazione di efficacia e sicurezza dei farmaci in età pediatrica; valutazione preclinica dei meccanismi farmacodinamici e farmacocinetici dei farmaci in età evolutiva.