Alimentazione. Latte e yogurt fanno bene alla salute e la scienza lo dimostra, ma gli italiani ne consumano sempre di meno
Consumarli giornalmente contribuisce a diminuire il rischio di malattie cardiovascolari, ictus, ipertensione, cancro del colon-retto, sindrome metabolica, obesità e osteoporosi. Il consumo cala maggiormente nella fascia di età 6-24. Pubblicato dal ministero della Salute il razionale scientifico per il corretto consumo di latte e yogurt nella alimentazione quotidiana IL DOCUMENTO
24 GEN - È una conferma pressoché unanime quella che arriva dalla scienza: latte e yogurt consumati quotidianamente aiutano a mantenere un buono stato di salute. Gli effetti benefici illustrati in studi prospettici raccolti in revisioni sistematiche e metanalisi, sono molteplici. Questi alimenti contribuiscono a diminuire il rischio di malattie cardiovascolari, ictus, ipertensione, cancro del colon-retto, sindrome metabolica, obesità e osteoporosi ed anche diabete mellito di tipo 2 e morbo di Alzheimer e altro ancora. Peccato che sembrano uscire dalle abitudini alimentari degli italiani: il loro consumo giornaliero, dal 2018 al 2020, è sceso del 14%. Soprattutto bambini, ragazzi e giovani ne consumano sempre di meno, tant’è che il consumo di latte a colazione che passa dal 56,6% al 45,6% (-10,9 pp), con punte di riduzione di circa il 20% tra i bambini di 3-10 anni. In barba alla linee guida italiane che raccomandano di bere una tazza e mezza di latte al giorno.
A illustrate gli effetti del consumo di latte e yogurt sulla salute, e anche la perdita di appeal di questi alimenti, è un documento
“Razionale scientifico dello sviluppo del “decalogo per il corretto consumo di latte e yogurt nella alimentazione quotidiana”, redatto dal tavolo tecnico sulla sicurezza alimentare del ministero della Salute.
Gli studi. A livello mondiale, tutte le linee guida per una sana alimentazione indicano che il consumo di latte/yogurt si associa al mantenimento di un buono stato di salute e ne raccomandano un consumo quotidiano (
Comerford et al., 2021); le linee guida italiane per una sana alimentazione (Crea 2019) raccomandano il consumo di 3 porzioni di latte al giorno pari a un quantitativo di 375 ml al giorno. A livello nazionale, un recente documento di consenso raccomanda il consumo di latte e yogurt tra gli esempi di una prima colazione adeguata dal punto di vista nutrizionale (
Sinu – Sisa 2018).
La base scientifica per queste indicazioni deriva dai risultati di numerosi studi prospettici raccolti in revisioni sistematiche e metanalisi. Due recenti revisioni di metanalisi (
Godos et al., 2019; Zhang et al., 2021) concludono che il consumo di latte è più frequentemente associato ad effetti positivi che eventuali effetti sfavorevoli sulla salute. L’analisi dose-risposta indica che un incremento di 200 ml (circa 1 tazza) di latte al giorno era associato a un minor rischio di malattie cardiovascolari, ictus, ipertensione, cancro del colon-retto, sindrome metabolica, obesità e osteoporosi (
Zhang et al., 2021). Associazioni benefiche sono state trovate anche per il diabete mellito di tipo 2 e il morbo di Alzheimer.
In accordo a quanto riportato dal Wcrf (2018) il consumo di latte e dei suoi derivati presenta invece una limitata associazione con la riduzione del rischio di cancro della mammella nelle donne in premenopausa. Al contrario, l’assunzione di latte potrebbe essere associata a un rischio più elevato di cancro alla prostata, morbo di Parkinson, acne e anemia da carenza di Fe nell’infanzia.
L’effetto favorevole del consumo di latte e yogurt sulle malattie cardio-cerebrovascolari e sulla mortalità generale è confermato a livello mondiale dallo studio PURE (
Dehghan et al., 2018). Il consumo totale di latte e yogurt è stato anche associato a un minor rischio di Sindrome Metabolica e sue manifestazioni come iperglicemia, pressione arteriosa elevata, ipertrigliceridemia e basso colesterolo HDL. Un aumento di una porzione/die di latte era correlato a un rischio inferiore del 12% di obesità addominale ed un incremento di una porzione/giorno di yogurt era associato a un rischio di iperglicemia inferiore del 16% (Lee et al., 2018).
Anche una più recente metanalisi riferisce una diminuzione del rischio di sindrome metabolica compreso tra 28 e 21% per il consumo di yogurt e latte rispettivamente (
Mena-Sánchez et al 2019). Il consumo di yogurt è stato associato ad un minor rischio di incremento ponderale anche in età adulta (
Schwingshackl et al., 2016).
Consumo di latte in Italia: si consuma sempre di meno e occasionalmente
Ma i benefici sembrano essere ignorati dagli italiani. Tra il 1998 e il 2020, si stima che il consumo giornaliero di latte si sia notevolmente ridotto passando dal 62,2% al 48,1% (-14,1%). Sempre più persone lo consumano occasionalmente (il consumo non giornaliero è passato dal 18% al 28,7% (+ 9,8 pp) e sempre più persone non evitano (la prevalenza dei non consumatori di 5 pp è aumentata dal 17,2% al 22,2%).
L’appeal verso il latte è scemato maggiormente nella fascia di età dei bambini, ragazzi e giovani di 6-24 anni, con punte di riduzione che si attestano in queste fasce di età intorno a circa il 20%. Il latte si consuma giornalmente sempre meno nelle regioni del Nord (dal 61,3% del 1998 al 45,6% del 2020).
Persone di 3 anni e più per abitudine al consumo di latte. Anni 1998-2020 (valori percentuali)
Cambiano le abitudini nel fare la colazione: diminuisce chi beve il latte, aumenta chi preferisce altri tipi di colazione.
Nonostante la quota di persone di 3 anni e più che dichiarano di non fare la colazione si sia mantenuta pressoché stabile tra il 1998 e il 2020 (rispettivamente 7,9% nel 1998 e 7,5% nel 2020), si è osservato nel tempo, specialmente fino al 2019, un aumento di questa abitudine in bambini e ragazzi fino a 24 anni. Nel 2020 questa flessione si è in parte ridotta, molto probabilmente complice la permanenza a casa specialmente nei periodi di Lockdown legati all’emergenza sanitaria da Covid-19.
Parallelamente a questo andamento, tra il 1998 e il 2020 c’è stata una forte riduzione del consumo di latte a colazione che passa dal 56,6% al 45,6% (-10,9%), con punte di circa -20% tra i bambini di 3-10 anni. Una diminuzione che si è tradotta, da una parte nell’aumento di quanti, pur non bevendo il latte, mangiano comunque qualcosa come biscotti, fette biscottate, brioche, ecc., con o senza bevande come il the o il caffè (+10%), e dall’altra di quanto fanno colazione con yogurt, cereali, succhi di frutta ecc. (+5,4%).
Si è lievemente ridotta nel tempo, invece, specialmente tra gli adulti, la quota di chi ha l’abitudine a bere solo il the o il caffè senza mangiare nient’altro (dal 13,4% del 1998 al 10,6% del 2020). La colazione con yogurt, cereali ecc è sempre più apprezzata tra i bambini di 3-5 anni (dal 4,5% del 1998 al 18% del 2020).
Consumo di latte nei bambini delle scuole elementari
Tenendo conto che latte e di yogurt sono prevalentemente consumati a colazione e merenda, i dati dell’indagine di OKKIO alla Salute 2019 indicano che solo il 64,5% dei bambini italiani consumalatte e/o yogurt a colazione e/o merenda, compresa la merenda eventualmente fornita dalla scuola; tendenzialmente i consumi di latte e yogurt a colazione e merenda sono più bassi al Nord (62,7%) rispetto al Centro e Sud Italia (67,4% e 65,3% rispettivamente). Il latte è più frequentemente consumato rispetto allo yogurt a colazione (56,3% dei bambini vs 4.2%), mentre a merenda lo yogurt mostra in questa fascia di età frequenze di consumo superiori rispetto al latte (9,2% vs 0,4%).
24 gennaio 2022
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